Sono vere o sono un sogno?
Pale di san Martino dalla Val Venegia |
Ho un posto del cuore, ed essendo un posto del cuore, nel tempo ve ne ho già parlato, ed essendo un posto del cuore ci torno ogni volta che posso. E' il primo posto di alta montagna in cui il 3/4 mi ha portato, ormai una vita fa. Ci sono alberi che abbiamo battezzato, in quel posto del cuore, e marmotte che al nostro passaggio escono sbuffando:"ancora qui questi due, lo diceva la prozia Clotilde che a volte ritornano".
Mancavamo da due anni, un anno troppo piovoso, un anno alla ricerca di altre meraviglie e ormai scalpitavamo per tornarci. Così abbiamo aspettato, previsioni alla mano, la mia settimana libera. A volte drogano i meteorologi, li mettono tutti insieme in una botte piena di LSD e gli dicono: "fate come se foste a casa vostra, ma a cavallo tra la fine degli anni 60 e l'inizio dei 70, servitevi pure".
Così 3, dico ben 3 siti, davano per la giornata di ieri: sereno o poco nuvoloso, sporadici, locali, piovaschi nelle ore più calde sulle vette dolomitiche, senza rilievo. Il sito del Trentino dava semaforo verde per le escursioni in montagna.
Sveglia ore 4 e 45 a casa, solo una cosa che ti sta molto a cuore può indurti a simili follie. Un'alba di quelle rosate e lilla ci accompagna fino a sotto ai monti. Poi però, appena inizia il primo tornante di salita, nebbia e foschia che nemmeno in Val Padana a novembre e cielo plumbeo. "Saranno i ristagni mattutini" diciamo in coro noi, fiduciosi, scendiamo da Passo Rolle e ci avviamo verso la Val Venegia, luogo del cuore partenza del nostro giro. Ci diciamo beh, le nuvole impediranno che ci arrostiamo lungo l'erta salita. Le nuvole però sono roventi e ti trovi in una situazione tipo Saigon e prima ancora che la salita si faccia erta ti ritrovi ad aver sudato il sudabile a 1800 mt di altezza. Quando arriviamo al bivio tra vetta e rifugio, circa due ore di salita dopo, più un ora di camminata dalla macchina all'attacco della salita, io mi sono arresa, oggi dalla vetta non si vede nulla, vado al rifugio; il 3/4 invece non demorde, andrà in vetta, le nuvole in effetti corrono e a tratti si aprono per poi richiudersi velocemente. Al rifugio trovo tutta gente che annoderebbe volentieri gli esperti meteo, una coppia che ha provato per due volte a salire e che alla fine si è data per vinta e diverse persone che come me hanno dirottato sul rifugio
che si pente per 5 minuti di non aver proseguito verso l'alto,
che dopo altri 5 minuti si congratula per aver scelto di rinunciare
Campanile di Focobon dal Mulaz |
le definitive nuvole in arrivo |
Dopo quasi due ore il 3/4 scende dal monte con le pive nel sacco, durante la salita qualche squarcio di sereno gli ha permesso una parziale vista panoramica, ma l'attesa in cima non l'ha ripagato, solo nuvole e nebbia. Paninozzo e birrozza e poi, salutati i nuovi gestori del rifugio, iniziamo la discesa, perché lo spacciatore personale di informazioni meteo del gestore ha dato possibile pioggia dalle quattro. Stiamo per terminare il pezzetto più impegnativo della discesa, che è come sempre bagnaticcio e munito di corda fissa, quando il 3/4 dice "ora può anche piovere", erano le quattro e il meteorologo personale del gestore del rifugio non aveva partecipato al festino psichedelico degli altri e così è piovuto, niente tuoni e fulmini, per fortuna, ma pareva Irlanda
montanarina zuppa ai primi raggi di sole |
e avevamo ancora un'ora e mezza di discesa sui sassi che, bagnati, non sono mai simpatici, prima di arrivare ai prati
Finalmente ha smesso, per ora |
Cavallazza, a sinistra, dai pascoli alti della Val Venegia |
restano solo le vacche ed i malgari, cucina chiusa :( |
ma non chiamatelo Nebbia si offende |
E' che io, anche a mettercela tutta, non riesco ad immaginare due ore di salita, più un'ora in piano.
RispondiEliminaCerto il panorama sarà mozzafiato ma io, a parte l'ossigeno che mi sarebbe necessario per lo sforzo e per la mancanza di respiro, una volta su (sempre se riesco ad arrivarci) passerei il tempo a pensare come fare la discesa, considerando le due opzioni: subito di sedere o aspettare il passo falso e farla come viene... di pancia, sedere o come capita :(
Capisci che con tutte queste premesse ho già dimenticato di ammirare il panorama.
La "montanarina zuppa" è troppo bellina da vedere.
Beh ci vuole allenamento certo :-D
EliminaAlla montanarina zuppa manca il fazzoletto in testa, legato dietro i capelli.
RispondiEliminaOra che ci penso c'è una foto di me col fazzoletto in testa al rifugio Mulaz che risale al 1982
Eliminaperò la montanarina zuppa gocciola di tranquillità da tutti i pori, ciò mi consola per il suo futuro di montanarina asciutta. Buon riposo.
RispondiElimina:-) grazie
Eliminaanche io convinto che in un'altra vita dovevi essere stata heidi :D
RispondiEliminaA farmi ciao però c'erano : pecore, vacche e marmotte :-)
EliminaComplimenti, da ex appassionato di escursioni in montagna ti invidio ...
RispondiEliminaMa scusa le vertigini allora sono comparse tardivamente?
EliminaEvviva, ho visto la faccia dell'Amanda! Ci voleva la gita fantozziana per farti pubblicare una tua foto. Ora non mi resta che vederla di persona :-)
RispondiEliminaoh ma io c'ero già stata in foto!
EliminaComunque sì, non ci resta che vederci di persona :)
Bella la montagna... sempre e comunque! Ciao!
RispondiEliminaFantastico!Come per la traduttrice, anche nel mio caso è la prima volta che vedo il tuo faccino.
RispondiEliminaVabbè, ti sei goduta il rifugio. Mi taccio ché in queste circostanze l'umorismo dura poco...
ah ma tu sei giustificata perché mi segui relativamente da poco tempo, è la "traduttora" che è smemorata e si dimenticava dei post precedenti e del vecchio blog in cui ero già comparsa
EliminaBella tu :)
RispondiEliminaBellissimo post e ottime foto complimenti
RispondiEliminaMaurizio
Grazie :)
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