La collezionista


G. Klimt il Bacio






C'era una volta una collezionista di baci.
Era da anni che raccoglieva rarità per la sua collezione, aveva baci di mamma e di papà, baci di nonni, baci di fratelli, baci di amiche del cuore e baci di amici comuni, baci di zii e baci di cugini, baci di morosi e perfino quelli di un paio di amanti, ma i baci a cui teneva di più erano quelli raccolti in decenni dallo stesso unico uomo.
La collezionista era una tipa precisa, li teneva tutti in uno speciale archivio, tutti ben etichettati e catalogati. Non mi chiedete come era cominciata la collezione; come iniziano di solito?
Per emulazione?  Non era il suo caso, ditemi in tutta onestà, quanti collezionisti di baci conoscete?
Gente che bacia ce n'è molta, grazie al cielo, ma quanti li mettono da parte con reverenziale cura? Io per esempio non ho mai incontrato gente così.
Per avere un hobby, come chi colleziona francobolli o farfalle? Ma già invitare qualcuno a vedere la propria collezione di farfalle può essere frainteso, figuriamoci l'imbarazzo di invitare qualcuno ad ammirare la propria collezione di baci.
Insomma, vi confesso che più di una volta ho pensato di chiederglielo come ebbe inizio quell'opera mastodontica, ma poi non ho mai avuto il coraggio.
Tanto più che collezionare baci non è come collezionare figurine: celo, celo, manca; ché se ti capita un doppione con chi è che fai cambio? vi parebbe  bello o finanche opportuno?
Quello che invece so con certezza è perché lo facesse, perché quello, ammetto, sentii l'urgenza di domandarglielo.
Mi rispose che nelle gelide giornate di fine autunno, quelle giornate in cui la luce del sole si percepisce appena 45 minuti prima del mezzodì e si smorza, 38 minuti dopo le 13, in un inchiostro gelido che si appiccica ai capelli ed all'anima mordendo le ossa, lei varca la porta del suo archivio, sceglie con la massima cura: per esempio un bacio dicembre 1980 (che annata ragazzi, dico a voi che eravate già in grado di baciare e che potete capire, ma anche a voi che succhiavate ancora il latte ristoratore dai seni di vostra madre) lo stappa e lo assapora con tutta la dovuta reverenza che si deve ad un pezzo unico.
Una vera collezionista sa che c'è un limite oltre il quale non si potrebbe più rigustare con la stessa intensità.
Nulla scalda il cuore come il giusto bacio gustato al momento giusto con piena consapevolezza

Commenti

  1. Ne conosco 2
    Alfredo di "Nuovo cinema Paradiso"

    https://draft.blogger.com/blogger.g?blogID=7635086413118959027#editor/target=post;postID=8913246787400153738;onPublishedMenu=allposts;onClosedMenu=allposts;postNum=75;src=postname

    E qualcuno che colleziona l'odore delle ascelle lo conosci? Te sè matta, brava ma matta.



    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì matta, io non ho una collezione di odore di ascelle ma dopo anni di bus, treni e ambulatori, salite in montagna, direi che sono una discreta intendotrice

      Elimina
  2. Ah, ah, ah, bella quella degli odori delle acelle, ma bellissimo il racconto dei baci, della collezzionista di baci. A tratti ho pensato a quei narratori (e narratrici, ovvio), del Sudamerica, tra sensualità e magia. Altro che i baci perugina, con quelle frasi banali ... che, tra l'altro, boicotto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me, causa allergia alle nocciole i Baci sono vietati, ma i bigliettini, per quelli facevo follie

      Elimina
  3. Certo che stappare un bacio d'annata, di quelle buone, deve essere una bella goduria.

    RispondiElimina
  4. Proprio vero! Un bacio d 'annata è la panacea di tutti i Mali. Anzi no:ogni bacio

    RispondiElimina
  5. Mi hai fatto venire nostalgia per certi baci

    RispondiElimina
  6. Il mio primo fu con la Pia che dopo dieci minuti era già a confessarsi

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari