Incipit: Exit West






In una città traboccante di rifugiati ma ancora perlopiù in pace,o almeno non del tutto in guerra, un giovane uomo incontrò una giovane donna in un'aula scolastica e non le parlò. Per molti giorni. Lui si chiamava Saeed e lei si chiamava Nadia, e lui aveva la barba folta, una barba mantenuta deliberatamente corta, e lei era sempre avvolta dalla punta dei piedi alla fissa giugulare in una fluente tunica nera. All'epoca la gente poteva ancora permettersi, in fatto di abbigliamento e pettinature, il lusso di conciarsi più o meno come le pareva, entro certi limiti ovviamente, perciò quelle scelte avevano un significato.


Mohsin Hamid. Exit West. Einaudi. Traduzione Norman Gobetti


Questa è la storia di due ragazzi, come tanti, che nascono in un Paese sull'orlo di un abisso, come tanti. Conoscono la guerra, come tanti, e decidono di scappare, come tanti. Questo libro  invece è diverso da tanti: è un romanzo distopico e non amo la distopia, lo sapete, ma non ne sfrutta il lato catastrofico, la usa come una porta. In effetti questo libro parla di porte, approcci e approdi a mondi sconosciuti eppure così familiari, parla di uomini e donne e passioni e sentimenti, di vita che è un divenire e una trasformazione che ci cambia e che proviamo a cambiare. Parla di sentimenti che mutano qui, come aldilà della porta. Perché è così che siamo noi umani: mutevoli, diversi eppure così simili. Ho due parole per definire questo libro: struggente, sorprendente

Commenti

  1. Un libro da leggere e diffondere, in modo militante, visti i tempi duri ...

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  2. Che fortunati che siamo stasera a leggere di porte aperte
    ora che non si fa altro che chiuderle per tener fuori chi fuori sta
    ma anche per non far uscire chi è dentro.
    In questa frazione di tempo in cui una politica cialtrona mi fa sentire
    clandestino, ben venga un libro che,
    anche se lo leggeranno quelli convinti che le porte hanno da stare aperte,
    po' esse che a qualcosa serva lo stesso. Bonanotte.

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  3. Adesso sono in un posto privo assolutamente di librerie (in barca) ma appena ritorno a Milano lo cerco.

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  4. Sento di non poterne fare a meno...
    Grazie!

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  5. Segno, ho un’intera libreria da leggere, non mi basta più una vita

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