Fuga dalla festa
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"Volare" era il tema della festa, Cheryl Bradford non aveva mai amato le feste a tema, ma Brenda Howard era per tutti , da oltre sette anni, la regina delle feste a tema, anzi la regina assoluta delle feste, così il party che avrebbe sancito l'addio definitivo tra Cheryl e Brenda, aveva un tema. Era stato scelto da Anthony Fante, il produttore, un Italo-americano di seconda generazione, letteralmente impazzito per la hit del momento che, sbarcata a Little Italy, ormai spopolava in tutti gli States. Cheryl aveva fatto buon viso a cattivo gioco e si era presentata alla serata con la sua "petite robe noir", passepartout di ogni occasione, scollata in modo discreto sulla schiena quel tanto da non apparire banale, un filo di perle al collo, le sue décolleté di velluto da tanguera, che facevano più Brenda che Cheryl, e quello stupido paio di ali rosse da libellula daltonica. Alla festa c'era chi si era dipinto mani e faccia di blu seguendo alla lettera il testo della canzone, angeli e farfalle come se piovesse, un paio di api e qualche lucciola. Cosa avesse accomunato per tutto quel tempo Brenda a Cheryl non era chiaro, un osservatore occasionale della serata avrebbe detto senza indugio la passione per i Martini, ma era un'idea effimera: Cheryl affidava a un unico cocktail per sera il coraggio di accendere il microfono e trasformarsi in altro da sé, Brenda invece scioglieva nei numerosi gin, sporcati di vermut il male di vivere che aveva fatto di lei un personaggio vincente per sette anni: un mix perfetto di insicurezza e arroganza. Il vero trait d'union tra le due era la voce di Cheryl, quella voce molto più famosa di lei, calda in un mondo di voci querule. Pareva in quegli anni che ogni donna americana, a qualsiasi età, dovesse, per una sorta di tacito contratto, acconciarsi i capelli come una meringa glassata di lacca e conservare l'estensione vocale di una adolescente imperituramente stupefatta delle cose della vita. La voce che Cheryl, attrice radiofonica del canale WGIV, prestava ogni sera a Brenda, invece saltava con caviglie robuste e allenate sul suo diaframma, faceva vibrare con potenza le corde vocali ispessite dall'uso costante e dal fumo, risalendo per la gola si colorava di note profonde e appena graffiate dal Martini, rimbalzava nel suo naso acquisendo sonorità. Per anni nessuno era rimasto indifferente a quella voce che aveva reso i capricci di Brenda Howard irresistibili agli autori, agli ascoltatori, ai marchi prestigiosi che si contendevano la sponsorizzazione dello sceneggiato radiofonico. Poi la stella della TV aveva ucciso la radio, gli sponsor si erano defilati e la produzione aveva deciso la chiusura dello sceneggiato. Come la timida Cheryl si fosse trasformata in Brenda tanti anni prima era presto detto. Alla high school, Cheryl aveva avuto un insegnante di lettere che le aveva trasmesso l'amore per la letteratura e il teatro. All'anziano Mr. Williams poco importava che i ragazzi avessero il fisico adatto a interpretare un determinato ruolo, la scelta dei protagonisti era dettata dal trasporto e dalle capacità di interpretarlo, così Cheryl, pur essendo un'adolescente come tante altre, dimostrava ogni volta di essere in grado di calarsi perfettamente nella parte e veniva scelta spesso. Si era illusa che così girasse il mondo e dopo essersi diplomata a pieni voti a una prestigiosa accademia d'arte aveva tentato il successo a Broadway. Ma non arrivava nemmeno al provino quando inviava il curriculum al casting con la foto annessa veniva scartata. Poiché era pragmatica si era riciclata nell'ambiente come segretaria di produzione e avrebbe trascorso il resto dei suoi giorni così se una sera mentre erai n corso il casting per la parte di Brenda non avesse dovuto suggerire un intero monologo all'aspirante protagonista. La sua voce risuonò nel buio della sala. Tutti i presenti concordarono: era lei Brenda e in fondo si trattava di un programma radiofonico. Gli anni passarono e si giunse alla sera della festa. Brenda in modo istrionico catalizzò su di sé l'attenzione di tutti i convitati. Brenda e Cheryl furono viste nel terrazzo dell'attico, chiaramente il conto dei Martini si era perso per entrambe, le videro discutere animatamente, Brenda accusava Cheryl di essere la sua rovina, "insignificante, ridicola, sciacquetta" furono le parole più gentili che le indirizzò. Poi le videro salire con piedi malfermi sul cornicione e guardare verso l'abisso, Cheryl cercava di convincere Brenda che per un personaggio del suo carisma si potevano aprire altre possibilità. Brenda la guardò con disprezzo, emise una sarcastica, sprezzante risata e si lasciò cadere nel vuoto. Qualcuno vide Cheryl Bradford rientrare tremante nel grande salone della festa, si scusò con i presenti, si tolse le ridicole ali, e uscì di scena. Per anni, ritornata alla sua vita comune, si domandò se avrebbe potuto dire o fare qualcosa quella famosa notte per evitare il volo
Bello, bello, complimenti, mi ha ricordato tanta buona letteratura (e cinema). Sei riuscita a fare un bel mix, che mi è piaicuto, nonostante la malinconia di fondo.
RispondiEliminaGrazie Allo, blogger soffre di abbandono forse
EliminaSono io l'Anonimo (non veneziano) di sopra. Ma che cavolo sta succedendo a blogger?
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