Il saggio di fine anno



Felice Casorati 






Lina attende, sulle spalle l'accappatoio di ciniglia azzurro, nella testa riavvolge il film della sua esibizione al saggio di ginnastica che conclude l'anno scolastico. Il punteggio fa media. Le spalle erette, le gambe leggermente divaricate, le piante dei piedi ben posate in terra. Tra le mani, bianche di gesso, impugna ancora il bastone, l'ultimo degli attrezzi con cui si è cimentata dopo la palla e le clavette. Ora respira sempre più lentamente anche se il battito del suo cuore è ancora accelerato. Osserva la Signorina Endrizzi, insegnante di educazione fisica e la Direttrice che discutono, certo con garbo e modi posati ma è chiaro che non concordano, le vede riflesse sul grande specchio della palestra, sono dietro di lei, la pesante tenda di velluto, che divide la palestra dal palco dove il saggio ha avuto luogo, è leggermente discosta. Oggi la Endrizzi è tutta in verde, la Direttrice vestita di rosa antico, per un attimo le due monocromie catalizzano la sua attenzione e la distraggono dal pensiero di quella discussione che la riguarda così da vicino. Poi ricomincia a pensare al saggio: non le sembra di aver fatto grossi sbagli. Un osservatore poco attento noterebbe solo il volto rilassato e i capelli composti, nonostante il recente sforzo fisico, di una adolescente; la mano sinistra è posata sul bastone, ma è l'indice della mano destra che spinge incessantemente verso l'alto l'attrezzo che ne rivela la tensione. Tra il pubblico ha scorto i genitori, fortunatamente solo a esibizione finita. Il padre si era scusato, un impegno improrogabile di lavoro rendeva pressoché impossibile la sua partecipazione, e non era d'altronde sempre stato così tutti gli anni da che ne aveva memoria? La madre le aveva chiesto se avrebbe gradito lo stesso la sua partecipazione e Lina conoscendo il grande senso critico con cui sua madre seguiva da sempre tutto ciò che la riguarda le aveva detto che la esonerava dall'incombenza. Cosa dunque aveva fatto cambiare idea ai suoi genitori? Probabilmente la madre aveva fatto notare al marito che si trattava dell'ultima opportunità per lui di vederla esibirsi o il cliente aveva disdetto l'incontro all'ultimo momento o era la Direttrice che li aveva convocati? Ecco, sente chiamare il suo nome, lascia sulla panca l'accappatoio, fasciata dal body nero ritorna sul palco, la luce del faretto la avvolge e un po' l'acceca, è pronta al verdetto.



@bookblister ha invitato a un esercizio di scrittura su questo quadro di #felicecasorati. Questo è il risultato


Commenti

  1. Lo so che sono profondamente scorretto, ma ho immaginato la Endrizzi e la Direttrice discutere animatamente riguardo la rivoluzionaria scelta di Lina di sfoggiare un inaspettato bastone anziché il consueto nastro di fine esibizione, forse per il malcelato desiderio di darlo in testa a chi - anche stavolta - l'avrebbe estromessa dal podio nonostante tutti i suoi immensi sacrifici.

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  2. come sempre avvincenti le tue traduzioni dalla pittura, trasformi in parole ogni pennellata. Però non ti perdono di averci lasciati lì, eternamenti sospesi, prima del verdetto finale.
    massimolegnani

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    1. Per me un successo, Lina ha poca fiducia in sé stessa

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