Chiaroscuri
Kala_illustrations |
Marta ha 55 anni e anche il suo corpo. Se solo si amasse, Marta non avrebbe paura dei suoi capelli bianchi, dei fianchi pieni, dell'incarnato più spento, delle rughe che ricordano che quel viso ha riso e ha pianto, soprattutto negli ultimi anni quando il suo matrimonio è morto di morte naturale all'età di 28 anni, si è spento nel sonno di entrambi. A nulla è valso ogni tentativo di rianinarlo. Marta ha pianto e si è disperata più per il senso di fallimento di quel progetto comune di vita che per il fatto che suo marito avesse, alla fine, preso per entrambi la decisione di staccare la spina a quel malato terminale. Piange pensando alla solitudine che contraddistinguerà gli anni a venire.Idowu ha 32 anni, ha lasciato l'Africa non inseguito da una guerra o dalla fame vera, piuttosto per il sogno di poter fare quel lavoro da ingegnere per cui la sua famiglia, con molti sacrifici, lo ha fatto studiare. L'altra sponda del Mediterraneo non è stata più generosa di madre Africa e ora Idowu sta spegnendo i suoi sogni a uno a uno come le candeline su una torta di compleanno. Divide un sudicio appartamento alla periferia di una grande città con ragazzi anche più giovani di lui. Lavora come bracciante agricolo, la sua laurea lì sembra avere ancor meno valore che a casa e appaiono sovraumani i suoi sforzi per non soccombere all'immagine preconfezionata che la gente di qui ha di chi, come lui, ha provato a perseguire la propria felicità . Nel poco tempo libero frequenta la biblioteca. Appena l'agognato permesso di soggiorno glielo ha concesso ha preso la tessera: vuole leggere molto per migliorare la conoscenza della lingua. La padronanza del linguaggio è l'unica arma che conosce perché le sue competenze vengano prese in considerazione, vuole sostenere gli esami per l'equipollenza del suo titolo di studio. Un giorno mentre studia in biblioteca la stanchezza ha il sopravvento. Marta leva lo sguardo dal libro che sta leggendo, la sala di lettura della biblioteca è il ventre caldo che dissolve le sue ansie, sta imparando ad accettarsi così com'è. Mette in fila i pro e i contro e sta iniziando ad assolversi a fine processo dopo che per anni ha indossato i panni del pubblico ministero. C'è quel giovane uomo che osserva da mesi: lo vede arrivare stanco, immagina da un duro lavoro, ma che non molla, studia con caparbietà. Lo ha visto consultare testi tecnici ma anche libri di narrativa, ha notato che nel tempo i libri per ragazzi sono stati sostituiti dai classici. Lo ammira immediatamente, la sua forza, la sua determinazione a migliorare sono ciò che lei ha abbandonato da tempo per se stessa. Presa da un impulso si alza scende alla macchinetta prende un caffè e lo lascia accanto a Idowu che si risveglia al profumo del caffè proprio mentre Marta si allontana. Così appena lei ritorna alla sua postazione rivolta verso di lui, Idowu leva il bicchierino quasi fosse un calice e mentre il viso di lui si illumina di un enorme sorriso, quello di lei si imporpora. Ma è come se si fosse spalancato un vaso di Pandora. Le loro due solitudini sono inesorabilmente attratte come catodo e anodo. Sembra che da sempre, al di là delle differenze di età e di cultura, sappiano entrambi che il bene dell'altro sarà in grado di ricostituire quello abbandonato per loro stessi. L'amicizia che prima abita solo quella sala lettura e che si ciba di pagine lette e condivise e della curiosità di conoscere di più l'uno della storia dell'altra, a poco a poco si trasforma in un amore che non accetta di nascondersi agli occhi del mondo, che ignora le critiche e le male lingue, che conforta e risana, che fortifica e accoglie, che aiuta a guardare lontano, come solo l'amore sa fare.
Alla faccia delle palesi complicazioni, il racconto è conciso, chiaro, mette a nudo necessità e desideri, impellenze e attenzioni, gesti d'affetto e progetti di vita, accosta esistenze che esigono vita.
RispondiEliminaAlla faccia delle palesi complicazioni, l'amore, a volte, ce lo servono col tè e i biscottini.
E noi come le anziane signore ce lo sorbiamo con gusto 😉
EliminaMa sta cosa (bella) pare tanto storia vera.
RispondiEliminaO no!?
E speriamo che da qualche parte vada anche così 😊
Eliminasai cosa mi hai fatto venire in mente… la voglia di relazione sempre più forte che abbiamo in questo periodo così terribile, voglia di nuovi incontri, di macchinette del caffè, di sguardi e di risate senza dover pensare ad altro.
RispondiEliminaGià mancano terribilmente
EliminaMammamia che finale di verbi! Quella sequenza liberatoria è già un racconto di suo: conforta risana fortifica accoglie aiuta...
RispondiEliminaSono rimasto indietro nelle letture Amandane, ma recupero, recupero.
RispondiEliminaQuello qua stanno 😁😁
Elimina