La sposa del mare

 

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Quando suo padre, che da sempre viveva sul mare e del mare, la strinse per la prima volta tra le braccia comprese di essere già inequivocabilmente innamorato di quel piccolo essere e che il suo nome sarebbe stato Ondina; la madre, stremata dopo le fatiche del parto, sorrise di quella decisione repentina che creava una frattura con le generazioni precedenti che avevano chiamato i primogeniti col nome di uno dei nonni. Nel suo primo ricordo Ondina passeggia sulla spiaggia in primavera. La sabbia è fredda e bagnata  sotto i suoi piedi bambini. Un adulto, forse il nonno, la tiene per mano, il letto di madreperle di ogni dimensione punge le piante delicate, ma è tale la sua passione per le conchiglie che di quel dolore la piccola non si cura. Raccoglie, seleziona, confabula con il vecchio e poi mostra orgogliosa il bottino una volta rientrata a casa. Frugando nella memoria, riaffiora un ricordo ancora più remoto: un canto di donna, probabilmente la madre, anzi sicuramente lei, perché il mare e il vento la cullano mentre la allatta in riva al mare un giorno in cui l'estate sta cedendo all'autunno, la risacca e il canto di sua madre la spingono ad abbandonarsi al sonno, ogni tanto ne riaffiora, non vuole cedere, vuole godere intensamente quel momento, si nutre di latte e aria di mare. Con sua nonna è sulla scogliera, l'ansia rende scuri gli occhi dell'anziana solitamente così chiari da sembrare trasparenti, Ondina cerca di intuire cosa cerchino fissando l'orizzonte tra le onde spaventose, sollevate da un vento il cui suono è quasi un boato. Le labbra di sua nonna seccante dal vento di burrasca oltre che dagli anni recitano una preghiera muta, ma ormai lei sa decifrarla "fa che tornino, fa che tornino" come una litania ". Gli uomini sono in mare da tre giorni, il mare è troppo grosso, Sa che si terranno lontani fino a che la tempesta non sarà cessata, ma non riesce  ad allontanarsi dalla scogliera. Il mare deve stare ad ascoltarla e farsene una ragione: li lascerà tornare anche questa volta. La vecchia e la bambina tornano a casa zuppe, è pronta una minestra calda, cenano in silenzio. Il giorno dopo la barca rientra in porto. Gli uomini hanno accolto la sua richiesta è notte ancora fonda quando Ondina, ormai adolescente, stivali e cerata, sale a bordo con loro. Il mare è una tavola, al largo calano le reti e quando le ritirano il sole accende  di mille riflessi l'acqua verso il porto. Aiuta a suddividere il pescato per tipo e dimensioni. Si ride ora a bordo e si improvvisa una merenda di pane e alici. Ondina si sente una di loro  "ha portato bene la ragazzina" dice qualcuno e tutti le battono ridendo sulle spalle. Arrivano in porto e dopo aver conferito il pescato accendono il fuoco e fanno la brace. Ondina ricorda ancora il sapore di quel pesce. Il nonno le insegna le costellazioni, i nodi, le vele, le lascia il timone sempre più spesso. Nulla la affascina come la vita di mare. Eppure non sono né le conchiglie, né le ninna nanne sulla riva, né le passeggiate con il nonno, né le preghiere mute di sua nonna, né le uscite a pesca con il padre a fare di Ondina ciò che è . Colei che cambierà per sempre la sua vita è una piccola donna di città, che in vacanza ama camminare per prati di montagna. La sfida che quella donna le lancia nasce dalla capacità di comunicare ai suoi alunni il pericolo che stanno correndo il mare e tutti i suoi abitanti sopra e soprattutto sotto l'acqua. Il declino di un equilibrio durato millenni, le conseguenze catastrofiche. Ondina quella notte ha incubi spaventosi. Il mattino dopo ne parla con l'insegnante: nel sogno una marea untuosa sommerge la costa, devasta il suo paese, porta con sé pesci dalle orbite vuote. Ondina chiede alla donna cosa può fare lei. L'insegnante le spiega che ha due modi. Non aggravare il problema e studiarlo per cercare di trovare delle soluzioni. Solo una profonda conoscenza del mare potrà forse indicare una via. Ondina ci crede e oltre a cambiare il suo stile di vita, diventa una esperta biologa marina e collabora a ricerche internazionali, investe la sua intera esistenza in questo. Non si cura di chi sostiene che ha sacrificato affetti e sentimenti agli studi e alla causa. Un giorno  parenti, amici e colleghi ricevono delle partecipazioni di nozze, chi sarà questo misterioso sposo che nessuno ha mai conosciuto? La cerimonia avrà una scenografia particolare, avverrà a bordo di una piccola, vecchia nave che sta per essere dismessa e che per anni è stata il cuore pulsante delle ricerche di Ondina. Una volta a bordo gli invitati, la nave salpa e quando giunge presso la barriera corallina fa il suo ingresso la sposa. Il lungo velo, l'espressione radiosa come si conviene al momento. Nessuno sposo però sembra attenderla. Lei recita le promesse: "in salute e malattia finché morte non ci separi". Tutti si guardano intorno stupiti poi il celebrante e la sposa scoppiano a ridere. Ondina si affretta a chiarire: " Temevate tutti per il mio futuro e la mia felicità, volevo festeggiare con voi il mio felice matrimonio con il mare". Fuori dall'oblò a qualcuno pare di vedere pesci e coralli applaudire agli sposi. Poi la festa ha inizio. 

Commenti

  1. Che bellissima storia. E ce ne sono di Ondine in giro!

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  2. Mi ha ricordato La leggenda del pianista sull'oceano per quel rapporto col mare superiore ad ogni altra relazione. Grazie sempre!

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  3. Un racconto di vita e passione che guarda con amore alla nostra terra. Come sempre brava Amanda.

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