Flora canta

Chiara Nardone



Fu sul fare della sera
di una presta primavera
che in giardino mi recai,
tra i vialetti passeggiai.
Calicanto era sfiorito
ma il profumo non sopito
rallegrava i miei pensieri
che salivano leggeri.
Improvviso udii un coro:
cristallino o forse d'oro,
nel cercar la provenienza
della magica cadenza
scorsi un mar di fiorellini
colorati e piccolini
e da lì saliva il canto
prodigioso, un incanto:
ci tenevan a salutare
mentre stavan per sbocciare

Commenti

  1. Bellissimi versi, una filastrocca che mi ricorda Gianni Rodari, e bello anche il disegno.

    RispondiElimina
  2. Dai dai ci siamo quasi...tendo l'orecchio verso il giardino :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E però per la miseria è trooooopppo presto!

      Elimina
    2. No ma infatti il calicanto ha ancora i fiori! Ma intanto hai visto la luce che ogni pomeriggio si mangia un pezzettino in più di buio? Io intanto inizio a godere di quello ;)

      Elimina
    3. E certo, e poi adesso c'è il bello dell'attesa senza l'incubo delle allergie 😉

      Elimina
  3. La magia della Natura nelle piccole cose si trova solo se si ha un animo gentile di grandi sensibilità.

    RispondiElimina
  4. Fantastico. La Natura che ci saluta cantando mentre sboccia. Dovremmo cantare anche noi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Alberto, sfondi una porta aperta, poi però non lamentarti, se mi chiedi di cantare, io canto

      Elimina
  5. Il mio terrazzo è già impaziente, speriamo non arrivi una gelata a deprimerlo: c'è ancora una rosa naufraga che resiste e le pervinche hanno già un aspetto floribondo:)

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari