Preghiera ad un amico
Simone Rea |
Orecchio: nido del suono, culla della parola, palestra dei funamboli e degli alpinisti; organo fondante della comunicazione della maggior parte degli umani, luogo dell'ascolto e della creazione della musica. Orecchio: strumento a percussione tamburo e anche xilofono. Albero di trasmissione ben oleato. Canone inverso: violini al piano terra e tamburi in soffitta. Orecchio: segreti bisbigliati, odi urlati. Orecchio: confessore che raccogli la voce dell'infinitamente piccolo; cassa di risonanza che esalta l'infinitamente grande. Sentinella del pericolo. Orecchio che calmi il neonato che piange con ninna nanna di madre. Che dai voce al silenzio, che non ci lasci anime uniche nel mondo. Che permetti l'emozione dell'unisono di un coro sia per chi canta che per chi ascolta. Orecchio che ci fai camminare dritti per il mondo, che ci fai piacere le giostre, i tornanti in movimento, le altalene, che ci permetti di guardare orizzonti lontani dalla cima di un monte godendone senza la paura del precipizio. Orecchio non tradirci: continua a regalarci tutta la bellezza di cui ci hai sempre fatto dono, accompagnaci in vecchiaia, facci comprendere l'importanza di sostenerti come si fa per fratello occhio
Perbacco, lo rincorro ma sento che lo sto perdendo in compenso guadagno l'acufene che nel silenzio a volte urla.
RispondiEliminaMa è vero che chi ha orecchie grandi vive a lungo? (E qui si torna agli elefanti della nostra amica).
O bella questa della vita un tanto al chilo d'orecchio non l'avevo mai sentita
EliminaMa che bella! La trasmetterò alle mie orecchie che tengo spesso tappate...
RispondiEliminaPovere prigioniere
EliminaE se lo dice un'esperta come te... Bella quest'ode (sic!) al preziosissimo amico orecchio, brava :)
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