varie ed eventuali tra mari e monti

Punta d'Istria da Eraclea
Panorami da cataratta dal Cauriol

  • a volte si vede più lontano a livello del mare che sopra una montagna a 2400 metri
  • se penso alla campagna penso a quella vera sulla strada che porta al  mare a me prossimo, una volta era "formenton" (mais) a perdita d'occhio, dalla laguna ai monti , oggi oltre alla soia, "grazie" ai cambiamenti climatici hanno fatto la loro comparsa anche i girasoli.
  • Perché la gente corre e a volta si ammazza su quel nastro grigio proteso tra l'acqua, i campi, i monti, il cielo? Perché non gode di tanta bellezza? Potessi andarci al rallentatore, al tramonto, quando torno ritemprata dal mare, osservando il volo dei trampolieri e quelli delle anatre, il canneto oltre il quale le acque placide verdeazzurro della laguna lasciano il posto ai i campi di ortaggi e nei giorni in cui il cielo non è orzata, sulla destra il sipario si alza su un fondale inesauribile di vette violette dietro le quali il sole va a dormire
  • Il caldo ABNORME di questi giorni è un'esperienza totalizzante, riempie i discorsi della gente, i programmi della gente, ruba il sonno, la fame, genera battute, barzellette, prostra, ottenebra, attanaglia
  • In una di queste giornate, tentiamo di fuggire all'afa salendo sul Cauriol. Fino a 2100 mt sudo il sudabile, finisco i due litri di acqua che mi sono portata nello zaino, perché non mi si trovi mummificata stile Ötzi e dal ruscello (per fortuna nonostante l'assenza di neve dello scorso inverno e le scarse piogge il rifornimento è assicurato) me ne sparo altri due litri. Dai 2100 ai 2400 invece mi sembra di stare sotto ad un casco da parrucchiera anni 60. Il vento, che gradevolmente mi asciuga è però caldo, in realtà è una di quelle rare volte in cui lo zaino contenente gli strati multipli del montanaro vecchio stile è un'inutile zavorra: partii in mezze maniche e tornai in mezze maniche
  • Sei lì che sali a passo di lumaca anziana e che era una bradipa  in una vita precedente, quando ti trovi in mezzo alle trincee del 1916 e ti viene immediatamente in mente una scena da "la sottile linea rossa" i ragazzi a valle devono salire sotto il fuoco nemico, carne da cannone esposta, nessun riparo possibile, non resta che fare incetta di pietre, quelle su per una pietraia erta proprio non fanno difetto, e costruire nottetempo quei muretti a secco dietro ai quali trovare riparo di giorno, morire a grappolo perché alcuni guadagnino pochi metri dai quali ripartire la notte successiva. Che inutile idiozia la guerra

Commenti

  1. La cosa più inutile, stupida, imbecille, degradante, iniqua, indegna la guerra. E noi siamo sempre stati bravo nel farcela. Che idioti gli uomini.

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  2. Fra il serio e il faceto (notevole l'articolata definizione di lumaca!) una collana di perle rinfrescanti.

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  3. Un bel caleidoscopio di immagini e impressioni.

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  4. Lo sai che mi piacciono tanto i tuoi post Varie ed eventuali, vero?!

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