Lavanderia a gettoni

 

Marco Ieie





"Dove?" la domanda che ciclicamente gli si riproponeva, a volte martellante come un mal di denti, a volte sottile e persistente come il piccolo e fastidioso ronzio di una zanzara in un'afosa notte estiva, tornò ad affacciarsi ai suoi pensieri. Il rumore della macchina in sottofondo conciliava l'astrazione, tranne agli attacchi delle centrifughe. L'impossibilità di leggere un libro, cosa per lui inconcepibile un tempo, faceva sì che quella colonna sonora scandisse il trascorrere dei minuti. Sedeva nella semioscurità di una lavanderia a gettoni nel cuore della notte. Erano abbonati a posti come quello: luoghi discreti di piccole città di provincia che di notte nessuno frequentava, perfino all'esterno era tutto deserto. La luce dei lampioni tagliava nettamente in due il locale: da un lato la fila di seggioline in plastica illuminate a giorno su cui sedeva, dall'altro le macchine in penombra. L'aria era colma di profumi di detersivi: Marsiglia, pino mugo, lavanda e quello da lui più odiato, il muschio bianco. Nulla al mondo gli suonava così falsamente chimico di quell'olezzo così pregnante. Dietro l'oblò dell'unica macchina in funzione a quell'ora venivano sballottate e poi cullate bianche lenzuola. La porta tintinnò e per un attimo lo afferrò l'ansia di un incontro con un umano. Certo si sarebbe trattata di una eventualità più rara di quella con cui si centra un sei al superenalotto ma quel pensiero lo aveva allarmato come un tempo avrebbe fatto un cigolio sinistro nel cuore della notte. Sorrise all'idea di quelle paure così terrene. Da principio la porta aperta e subito richiusa non disvelò alcuna presenza e lui tornò al suo enigma: "Dove?" Ma si era da poco tornato a concentrare sulle possibili soluzioni, quando avvertì distintamente fischiettare un motivetto che gli risultò subito familiare anche se non ne ricordava né titolo né interprete. Si voltò dunque per capire la fonte di quelle note antiche. Ai piedi della lavatrice c'era uno spiritello che cantava e come lui osservava le lenzuola che giravano vorticosamente per la centrifuga. Sentendosi osservato, lo spiritello smise di fischiettare e si volse a sua volta a osservarlo.

« Salve, è tanto che aspetti?»

« Sono arrivato che era appena iniziato il ciclo»

« Niente di meglio da fare questa notte?»

« La lavanderia è un posto che amo, lascia il tempo per riflettere e poi dovevo proprio fare il bucato, tu invece?»

« Mi ci hanno spedito, sai, date le mie dimensioni sporcarsi è un attimo. Ma non volevo disturbarti, mi sembravi piuttosto perso nei tuoi pensieri»

« Nessun disturbo, ti hanno già detto che fischi bene?»

« Modestamente, sì; dicevano che avessi il dono dell'orecchio assoluto e fischiare mi è sempre piaciuto»

« Toglimi una curiosità, cos'è il pezzo che fischiavi? Sono sicuro di conoscerlo ma non ricordo quando lo sentivo »

« Ma non mi dire, anche tu hai un passato di umano del XX secolo, poco dopo la metà? Deve essere per forza così perché era la sigla di un programma della TV dei ragazzi in Italia negli anni 70»

« Ma certo, ecco perché mi era così familiare!»

« Ci sarebbe di che brindare, era da tempi immemorabili che non incontravo un mio coevo».

