Sopra le righe
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Maraya. Ill |
Dati meteorologici alla mano, fu in seguito possibile stabilire che lo strano fenomeno planetario ebbe origine il 16 aprile del 2025. Dopo giorni in cui la primavera dava segnali che, primi tra tutti, colsero gli allergici, gli innamorati e gli insetti, improvvisamente una mattina gli umani si svegliarono avvolti da una fitta nebbia. Gli abitanti della pianura padana, come quelli di San Francisco e della Scozia non si avvidero subito della stranezza della contingenza avvezzi com'erano alle foschie e alle nebbie in banchi. Tuttavia una coltre densa ghermiva anche la Sardegna, l'Africa Sahariana e Tahiti. La peculiarità di questa nebbia era che colpiva anche città dal clima notoriamente asciutto e coesisteva inequivocabilmente con le brezze dolci e frizzanti che, nel nostro emisfero spirano a primavera. Ovunque ci si trovasse, in pianura come in collina, al mare come in montagna, la nebbia sembrava essere ad altezza d'uomo, sia che si trattasse di un bambino che di un gigante, chiunque, a qualsiasi latitudine, sembrava avere il capo avvolto da una sorta di elmetto plumbeo. Vero è che si era persa da tempo l'abitudine di guardarsi intorno, di osservare un paesaggio, di fare attenzione agli stati d'animo degli altri umani leggendone sul volto le espressioni o interpretandone il linguaggio corporeo; di guardare gli animali fossero essi insetti o pachidermi. La gente, da anni viveva con gli occhi rivolti a uno schermo. Tuttavia il tredicesimo giorno consecutivo di nebbia iniziarono a moltiplicarsi gli esperti meteo ospitati nei talk show. Gli spettacoli televisivi facevano concorrenza a quelli radiofonici perché, fatto ancor più inquietante, questa nebbia che non tendeva a diradarsi mai per tutto l'arco della giornata, aveva invaso perfino le case, i negozi, gli ospedali, le scuole e addirittura le chiese. Ma il fatto più inspiegabile in assoluto era che, se una webcam inquadrava una qualsiasi località sulla terra, baciata dal sole, appena un umano si recava sul posto, fosse stato anche solo per dei rilevamenti da utilizzare a scopo di ricerca, proprio lì dove solo qualche minuto prima splendeva il sole, improvvisamente calava la coltre grigia. Il tempo trascorreva ma il meteo non mutava, dalla Svezia al Sud Africa, dall'Australia alla Groenlandia le condizioni persistevano stabili nella criticità attribuibile a quel momento storico. I climatologi si riunirono in seduta plenaria alla stregua dei cardinali in un conclave. Giornalmente veniva emesso un documento riassuntivo dello stato dei lavori ma si trattava sempre di fumate nere: brancolavano nel buio o, per così dire, nella nebbia. Rividero insieme tutte le stime sull'andamento del cambiamento climatico, ponderando che la nebbia potesse essere l'ennesima impennata delle variazioni, tuttavia le misurazioni delle temperature non risultarono differire di molto da quelle delle medie stagionali registrate negli ultimi anni a livello internazionale per quel periodo. A cosa dunque attribuire il fenomeno ma soprattutto, come porvi rimedio? Gli abitanti dei luoghi generalmente baciati da un clima asciutto gioirono inizialmente per la novità come potrebbe fare un turista giunto a Venezia in un giorno di nebbia, poi per qualche giorno iniziarono a essere postati sui social degli strani selfie in cui si vedevano due gambe nude o vestite, maschili o femminili, infantili o anziane, spuntare da un banco di nebbia, in due giorni gli scatti divennero virali. Il divertimento scomparve quando persino quelle che si suppose essere due suore postarono il medesimo autoscatto con la tonaca. Dal tredicesimo giorno in poi nessuno trovò più divertenti né la nuova moda né tanto meno il fenomeno atmosferico. Al ventesimo giorno comparvero i cartelli "andrà tutto bene" ma vennero immediatamente ritirati perché considerati quasi blasfemi dopo la precedente esperienza. Nelle farmacie cominciarono a scarseggiare gli antidepressivi, nei supermercati la cioccolata in qualsiasi forma, nelle parafarmacie la vitamina D perché l'esperto di turno aveva affermato che potevano manifestarsi rachitismo nei bambini e osteoporosi negli anziani al perdurare della nebbia. La gente stava rintanata in casa sorseggiando tisane come fosse autunno. Le rondini stanche della migrazione sembravano spaesate temendo di aver sbagliato strada. L'incomunicabilità la faceva da padrona: era infatti disorientante parlare con persone che non si vedevano in volto. Iniziarono a comparire sui siti internet degli strani cappelli a falda larga muniti di luci a led calde che si dicevano funzionassero bene nei lunghi inverni in Alaska per scongiurare la depressione da mancanza di irraggiamento. Poi un giorno successe che una ragazzina, stanca di ascoltare gli esperti in TV e stanca delle chat degli amici che parlavano solo della nebbia, prese da uno scaffale della libreria un romanzo. Non ricordava più da quanto tempo non prendeva tra le mani un libro, era un libro che apparteneva ai suoi genitori che, a dirla tutta, non erano neppure loro dei grandi lettori, riservando alla lettura solo i giorni pigri al mare sotto l'ombrellone. La lettura le prese la mano, le pagine iniziarono a scivolare via veloci e fu quando perse la cognizione del tempo e dello spazio catturata dalla storia che stava leggendo che iniziò a librarsi in volo, senza neppure rendersene conto le braccia che reggevano il libro si sollevarono verso l'alto e il libro gonfiò le pagine che presero a funzionare come la vela di un parapendio e la nebbia attorno a lei si dissolse, vagava sospesa sopra la nebbia, baciata da un sole tiepido, chiuse gli occhi abbagliata ma come distolse gli occhi dalle pagine iniziò a perdere quota, riprese a leggere e si sollevò ancora più in alto, dal mare di nebbia vide
ora comparire un uomo che veniva sospinto verso l'alto da un tomo pesantissimo, poi una donna che inforcava gli occhiali da lettura sul naso e sembrava surfare sulle pagine di un libro di poesia. Chiunque richiudesse il libro tornava verso il mare di nebbia, il volto sereno, un sorriso complice sulle labbra, un cenno di saluto per chi continuava la lettura.
Stavolta ti ho letta prima su Instagram.. cominciava a posarsi nebbia densa in assenza delle tue consuete righe.. ;)
RispondiEliminaTutta colpa del precedente racconto ancora nel cassetto, occhio manca poco al calar della nebbia
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