On the road again

 



Annalisa Parisii 






La domenica si era liquefatta nel lunedì. Mrs Reyes, insonne, in preda a una delle sue micidiali emicranie, si era alzata dal letto alla ricerca di qualcosa in grado di lenire quell'incessante martellare sopra la tempia. Ingoiò una compressa e rimase in piedi di fronte alla finestra aspettando che la compressa facesse effetto, grata che l'orologio della cucina segnasse ormai le sei, constatò quanto si fossero accorciate le giornate, i rari lampioni giù in stradanon riuscivano a mascherare la stellata di quel cielo terso autunnale. La parte bassa della città doveva invece essere avvolta nella nebbia, ogni tanto qualche nuvola si spingeva fino a lì in collina come un rutto di vapore presto dissolto. I piedi le si stavano gelando al contatto con le mattonelle della cucina. Scostò ancora un poco la tenda proprio nel momento in cui Mr Bailey, dell'interno quattro, stava attraversando la strada. Sul marciapiede di fronte si fermò un attimo, estrasse gli occhiali dalla tasca della giacca e li inforcò. Reggeva con la mano sinistra la solita piccola valigia, non lo aveva mai visto senza. Si domandò come potesse portare con sé tutto il necessario in un bagaglio così piccolo, l'uomo infatti occupava il suo appartamento solo nel weekend. Istintivamente Mrs Reyes si ritrasse, non le piaceva passare da impicciona nonostante questo continuò l'osservazione attraverso il pizzo delle tende, era quasi certa non l'avesse notata. Era un uomo alto e distinto, i capelli brizzolati, se avesse dovuto dargli un'età avrebbe detto che aveva da poco superato la sessantina seppur molto ben conservato, aveva infatti fisico asciutto e postura eretta. Le rare volte che si erano incrociati in ascensore aveva salutato con un cenno del capo e un sorriso che lei avrebbe definito timido. In realtà era strategicamente adottato dall'uomo: denotava buona educazione senza adire a ulteriore intimità. Uscendo dall'ascensore lasciava dietro di sé un vago sentore di dopobarba di marca e di camicie ben apprettate. Mr Bailey infilò la valigetta nel portabagagli della sua Crysler gialla e dopo aver acceso i fari, la donna notò il bagliore di una fiammella provenire dall'abitacolo; dopo essersi acceso la sigaretta mise in moto e partì. Lei restò lì con le congetture che era andata costruendosi nel tempo su quella presenza evanescente: doveva essere un commesso viaggiatore, tuttavia una volta aveva sentito Miss Standford dell'otto discutere proprio di questo con il panettiere all'angolo, più che una discussione si trattava di un monologo della vicina che sosteneva non potesse trattarsi di un commesso viaggiatore perché nessuna persona assennatal avrebbe lasciato il campionario in auto per tutto un weekend e dal suo comportamento Mr Bailey sicuramente questi ragionamenti li aveva fatti. Salvo che, pensò in quel momento Mrs Reyes, il campionario non stesse proprio lì in quella minuscola valigia (forse diamanti?) e il suo appartamento all'interno quattro non fosse la base d'appoggio del weekend per rifornirsi in casa madre e la sua vera vita fosse altrove. Iniziò allora a immaginare una Signora Bailey la pensò bruna, poi bionda, due figli o forse tre, concluse invece che non esisteva una Signora Bailey lì come altrove. Era sicuramente un tipo solitario quell'uomo silenzioso. E se fosse stato un killer? Un brivido le corse lungo la schiena, la sveglia del marito la riportò con i piedi ormai ghiacciati alla sua ordinaria vita. Andò in camera dei figli e li svegliò con un bacio, l'analgesico aveva fatto effetto, las settimana poteva cominciare, Mr Bailey e quello che di lui pensava tornò a chiudersi in un cassetto della sua fervida fantasia, fino al prossimo incontro. Qualche chilometro più a ovest l'uomo era giunto a destinazione, estrasse dalla tasca le chiavi di casa ed entrò. Fino al tardo pomeriggio poteva godere del silenzio, da quando Betsy la zia di sua moglie Allison era morta, sei mesi prima, portare a termine la stesura della sua nuova raccolta diracconti era diventato più semplice, la scadenza concordata con l'editore si avvicinava a grandi passi e lui non aveva nemmeno ultimato la fase di scrittura. Allison la sua seconda moglie, sposata in età matura dopo anni di vedovanza solitaria, aveva deciso che non avrebbe venduto ancora l'appartamento della zia in modo che lui potesse dedicarsi alla scrittura, i gemelli erano in quella fascia di età che richiedeva continue attenzioni e Jack Bailey era allo stallo da oltre un mese quando l'anziana donna era morta lasciando ad Allison, la sua unica nipote, in eredità l'appartamento in collina. Estrasse dalla valigetta, colmo di gratitudine per Allison, la sua macchina da scrivere portatile e iniziò a scrivere un nuovo racconto pigiando con foga sui tasti. Nel racconto una donna scarmigliata, dalla vita ordinaria e dalla fervida immaginazione spiava dalla finestra il vicino di casa che poi si sarebbe scoperto essere un serial killer e alla fine della storia avrebbe dovuto eliminarla dato che ormai sapeva troppo: un tocco di mistero non guasta per accendere l'attenzione del lettore.  



Commenti

  1. Io scrivo robetta che semplicemente si rincorre e te, davvero a braccetto col mito escheriano, accavalli nastri e scale a rincorrersi fino a confondere l'inizio con la fine e noi, incastrati nel dedalo, non riusciremo a sapere se ne usciremo vittime o carnefici.

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    1. Ne usciranno bene immagino 😁 e si purtroppo eri in spam

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  2. un racconto avvolto su sè stesso dove non è tanto la trama a spirale ad attirare, quanto la descrizione accurata ma essenziale dei due personaggi. Perfetta l'adesione del breve testo al dipinto hopperiano, sembra di essere dietro ai vetri assieme a mrs. Reyes.
    massimolegnani

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    1. Gli editori fino a ora non mi vogliono, dicono abbia un modo di scrivere poco innovativo

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  4. Ricorda deliziosamente Finestra sul Cortile di Hitchcok… senza gambe fratturate. Molto originale

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    1. Meno male che non abbiamo costretto nessuno sulla sedia a rotelle 😁

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