Giulia e il lupo

 



Kala_illustrations 




Giulia è nonna ed è bambina. La nonna si è persa nel bosco. Il bosco è buio, fitto. Forse qualcuno la cerca, ma chi sta cercando, cerca una nonna e non la trova. Giulia bambina è luce, favole da ascoltare e forse da raccontare. A chi racconta Giulia le sue favole? Chi le racconta a lei? Nel bosco nero e buio, Giulia ha incontrato un piccolo lupo, quel lupo non fa paura né a Giulia nonna, né a Giulia bambina, sentono di potersi fidare, il lupo sembra illuminare il sentiero dietro di sé in modo che Giulia lo possa seguire. Poi Giulia nonna sembra affaticata, il fiato è un po' corto, il lupo intuendo si siede e Giulia si siede con lui. Per vincere l'ansia di trovarsi nel bosco gli racconta la storia del cappello con le orecchie d'asino. "Quando ero bambina" inizia Giulia, poi ride e pensa "Ma io sono ancora bambina!" Il lupo in risposta socchiuse gli occhi, pare condividere il suo sorriso, il suo pensiero. Riprende incoraggiata dal lupetto: " Un giorno a scuola mi sono distratta a guardare fuori dalla finestra. La scuola è iniziata da poco, è una calda giornata d'autunno. Una di quelle giornate che si travestono da primavera per luce e tepore, ma poi i colori le smascherano . Mi sono persa a osservare la danza di due foglie: sembra un valzer, ruotano e scendono quasi abbracciate, poi arriva un po' di brezza e le sospinge in alto. La voce della maestra si allontana più veloce delle foglie è ormai un brusio di fondo. Ad un certo punto le due ballerine escono dalla mia visuale, sono oltre le vetrate della classe. Non resisto devo sapere dove  termineranno il ballo, allora mi alzo, mi avvicinò alla finestra, mi sporgo sulla punta dei piedi. Indosso delle calzine bianche e delle scarpe di vernice nera che splendono - la mamma ci tiene che mi presenti bene a scuola- anche se poi, le scarpe della domenica mi impediscono di giocare con le altre bimbe nel cortile della scuola perché mi ha tanto raccomandato di non rovinarle. Allungo il collo, rivedo le foglie e sorrido: stanno ancora danzando. È tanta  la mia felicità che mi giro verso la classe e lo esclamo: ballano! La maestra non è contenta, ha le labbra strette strette che hanno sempre i grandi quando sono arrabbiati. I compagni sghignazzano. La maestra mi spedisce dietro la lavagna e mi mette il cappello con le orecchie d'asino. Io dovrei essere triste, non è bello fare arrabbiare la Signora maestra". Lupetto china il capo, forse condivide il castigo della maestra, forse è triste per Giulia dietro quella lavagna. "Ma io ho sempre amato quel cappello  con le orecchie, mi sembra quello delle fate e poi i somarelli mi sono sempre stati simpatici. Quindi dietro la lavagna mi trasformò in fata Ciucchina, la fata che fa ballare le foglie con una bacchetta magica luminosa". Poco mi importa se dovrò passare la ricreazione in classe per scrivere cento volte 'oggi sono stata distratta in classe' , tanto per colpa delle scarpe della domenica non avrei giocato lo stesso. Lupetto socchiude nuovamente gli occhi. Si accoccola accanto a Giulia e insieme si addormentano. Quando si sveglia non lo trova più , si guarda stranita le mani, sembrano quelle di una vecchia, poi pensa che sarà stata una magia della fata Ciucchina. Passa un'infermiera, la sistema nel letto e sorridendo le dice "Sogni agitati questa notte Signora Giulia". Giulia ride: chi chiamerebbe Signora una bambina?





Commenti

  1. Un colpo al cuore questa narrazione nella narrazione nella narrazione.. ;)

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    1. Ho visto la bellissima illustrazione di Kala e la penna è partita

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  2. Ecco, questi son quelli che mi piacciono. Ciao, ne ho perso uno ma l'ho letto.

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