Nero su bianco
Quint Buchholz E lo scrissi su quelle pagine non più bianche, in quel libro che andavamo riempiendo di volta in volta. E lo lesse, lì appoggiato al muro, ciò che avevo scritto. Aveva scelto lui la posizione del libro, una distanza dal letto tale che i suoi occhi, non più bambini, avessero modo di mettere a fuoco quanto gli dicevo, nero su bianco. E poiché era la nostra liturgia, compilare e sfogliare quelle pagine, a noi consacrate, si era deciso che si sarebbero usati nero di china e pennino immerso in un calamaio per vergarle. Avevo scovato tutto il necessario al mercatino dell'antiquariato che si svolgeva la terza domenica del mese. Amavo passare tra le bancarelle su cui facevano bella mostra obiettivi di vecchie Leika, casse di dischi in vinile, testiere di letto in ferro battuto, rare prime edizioni, raccolte di fumetti, immaginando la casa in cui saremmo potuti vivere, tanto ricca di "ciarpame" ,come chiamava lui il superfluo che rende unica una casa, quan...