Al lago

Ebbene sì, confesso, ci ho provato, mi sono cimentata nel concorso  di scrittura che D, il settimanale de "La Repubblica" aveva bandito in occasione dei suoi 20 anni. Fondamentalmente la cosa funzionava così: Baricco - sì il Baricco di persona personalmente - scrisse l'inizio di un racconto che era primavera, lo trovate qui, e bisognava disegnarne la fine tenendo conto di due piccoli particolari: lui si era tenuto largo, raccontando un pomeriggio della vita di un padre e di un figlio, e tu, in un numero predeterminato di battute dovevi raccontare i successivi 20 anni. L'avventura si è conclusa il 22 dicembre su D, hanno partecipato 873 racconti, ne sono stati selezionati 10  che sono stati pubblicati, ed ora affido, ai miei soliti affezionati lettori, il mio. 
Ringrazio il Giardi che mi fece da prezioso editor e Sandra e Suara che lo lessero in anteprima per un primo parere (anche se due, più di parte di così, non si trovano, quindi erano poco attendibili: giocavo sporco sapendo di farlo)


Anna Ådén



"Dove siete?" Mi sento dire.
Poi un tonfo, forse, mio figlio che grida.
Calore poi gelo, panico, un lusso che non posso permettermi.
Urlo il nome di mio figlio, mentre prego un dio, con cui non scambio confidenze da anni, che la comunicazione non cada, che mi stia sentendo, che suo padre me lo riporti subito, che la porta si apra, che tutto sia un incubo, che ci sia una spiegazione banale. Piange, è vivo, per quanto finga una calma che non mi appartiene, non riesco a fargli dire nulla che mi illumini, mi ripete solo "mamma vieni" come un mantra.
Gli chiedo di suo padre lui trema, lo sento, tremo.
Non posso chiudere la comunicazione e lasciarlo solo, ma devo chiedere aiuto, esco sul pianerottolo, sempre parlandogli con tono calmo, il cuore fuori sincrono col ritmo della voce, busso alla vicina, le scrivo su un pezzo di carta cosa sta succedendo, gli dico: "amore ti passo Elena, mi preparo, vengo a prenderti". 
Lei mi indica il telefono di casa e intrattiene mio figlio mentre io chiamo il 118, spiego del lago, del tonfo.
Dopo un’ora il filo si spezza è terminata la sua batteria, quella che alimenta la mia angoscia invece è carica.
Lo troviamo intirizzito e muto che è mattina, di suo padre nessuna traccia.
Ha i pugni chiusi, è rannicchiato, mi appare così sconosciuto eppure profondamente mio come nella prima ecografia.
Il suo sguardo è una condanna: lo abbiamo abbandonato entrambi.
Per giorni scandagliano il lago. La nostra vita si trasforma in tragedia da talkshow del pomeriggio, gli amici a fare da scudo tra noi e la morbosità del mondo.
Eppure il lago non restituisce nulla e non è grande.
Occuparmi di mio figlio dà un ordine alle mie angosce, anche il dolore ha delle priorità: non posso lasciare che ciò che ha vissuto quella notte lo mandi in frantumi. Quando la sera inizio ad attraversare il campo minato dei perché, non vinco mai la partita: comunque abbia perso mio marito, sono persa.
Dopo qualche mese mentre ci prepariamo per la notte, mio figlio mi dice: "Torna?"
Ci guardiamo,uno sguardo che ci strappa una confessione: entrambi non ci crediamo più. L’abbraccio e le lacrime comuni di quella notte, che suggellano la certezza della perdita, sono la svolta.
Ci siamo dati forme e tempo per una nuova vita, da allora. Il bambino è un uomo, il buco nel suo passato divide le nostre vite in un prima e un dopo. Mi ha regalato il viaggio per il compleanno, l’ho raggiunto. È l’uomo torcia in un parco tematico in Texas, talora anche qui, ma solo quando le notti si abbracciano

Commenti

  1. Mi ricordi quando lessi la parte di Baricco, il tuo seguito è perfetto! Sono di parte? Non so. Sai scrivere? Decisamente.

