Fuori dall'arca
Marco Ieie L'innalzamento del livello delle acque tanto temuto avvenne sul far della sera. La giornata era trascorsa senza alcuna avvisaglia: cieli limpidi, prati rasati di fresco. Per tutta la mattina i tagliaerba avevano ronzato senza posa, lo spirito del rasatore d'erba che alberga in coloro che vivono nei graziosi villini di periferia infatti è indomito e non riposa mai. Era domenica. Dopo le gite, le passeggiate al parco, le visite ai parenti, gli arrosti e le pasterelle, l'atmosfera generale andava velandosi di quella sottile malinconia che aleggia quando prende piede la consapevolezza che tutte le aspettative che un weekend possano rappresentare una svolta esistenziale erano sfumate: nell'aria olezzava ormai il sentore del lunedì. I ritardatari facevano i compiti anche se ormai la fine della scuola dietro l'angolo avrebbe indotto volentieri all'ammutinamento, i pigri si drogavano di serie TV, gli sportivi per procura di telecronache. Qualche esagitato i