Passarono una buona mezz'ora a ricordare i giochi in cortile, le cartelle di cuoio, l'austerity e le esplorazioni delle città in bicicletta nelle domeniche senza auto, le mode, la musica. Il tempo passò in un attimo e giunse la fine del ciclo precedente, al suonare dell'allarme di fine bucato andarono ad aprire l'oblò. Diversi fantasmi e spiritelli uscirono puliti, profumati e leggermente frastornati dopo l'ultima vigorosa centrifuga. Tutti umidicci si accomodarono nell'asciugatrice, tranne uno che ricambiò la cortesia ricevuta. Il fantasma e lo spiritello, dopo la lunga chiacchierata presero posto nella vasca di acciaio inox della grande lavatrice, il fantasma fresco di bucato impostò sul programma lenzuola e fece partire il macchinario, poi raggiunse gli altri per procedere con l'asciugatura. Dopo le due ore a girare nella vasca lo spiritello uscendo sembrava terreo più che bianco immacolato.

« Ora posso confessarti che sono sempre recalcitrante a venire in questo posto perché da umano soffrivo di vertigini, speravo che dopo la mia dipartita il disturbo fosse passato e invece mi perseguita anche ora»

« Resterò qui finché non ti sarai ripreso»

« Non sarò di grande compagnia, parla tu, sono tutto scombussolato»

Per un po' anche il fantasma rimase in silenzio, essendo sempre stato un tipo piuttosto timido e alquanto taciturno, non sapeva come intrattenere lo spiritello, quindi immaginò di condividere con il suo nuovo amico il dubbio che lo attanagliava da diverso tempo ormai sul quale stava rimuginando quando lo spiritello era entrato nella lavanderia. Dove e da chi venivano lavati un tempo quelli come loro prima dell'avvento delle lavanderie automatiche? Andavano loro stessi alla fonte armati di sapone o lisciva? C'erano delle lavandaie complici e se c'erano non erano spaventate dalla loro presenza? O si fingevano comuni lenzuola e si lasciavano lavare e strofinare senza imbarazzo alcuno nelle acque gelide di qualche rio e poi stendere all'aria fresca del mattino? Snocciolare tutti quei dubbi diede tempo allo spiritello di riprendersi

« Certo che sei una sagoma. Mi ero immaginato dubbi esistenziali del passato, rimpianti, elucubrazioni filosofiche e invece il problema era l'igiene degli avi».

Risero insieme di gusto. Uscirono che era quasi l'alba, si abbracciarono e il fantasma si accomiatò dicendo

« È stato un piacere, dobbiamo rifarlo, presto»

« Meglio darsi appuntamento altrove, oppure dovrò trovare una lavandaia accondiscendente, prima di tornare a farmi torturare di nuovo da quella dannata macchina ne passerà del tempo»

Risero di gusto così forte che il fornaio che era già al lavoro nella bottega di fronte alla lavanderia diede uno sguardo fuori del negozio. Per la strada non vide anima viva.





Commenti

  1. Meraviglioso e, monello che sono, rammarico per non averci pensato io al fantasma in lavanderia, vista la consuetudine a fornire scintille di vita a oggetti e miti del fantastico!!! Grazie Amanda!! Mi sono sentito a casa e di casa! 🤗👏

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    1. Grazie mille a te Franco. I fantasmi di Marco Ieie zampillano storie

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  2. luoghi discreti di piccole città di provincia
    Perché, nelle città grandi non ci sono labvanderie a gettoni?

    Tutto frutto di una bella fantasia.

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    1. Sì, anonim*, ma ci va gente giorno e notte e fuori c'è in giro molta più gente, così gli umani potrebbero spaventarsi alla vista di fantasmi e spiritelli che, essendo più empatici degli umani, cercano luoghi isolati per fare il "bucato"

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    2. A Roma ce ne sono!! ..e ora inizierò a frequentarle con discrezione.. ;)

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  3. credo che avessi capito che ero io,
    sono andato a smanettare nel computer e ho fatto un casino, ho perso una casella di posta e non trovo più chimismi.

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    1. Occhio che hanno chiuso Blog che non venivano usati da tempo

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  4. Delizioso! Alla prossima insonnia accendo la lavatrice, mi siedo accanto e chissà, potrei conversare con un fatasmino…

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    1. Ottima idea che forse i vicini non gradirebbero alla centrifuga 😁

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  5. Scusa, non sono anonima,
    sono Pat

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