Chi ha paura del buio?

 



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La mamma sgrida Sofia e le intima di andare a letto. La signora Rispoli non è il tipo che perde facilmente la pazienza, da oltre un lustro la esercita incessantemente e quotidianamente con Sofia, anni sette, che sarebbe stata in grado di far cancellare dalla Bibbia le pagine dedicate a Giobbe, qualora il sant'uomo avesse dovuto incontrarla poiché gliel'avrebbe fatta smarrire senza alcuna possibilità di rinvenirla. Un'unica cosa atterriva Sofia ed era quindi in grado di ricondurla alla calma per quanto temporanea: l'idea di ritrovarsi, in solitaria solitudine, in una camera buia; la signora Rispoli, conoscendo la sua pargola, ricorreva a quell'estrema minaccia per quietare quel demonio in gonnella. Ma come avrete notato, ahimè per la signora Rispoli (e pure per Giobbe) il narratore si vede costretto a usare il tempo al passato. Sofia, solitamente calzettoni di pizzo di cotone, scarpe di lucida vernice nera e candida vestina di mussola è il classico esempio che l'abito, o meglio l'abitino, non fa né il monaco e nemmeno la santerellina. Tempo quattro minuti ed è in grado di mettere a soqquadro l'intera cameretta, tirare le trecce alla cugina Caterina, picchiare, senza essere vista, il fratello maggiore Giordano che cercherà invano di difendersi ma, essendo poco astuto, si farà scorgere da qualche adulto che naturalmente lo sgriderà, pur covando il fondato sospetto che il poveretto sia stato provocato, trattandosi di fratello maggiore obbligato quindi dal ruolo a dare il fulgido esempio  di comportamento decoroso e inappuntabile. È una di quelle sere in cui Sofia sta rannicchiata nell'angolo della sua stanza giurando, senza crederlo veramente neppure lei, che farà per sempre la brava per non finire mai più lì in preda ai mostri. Sicuramente saranno nascosti sotto al letto o nell'armadio o quelli più furbi sotto il vetro della plafoniera su, nel soffitto, in attesa di un suo minimo passo falso per fare di lei un solo boccone. Ed è allora che in quel vuoto pieno di presenze, avverte chiaramente dei denti battere, fuori sincrono con i suoi e lancia quindi un urlo e contemporaneamente un altro urlo sovrasta il suo  e due occhi  accendono il buio impenetrabile della stanza, "Chi sei?" chiede la bambina. "Sono il bimbo dell'oscurità" risponde la presenza con voce flebile e titubante "e tu sei Sofia?" Sofia spaventata ma curiosa domanda allora come faccia il bimbo del buio a conoscere il suo nome e come mai abbia tanta paura. Il bimbo del buio risponde che quando fa il monello la sua mamma lo manda in castigo nella stanza di Sofia perché lei, così dispettosa, è lo spauracchio di ogni bambino del buio. Sofia resta perplessa poi all'unisono i due dicono "ma allora non mi farai del male!" e ridono di gusto. Il bimbo del buio presenta a Sofia i suoi amici e da quel giorno Sofia non avrà più paura del buio. Sarà il caso che qualcuno avverta la Signora Rispoli e possibilmente anche Giobbe il narratore non ne ha cuore.







Commenti

  1. Gianburrasca 2.0. Il titolo ricorda quello di un famoso album degli Afterhour "Hai paura del buio"e l'andamento del pezzo è sicuramente indie-rock :)

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  2. Meraviglioso pezzo, anche se i mostri macchinisti del trenino - non citati - ci sono rimasti male e probabilmente sferraglieranno tutta la notte spaventando l'intero condominio, Sofia e tutti i suoi amichetti. Tiè. ;)

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