Il miracolo in una fetta
Dopo la trepidante attesa in una coda composta e devota la donna e l'uomo, che divideva la sua esistenza, entrarono nella cattedrale consacrata al culto pasticcere. L'uomo cacciatore del tempo nello spazio, anticonvenzionale nell'essenza, tanto che non si trovava conformismo non solo nel suo DNA, ma perfino smontandolo atomo dopo atomo e analizzando finanche i neutrini che componevano la sua materia (e c'erano fisici, di fama mondiale, disposti a giurare che qualora si fosse arrivati a sezionare la materia nuovamente, neppure allora se ne sarebbe scovato sentore in lui) rinunciò a soggiacere al rito e rifiutò di accostarsi alla santa reliquia, dedicandosi alla contemplazione di un dio minore.
L'indugio di un attimo, affinché l'olfatto e la vista rivendicassero la loro parte, poi la donna chiuse gli occhi, i denti violarono la resistenza della glassa, alla lingua arrivò per primo l'amaro del cioccolato, poi la morbida acidità della farcia si arrotolò sull'impasto ad accarezzare il palato, infine l'epiglottide calò come un ponte levatoio consentendo l'accesso all'esofago ed il miracolo avvenne.
Il sacco delle parole che per troppo tempo era rimasto vuoto, o meglio se ci frugavi dentro trovavi solo parole legate al lavoro, affascinanti, dense, ma sempre frutto della necessità di donare una lingua a chi la nostra non parla e di regalare un traghetto a chi vuole essere trasportato in una storia che ha voce di altri colori, si riempì all'istante, la donna vide la luce.
Per un po' assieme a quelle di lavoro c'erano state parole preoccupate, poi parole indignate, poi parole che spiegavano ai più su cosa focalizzare l'attenzione dopo che l'inenarrabile si era fatto realtà, poi la bocca si era cucita, la pagina era rimasta bianca, il troppo non era più nemmeno definibile, neppure la rabbia poteva più essere descritta, la tastiera tacque e la donna si ammantò di un silenzio irreale. A nulla era valso tornare nella lacustre terra natia. La donna era stata sottoposta ad analisi accurate temendo morbi ammutolenti, malattie dalle diagnosi complesse. Fortunatamente si trattava solo di una catatonia dell'anima dovuta ad una inesplicabilità della congiuntura storica, d'altra parte la donna non era la sola a cui si era spento il sorriso, a cui si era seccata la vena del misericordioso ottimismo.
Ma una sola fetta compì il miracolo, la lingua si sciolse, le dita corsero alla tastiera e la narrazione ricominciò.
Si dice che da ogni sponda dell'oceano si attendesse quel momento.
Buon compleanno Silvia
Splendido biglietto di auguri! Splendida Silvia.
RispondiEliminaTesoro!! Che meraviglia!! Grazie Amanda, i tuoi auguri sono sempre i migliori <3 <3 <3
RispondiEliminaMa che simpatico biglietto di auguri. Hai sintetizzato la nostra Silvia in modo perfetto e geniale.
RispondiEliminaBrava come sempre Amanda e tantissimi auguri alla meravigliosa Silvia
Grazie ancora :-))))
RispondiEliminaChe delizia di parole! Complimenti, Amanda. E buon noncompleanno oggi, a Silvia!
RispondiEliminaAmanda 6 mitica ... come sempre a fare gli auguri alle amiche e amici.
RispondiEliminaBuon compleanno anche da me signora Silvia,
RispondiEliminaprovo una bella invidia per lei che ha suscitato quei sentimenti
che hanno partorito un così bell'augurio.
D'altronde la nostra ospite ci ha abituati a leggere le sue belle e fantastiche storie.
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RispondiEliminaTramp non può nulla davanti ad una fetta di Sachertorte e a mio avviso ancora meno davanti ad una di Studel fatto come si deve, ancora tiepido, con una pallina di gelato alla crema spolverata di cannella... Mmmmmm...
RispondiEliminaQuindi: fniché c'è Studel c'è speranza :D
(Scusa mi erano rimaste un po' di lettere nella tastiera, spero che adesso siano uscite tutte)
Mi pare un ottimo motto 😉
EliminaMi ci farò una maglietta!
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