Night club

Franco Matticchio



Night clu, la b era caduta da tempi immemorabili, più o meno da quando erano spirati i locali come quello, che all'inizio degli anni settanta del secolo passato, avevano pensato di patinare di novità le vecchie balere. Solo che il liscio, con la stampella del latino americano, andava ancora alla grande, mentre i locali fumosi, dichiaratamente nati per "l'acchiappo" , in cui l'italiano del boom sfoggiava il suo tentativo di ascesa sociale, erano durati il tempo di un ballo della mattonella, defunto anch'esso insieme al profumo di appretto, d'acqua di colonia e di dopobarba muschiati che col passare delle ore, e il calore dell'estate, lasciavano il posto agli afrori sprigionati dal ballo e dagli ormoni.
Da anni la vedeva quell'insegna monca, una di quelle oscene al neon, sul tetto piatto di quel residence lagunare, sulle rive del canale lungo la strada per il mare.
E chissà perché aveva deciso che sarebbero andati proprio lì per il loro primo incontro. Era infatti un posto di uno squallore deprimente.
Sentiva che stavano insieme , per mano, al culmine di quella U, bastava lasciarsi trascinare giù, come su uno scivolo , al termine del quale la risalita poteva essere la discesa per l'abisso o il trampolino verso il cielo, e voleva tenere i piedi a terra, optando più per la prima, che per la seconda ipotesi, anche se non era più disposta a negarselo quel giro sullo scivolo, la cui attesa pareva ormai una donna a termine di gravidanza, i piedi gonfi, l'addome teso, l'incedere di un pachiderma, ma troppo a lungo era durata, tanto da non saper morire di morte naturale, richiedeva che loro la giustiziassero consentendole quanto meno un pietoso colpo di grazia.
Arrivarono all'appuntamento in quel tardo pomeriggio di fine estate ognuno per proprio conto. Loro e il portiere, seguendo un copione standardizzato in quel tipo di residence, tennero gli occhi bassi durante la registrazione, salirono alla stanza e l'urgenza covata da troppo tempo li rese cannibali voraci, lui si saziò di lei acceso come un cerino in una notte di vento, lei lo accolse in sè che stava già quasi smettendo di ardere, ma quell'impellenza era proprietà comune in quel momento, una rivendicazione di appartenenza. Ritrovarono il ritmo del respiro, poi finalmente si guardarono negli occhi e ridendo lui le porse la mano e le disse:" piacere , questo è il mio nome, ma lei forse già lo conosce , questo è il numero degli anni che ho trascorso sulla terra prima di conoscerla di cui sono felice di averle raccontato fino ad oggi, questo è il corpo che indegnamente si è presentato a lei, vuole ora dunque esplorarmi e permettergli di farsi perdonare?". Lei ricambiò il sorriso, si presentò a sua volta ed iniziò a navigare su quel corpo su cui da tanto tempo immaginava rotte. Le finestre spalancate da cui penetrava la gelida aria salmastra dell'autunno imminente lasciavano penetrare il brillio di stelle e pianeti che guidavano la via. All'alba, esausti, il viaggio giunse a termine, uscirono, passeggiarono per la spiaggia , si scambiarono conchiglie, poi si salutarono.

Commenti

  1. Dovresti scrivere un libro di racconti, dovresti proprio farlo e io vorrei essere la prima ad acquistarlo.

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    1. Quanto meno dopo il tuo regalato, un mio "libro"dovrebbe essere regalato e dedicato. Facciamo cosi:un giorno ti stampo i racconti, li rilego con la spirale e te li spedisco con dedica, può andare?

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    2. no che non puo' andare, li leggerei solo io e invece dovrebbe essere un libro reperibile in libreria.... uno vero insomma!

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    3. Ma Sandrina, che editore vuoi che mi si pigli a me!😂

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  2. Lo metterei incima alla lista
    però è quello che mi dico ogni volta che leggo un tuo racconto
    quindi sono sempre indeciso.
    Per favore non smettere di indecidermi.

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  3. Surreale, onirico, un piacere per gli occhi e la mente ...

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  4. Bello, bello, bello....ecco io non le trovo le parole per dirti quanto mi é piaciuto.

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  5. E dire che di solito non amo i racconti brevi, preferisco navigare nel mare di un romanzo, possibilmente ampio come un oceano. Eppure un tuo bicchiere d'acqua fresca da soddisfazioni insperate. Sorgente cristallina la tua.

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  6. Si scambiarono conchiglie: meraviglioso!

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  7. Gli appuntamenti di fine estate sono sempre i migliori... bellissimo pezzo.

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  8. Ma poi si incontrarono di nuovo? E lei cosa ne fece di quelle conchiglie?

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  9. sei proprio brava e dovresti scrivere

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