Incipit: XXI secolo



Sua moglie era entrata in coma nel tardo pomeriggio di un giovedì di marzo, mentre lui era fuori e i figli stavano tornando da scuola. I bambini - una ragazzina di tredici anni e un maschietto di sette - avevano trovato la mamma distesa sul tappeto del salotto, a pancia in giù, con la bocca aperta e gli occhi chiusi. Prima di cedere al pianto, avevano chiamato il 118. Così avevano imparato, in classe, durante l'ora di educazione civica. Più tardi, mentre due medici tentavano di rianimare il corpo seminudo della donna, la ragazzina aveva provato a chiamare suo padre, cioè lui, ma il telefono era spento o irraggiungibile.


Paolo Zardi. XXI secolo. Neo.


Paolo Zardi scrive bene, questo mi è stato chiaro fin dalla prima volta che ho letto qualcosa, partorito dalla sua creatività, sul suo blog. Poi sono approdata a "Il giorno che diventammo umani" e la sua prosa ricca, evocativa, rivestiva come una splendida carta da pacchi quella umanità ruvida e a tratti feroce che rende protagonista dei suoi racconti. Sono quindi passata a leggere "il Signor Bovary" e pur riconoscendo a Paolo la sapienza della forma, mi permisi di scrivergli che non avrei postato nulla su quel suo breve romanzo perché mi pareva si stesse avvitando su di una umanità meschina e senza speranza e che da lui mi aspettavo di più, perché se è vero che le storie amare sono la sua cifra stilistica, trovo anche che Paolo abbia i numeri per raccontare le ombre, ma anche le luci, del mondo lì fuori e che in quel breve romanzo l'appiattimento dei sogni affogava le esistenze. XXI secolo è proprio questo, il racconto di una apocalisse personale dentro ad una apocalisse globale, in cui la forza dei sentimenti non viene svilita, appiattita ed annientata dal disfacimento della società, in cui il nocciolo, duro e profondo, pur seminato tra i liquami, trova la forza della ripartenza o quantomeno della resistenza. E' un viaggio dentro le paure universali e quelle intime, compiuto da un uomo concreto che cerca disperatamente di non naufragare nel disvelamento della realtà della sua esistenza.  Semplicemente da non perdere.

Commenti

  1. non conosco l'autore, ma lo stile narrativo anche solo da questo piccolo estratto è fluido, intrigante, e poi io adoro la carta da pacchi... così come i giochi di le ombre e luci, grazie per il suggerimento.

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  2. nonostante tu mi abbia detto che non è il libro adatto per il mio periodo mi hai fatto comunque venire voglia di comprarlo e leggerlo......

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  3. Basta, sono stufa di leggere recensioni di libri interessanti che non ho tempo di leggere!

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  4. ottima indicazione... il mio portafoglio ringrazia :-)

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  5. Come sai conosco Zardi a menadito, avendolo letto tutto (cerca il primo romanzo, veramente una bomba), e condivido le tue parole... Zardi gratta come nessuno altro, in questo periodo, sotto la pelle rinsecchita della borghesia, cioè (quasi) tutti noi. Da leggere assolutamente (questo mi deve arrivare a giorni, e lo divorerò).

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  6. l'incipit e i tuoi commenti lo rendono molto appetibile, ma ho estremamente paura che non calzi in questo mio periodo di apocalisse personale. non sono mai riuscita a capire se sono una di quelle con le apocalissi degli altri trova forza o si butta giù e non so se sono prontissima per scoprirlo ora.
    me lo ricordi tra qualche mese? :)

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    1. rimanda la lettura, ma segna sulla lista è un libro che merita molto e spero dia a Paolo le soddisfazioni che gli spettano

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  7. Cara Amanda, avevi ragione, allora, su "Il signor Bovary": era una sorta di esperimento sull'andare fino in fondo nella grettezza umana, e avevo apprezzato il tuo punto di vista - l'ho trovato stimolante. E sono contento che in XXI secolo trovi quello che ne "Il signor Bovary" non c'era.
    Un abbraccio, e grazie di cuore!
    Paolo

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    1. grazie a te per avermi regalato pagine così belle

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