Weird tales: anatomia comparata



Annalisa Parisii 





Gli scienziati del XXI secolo probabilmente si sarebbero domandati quando e come quello scambio di materiale genetico si fosse realizzato. Avrebbero interrogato gli elementi chimici, i fossili, avrebbero analizzato, scansionato. Avrebbero guardato lontano nello spazio per recuperare il bandolo di una matassa che andava dipanandosi lontano nel tempo. Sicuramente non si sarebbero chiesti perché. Il perché era a loro evidente da tempo. Ma in questo futuro a loro remoto nessuno più si pone queste domande. Elucubrare è un verbo obsoleto, lo era già nel XXI secolo. Ora che l'uso della parola si è estinto, la comunicazione è fatta di sensualità. Gli esseri che abitano il pianeta traggono le loro informazioni attraverso i sensi. Come poi le elaborino e le condividano sarebbe stata forse interessante materia di studio un tempo .

Nell'atmosfera liquida il piccolo essere si aggira tra fondali ricchi di vegetazione, tra le minuscole mani una lenza improvvisata ottenuta sbarbando molluschi. Pesca dei gamberi dorati, una vera leccornia, il pasto per oggi è garantito e succulento. Deve fare attenzione a dove poggia i piedi: tra le piante ricche di aculei ve ne sono alcune velenose; non sempre uccidono ma il malcapitato che si punge trascorre giornate tra febbre e convulsioni. La creatura ha gli arti ricoperti di pelle morbida. Procede quindi saltellando in cerca delle pozze dove pescare. Il dorso è protetto da una corazza che si è costruita come un tempo una sarta avrebbe cucito un abito di alta moda, la corazza termina con una doppia coda, elegante come una marsina. È ricca di spicole, specie sul capo dove termina con tre punte la centrale delle quali può essere usata come arma da offesa, o proteggerla in caso di attacco, quando si raggomitola su se stessa proteggendo volto, addome e gli arti morbidi e vulnerabili. La chimera tra il piccolo naso e il labbro superiore leporino, presenta una corta proboscide che serve a suggere nettare dalle piante nelle giornate in cui la pesca non dà buoni risultati, inoltre è dotata di un dente seghettato poco più lungo e simile a quello di un narvalo. Usate insieme queste propaggini le permettono di aprire le valve dei molluschi e di cibarsene. La mano sinistra è simile a quella di un neonato umano, la destra ha otto dita, le prime due, schioccate con veemenza, servono da deterrente contro predatori di piccole dimensioni giocando sul fattore sorpresa. Sottili sopracciglia arcuate sottolineano uno sguardo attento. Tutto sommato quel piccolo essere, pur non potendo incutere timore, genera il vigile rispetto degli altri esseri che incontra: si riconosce una forma di vita intelligente quando ci si trova al suo cospetto. Le operazioni di pesca procedono lentamente. In questa sorta di brodo primordiale lo scorrere del tempo non riveste più lo stesso significato che aveva nella civiltà precedente quando tutto aveva iniziato a corrompersi fino alla tragedia finale. Quello che conta è recuperare ciò che basta per sopravvivere. Finché ricerca il pasto la chimera emette dei suoni. Potremmo definirla melodia? Non proprio ma cadenzano il suo lento e, si potrebbe dire, teso procedere fatto di metodo ed esperienza. Esistessero altri esemplari della sua specie potrebbe fare scuola ma ogni creatura in questo mondo e in questo tempo è un esemplare unico e irripetibile e quando si riproduce, in modo asessuato, il prodotto è ancora una volta un esemplare unico che sembra non condividere mai né le proporzioni, né i tratti somatici, né le esperienze di chi lo ha generato. Apprende autonomamente quanto serve a compiere il proprio ciclo vitale senza storia né futuro

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