Il banco dei pegni


Kala_illustrations 






Pomeriggio inconcludente, 

senza voglia di far niente. 

Me ne stavo lì seduto

sul sofà che è di velluto, 

nella luce desolante, 

di un autunno ormai calante. 

Quando arriva inaspettata 

una specie di parata. 

Jürgen Franz il contadino 

reca in braccio un porcellino. 

La bestiola è spaventata, 

di sicuro preoccupata. 

Rosee entrambi hanno le gote

e l'umano e la sua dote, 

si somigliano un pochino, 

tranne forse il grembiulino

che distingue il contadino 

dal paffuto maialino. 

A seguir giunge la dama

in cerulea sottana. 

È davvero assai elegante 

e sul capo ha un turbante, 

su cui domina dorata

una gabbia, ma svuotata, 

perché è aperto il portellino

da cui fugge un uccellino. 

Soffrirà per l'abbandono? 

Io non credo, certo sono

lei ha altro da pensare:

il suo cuore in pegno dare. 

Certo è un cuore piccolino

come quello di un bambino. 

Non è stato mai allenato

a cadere innamorato. 

Ma che ci possiamo fare:

si è lasciata conquistare. 

Viene poi un musicista, 

un flautista? Un oboista? 

Non chiedetelo a me 

che in pagella avevo tre

in materia musicale, 

lo scriveva anche il giornale:

quando canta quel bambino, 

terzo banco, piccolino, 

treman pure le campane

per le note disumane. 

Ma torniamo al musicista, 

che ambizioni ha da artista, 

lui si appresta a impegnare, 

nel suo unico esemplare, 

lo spartito che ha composto, 

non ha prezzo, non ha costo! 

Quindi seguono i levrieri, 

chi li reca sai è Rizzieri, 

il compagno mio di banco, 

fannullone nato stanco. 

E adora lui quei cani, 

quasi fossero umani. 

È vestito per la festa

con la piuma ancora in testa

sul cappello che, trainato, 

pare proprio a perdifiato, 

sta cadendo dal capino

di quel povero bambino. 

Lo so io che soffrirà 

se i suoi cani via darà. 

Qual è dunque la morale 

che ora giunge sul finale? 

Per ricevere qualcosa 

offri in cambio quella cosa 

cui tu tieni veramente:

regalare è divertente. 

Ma la cosa più importante, 

condividi quell'istante. 


Commenti

  1. Ci siamo ! Non siamo spariti io e il tripode..solo un po' assenti dal web...che bello riaprire il tuo blog e leggere questa bella filastrocca con un finale che si può solo condividere al 100%…un abbraccio virtuale

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  2. E tu condividi le tue invenzioni e ci proietti in mondi fantastici.. ;)

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  3. Adesso anche le poesie! Mi piace, è fatta da raccontare come una filastrocca ma ti immagini se una maestra si mette in testa di farla imparare a memoria ai bambini? Ti ritrovi in quattro e quattr'otto sommersa dai vaffa dei genitori.
    Ciao Amanda, vai da Emilys che ha pubblicato.

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