Discese bagnate
Se le previsioni del tempo ti concedono un solo giorno utile, di quelli che hai liberi, in tre mesi, per andare sui monti, che fai?
Naturalmente punti la sveglia alle sei e parti, destinazione Monte Asolone, massiccio del Grappa, che non tradisce mai, ci sali sempre da un sentiero diverso e non delude. Il cielo non ha una nuvola neanche dipinta, terso, una brezzolina accompagna l'inizio della salita. Benedici il genio milatare, compagnia minatori che nel 1916 fece quel sentiero che parte dalla piazza di Cismon, atto ai muli, senza strappi, va su dolce dolce, mai una variazione di passo, su per la Val Goccia, e prendi il ritmo: un passo e un respiro, ché dopo tre mesi di fermo le gambe si devono rodare ed il fiato pure.
Il maggiociondolo è in piena fioritura illumina e profuma il cammino
Poi il paesaggio si apre prima dell'ultimo, erto, strappo fino al sentiero di cresta
Di fronte a te dalla cima del Monte Asolone vedi la cima del Grappa e l'ossario, immancabilmente nascosto dalle nubi, in questo caso nere e minacciose. Ti mangi il pane con la mortazza davanti ad una malga. Ci sono vacche francesi con vitellini così piccoli che uno sembra ancora incerto sulle zampe
Chiudi gli occhi per un pisolo, ma sono i tuoni a svegliarti, le nuvole, non previste arrivano inesorabili
E così ti avvii alla discesa e benedici nell'ordine:
Cambi improvvisamente parere sui sentieri della Grande guerra perché: fatti in salita e asciutti sono una benedizione, ma in discesa e bagnati sono una congiura, le pietre ormai lisce dopo un secolo di transiti sono insidiosissime e riesci a piantare il sedere per terra due volte nonostante ti muova con circospezione e con il passo di una cinese dai fiori di loto, rallentando a dismisura il ritmo peggio che in salita e invidi molto il camoscio che, incurante della pioggia, del terreno bagnato e della pendenza, viene giù dalla Gusella di Santo Stefano alla velocità di un TGV sfrecciandoti davanti. Arrivati in piazza a Cismon il sole splende nuovamente, anche se per poco
Naturalmente punti la sveglia alle sei e parti, destinazione Monte Asolone, massiccio del Grappa, che non tradisce mai, ci sali sempre da un sentiero diverso e non delude. Il cielo non ha una nuvola neanche dipinta, terso, una brezzolina accompagna l'inizio della salita. Benedici il genio milatare, compagnia minatori che nel 1916 fece quel sentiero che parte dalla piazza di Cismon, atto ai muli, senza strappi, va su dolce dolce, mai una variazione di passo, su per la Val Goccia, e prendi il ritmo: un passo e un respiro, ché dopo tre mesi di fermo le gambe si devono rodare ed il fiato pure.
Il maggiociondolo è in piena fioritura illumina e profuma il cammino
Poi il paesaggio si apre prima dell'ultimo, erto, strappo fino al sentiero di cresta
Di fronte a te dalla cima del Monte Asolone vedi la cima del Grappa e l'ossario, immancabilmente nascosto dalle nubi, in questo caso nere e minacciose. Ti mangi il pane con la mortazza davanti ad una malga. Ci sono vacche francesi con vitellini così piccoli che uno sembra ancora incerto sulle zampe
Chiudi gli occhi per un pisolo, ma sono i tuoni a svegliarti, le nuvole, non previste arrivano inesorabili
E così ti avvii alla discesa e benedici nell'ordine:
- il 3/4 che ti fa portere anche la mamma gonfiabile nello zaino e quindi pure l'ombrellino
- l'inventore del Goretex che ti tiene i piedi asciutti e pure le spalle
- l'idea di tenere un sacchetto di riserva nello zaino dove ficcare documenti e cartine e tutto ciò che può inzupparsi
Cambi improvvisamente parere sui sentieri della Grande guerra perché: fatti in salita e asciutti sono una benedizione, ma in discesa e bagnati sono una congiura, le pietre ormai lisce dopo un secolo di transiti sono insidiosissime e riesci a piantare il sedere per terra due volte nonostante ti muova con circospezione e con il passo di una cinese dai fiori di loto, rallentando a dismisura il ritmo peggio che in salita e invidi molto il camoscio che, incurante della pioggia, del terreno bagnato e della pendenza, viene giù dalla Gusella di Santo Stefano alla velocità di un TGV sfrecciandoti davanti. Arrivati in piazza a Cismon il sole splende nuovamente, anche se per poco
Come ti capisco, ogni occasione è buona per uscire quando spunta il sole.Per i nostri giri in bici è stato sempre così ... e che palle sta pioggia!
RispondiEliminap.s. foto molto belle, complimenti
foto da furbofono perché anche la macchina pesa nello zaino e poi, data la pioggia, meglio non averla avuta con me, un pensiero in meno
EliminaNon per niente LUI cantava "discese ardite"
RispondiElimina:D già
EliminaIl maggiociondolo? Della famiglia delle mimose? :-)
RispondiEliminap.s.
due sguish soltanto? Sei in forma!!
parente sì, sempre di leguminose si tratta, per quanto riguarda l'equilibrio anni di discese con gli sci di fondo insegnano di tenere il baricentro basso e il mio è pure basso di natura
EliminaDiscesa bagnata o no...ne valeva certamente la pena,no?
RispondiEliminama certamente! :)
EliminaDa noi, nella Gola della Rossa (AN), sono stati i prigionieri austriaci ad aprire dei sentieri e mettere in sicurezza i pendii. E sono stati fortunati perché erano lontani dal fronte e impegnati in un ambiente mille volte meno severo e pericoloso rispetto a quello delle Alpi e dell'Asolone. Oggi l'escursionismo montano deve molto a quei poveretti. Ciao
RispondiEliminaa volte i sentieri di guerra sono così belli che viene da pensare che li tenessero occupati tra un assalto e l'altro facendo e disfacendo sentieri
EliminaMaggiociondolo? Che nome simpatico! Bellissime nuvole, peccato che contenessero la sorpresa...
RispondiEliminama proprio sorpresa , neppure il meteo ARPAV ci aveva azzaccato
EliminaAnch'io vado in montagna, dopodomani! Le previsioni danno bello (anzi, caldazza in pianura)!
RispondiEliminaO monti rifugio dalla caldazza dio vi benedica (o chi per esso)
EliminaChe nome buffo il maggiociondolo, e che bello deve essere dal vivo, non mi pare di averlo mai incontrato! Comunque prendi il lato positivo: quanto ti sarebbe dispiaciuto andar via di lì se ci fosse stato bel tempo?! (No dai non mi maledire!)
RispondiEliminaEh però scendevo dopo un pisolo, magari dopo aver scritto un racconto e per un sentiero non incassato nella valle
RispondiEliminaTi si apre il cuore a vedere le foto e a leggere cosa scrivi.
RispondiEliminail Grappa è come dire casa, Alberto
Eliminaperò! a pochi passi da casa tutto 'sto ben di dio (non trovo l'icona dell'invidia).
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