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  2. Detesto i concorsi così, mi piace sentirmi libero quando scrivo, ma, devo ammettere, sei riuscita a creare qualcosa che sta in piedi e si legge. Spero tu sia tra i 10 :)

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    1. eh no Alli, se ho potuto postare è proprio perché il concorso si è concluso e non sono tra i dieci,ma su 873 partecipanti sarebbe stato proprio un sogno arrivare tra i primi 10

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  3. Il seguito è bellissimo e non sfigura dopo Baricco. Ci sei anche tu fra i 10? Non lasciarci nel dubbio 😉

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    1. Grazie, no i primi 10 li trovi su D di questa settimana

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  4. Scrivi benissimo, la tua scrittura è così personale e insieme così coinvolgente.
    Non l'ho mai pensato di Baricco.
    Meriti pienamente di essere tra i primi 10.
    Un abbraccio

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    1. boh chissà se c'è un 11esimo o un 60esimo, magari sto lì, o magari sono arrivata 873esima in fondo anche "voglio una vita spericolata" arrivò penultima a San Remo :D

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  5. è un racconto da teneri in caldo per una prossima volta... non si sa mai Joyce fu rifiutato da ben 22 case editrici!!!

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    1. ok Giardi, riscriviamo insieme l'inizio e poi lo spediamo altre 21 volte ;)

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  6. bello il finale, ma a questo punto vorrei leggere anche l'iniziale :)

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  7. Baricco, secondo me, legge solo se stesso.

    Polemichina postnatalizia a parte
    il tuo racconto è molto bello!

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    1. In verità ti dico che ho smesso di leggerlo da "Seta" e che anche Seta mi era stato prestato e che mi sembrò una grande presa per i fondelli del lettore quel libro.

      Questa potrebbe sembrare la vendetta del perdente ma la verità che lo adoro come narratore, come racconta l'opera lui nessuno mai e "l'amor è un dardo" e "Pickwick" restano, a mio giudizio, tra le più belle trasmissioni RAI

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  8. Ci avevo fatto un pensiero, a quel concorso...

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  9. un racconto che sembra un triller, ma con una fine felice

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  10. Eh, be', ma la prima parte dovevano farla più corta della prima, volevo leggere più di te e meno di Baricco! Brava Amanda, bellissimo il finale.
    Ah, e tantissimi auguri di buon anno!

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    1. oh Silvietta, aveva lì quella due paginette sepolte chissà dove e lasciate a morire perché a volte si vede che non c'è respiro in una storia e allora si è detto:"vediamo che ci avrebbe tirato fuori qualcun altro" . Buon anno anche a te e Mr K

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  11. Che brava!
    Te lo dico di getto perché è quello che penso:)
    z

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    1. detto da te che ricami con le parole il complimento vale doppio

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  12. Posso essere sincera senza essere tacciata di piaggeria? A me Baricco mi annoia, e anche in questo "principio"...uffa!!
    Amanda bravissima,avvincente e coinvolgente.....super!!
    (lo so a me mi, non si dice, ma era rafforzativo)

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  13. Rocky sostiene di avere prove certe che il concorso era truccato...e io dico che ha ragione! Bravissima comunque Amanda

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  14. Mi sento a mio agio in questo club degli antiBaricco. Povero! A dirla tutta, ho letto solo Novecento ma, come persona, non si pone in modo troppo simpatico.
    Ho sentito leggere alla radio due racconti arrivati tra i primi 10. Il tuo non avrebbe sfigurato, anzi. Brava! Comunque, grazie a Baricco, abbiamo potuto leggere un'altra delle tue belle prove di scrittura. Complimenti Amanda.

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    1. i complimenti di una lettrice compulsiva sono graditissimi ;)

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