Storie di filobus e yogurt

Da internet, archivio Marelli




amandapiccola è un essere di un altro millennio, quindi bisogna immaginare un mondo preistorico attorno a lei e, ad alcuni dei lettori, dovrà essere fornita un chiave per decifrare gli arcani che su di lei vado a raccontare. Prima che si decidesse che le magnifiche sorti e progressive dell'italietta si basavano sul dotare ogni cittadino di una macchina comprata a suon di cambiali e di una quintalata mensile di moplen a testa, per la città dove amandapiccola viveva circolava il filobus. Per i giovani lettori dirò che bisogna immaginare l'incrocio tra un bus panciuto ed un grillo dotato di lunghe antenne. Quando e come abbiano copulato il bus e il grillo non ci è dato sapere, e so per certo che i più maliziosi di voi avranno già in mente tutto il relativo kamasutra, ma tant'è, venne alla luce questo essere che girava senza inquinare con le antenne attaccate ai cavi elettrici. Ogni tanto le antenne del grillo sbarellavano e l'autista raccattava un attrezzo che sembrava la frusta di un domatore eriportava l'incrocio tra bus e grillo sulla retta via. La casa di amandapiccola aveva sulla facciata dei mensoloni che reggevano quattro grossi cavi elettrici da cui partivano quelli per il filobus. Ai tempi di amandapiccola bisogna inoltre ricordare che non esistevano i vasetti di yogurt di plastica ed in realtà lo yogurt era talmente acido che i spesso i bambini lo vivevano come una punizione più che come una gustosa merenda, la sostanza che calava giù per il gargarozzo di amandapiccola  debitamente zuccherata le produceva i "penoti de oca" (pelle d'oca ndt). I bambini di quegli anni infatti erano avvezzi a fare merenda con pane burro e zucchero o pane e latte condensato e non chiedetemi perché si usasse il latte condensato probabilmente era la lobby dei dentisti che si era ammanicata con una nota multinazionale che allora spacciava latte condensato come i colombiani del cartello di medellin spacciano coca e quando andava bene, pane e nutella, quindi capirete voi che lo yogurt veniva assunto come la generazione precedente prendeva l'olio di ricino. Lo yogurt era confezionato in panciuti vasetti di vetro sopra i quali stava, come ora, la stagnola,  e come quasi tutti i recipienti di vetro, in quell'Italia che era lì lì per perdere il senno, ma lo conservava anche se per pochi anni ancora, il vuoto era a rendere, come per le bottiglie del latte. Così amandapiccola quando usciva in terrazzo e vedeva i mensoloni dei fili elettrici con i vasetti di vetro per i raccordi tra i cavi, immaginava che l'uomo del latte lasciasse davanti ad ogni finestra dove abitava un bambino i vasetti di yogurt pieni e prendesse i vuoti e che facesse così per discrezione, perché passando molto presto non voleva disturbare il sonno dei bambini e delle loro famiglie. Questa storia racconta come la gente fosse più assennata a quei tempi eccetto amandapiccola che era probabilmente caduta già allora nella pentola della fantasia degli sciroccati esattamente come Obelix cadde da piccolo nel pentolone della pozione magica

Commenti

  1. MERAVIGLIOSO lo spot con Gino Bramieri. e si, eravamo più assennati quando eravamo più ignoranti..... tutta questa plastica,chissà cosa ne avrebbe pensato amandadapiccola ....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Amandapiccola è praticamente nata insieme alla plastica non aveva consapevolezza del fatto che un giorno le avrebbe avvelenato il mondo

      Elimina
  2. Tutto vero (ricordo praticamente le stesse cose in un'altra città) e quasi palpabile... Forse il mondo, e non solo Padova o Bologna, erano ancora in tempo per cambiare rotta da quel felice, sfrenato e spensierato consumismo, che ci ha arricchiti per poi portarci verso il baratro.
    Mi chiedo a volte come potrebbe essere oggi, il mondo, e la prima cosa che immgino, con grande sollievo, è la mancanza totale di pubblicità. Ma non solo...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo, Amanda, ma mi sembra che rappresenti più di ogni altra cosa l'aggressività pervasiva del modello liberista e consumista. E' vero che il suo linguaggio si adatta ai tempi, e oggi, ad esempio, è dolce rivedere Gino Bramieri e compagnia, ma mi piace sognare un mondo diverso, dove le strade, le radio, le televisioni, i siti internet, non ne siano invasi, anzi non la conoscano per niente, e che appositi servizi orientino gli acquisti in base all'esclusivo interesse di chi, di volta in volta, ne ha necessità o desiderio.

      Elimina
  3. Mi hai fatto venire in mente il vecchio filobus Sanremo-Ventimiglia che tuttora funziona con altri mezzi. Che storie ho vissuto là sopra!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Urge post tuo sulle storie del filobus Sanremo Ventimiglia 🤗

      Elimina
  4. A casa mia non si è visto uno yogurt fino alle superiori: fino a quando nn abbiamo cominciato a rivendicare il diritto ad un po' di cibo da pubblicità.
    Mia mamma o può fare da sé o nisba.
    Pure per il piumone della camera da letto, per dire, è partita dalle piume.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma quella volta parlo di fine anni 60, non ricordo pubblicità di yogurt, e poiché non potevo prendere il latte e poiché ero lillipuziana pensavano che un po' di yogurt acidissimo potesse giovarmi

      Elimina
  5. Vidi il primo filobus a 14 anni a Roma dove mi avevano ospitato zio Toto e zia Carmen
    e ci salii sopra la prima volta per andare all'ambra Jovinelli a vedere l'avanspettacolo e ricordo ancora l'effetto che fecero le ballerine sulla mia incombente adolescenza:
    Per poco non divento cieco
    L'olio di ricino anche lui è un ricordo ancora vivo: ci mettevano in fila indiana per altezza e poi passavano uno col cucchiaino e l'olio e uno con lo spicchio di limone e siccome cominciavano a rovescio, quando arrivavano da me il cucchiaino era sempre quello e lo spicchio di limone non c'era più.
    Lo yogurt invece seppi cos'era solo in viaggio di nozze, me lo presentarono a colazione in un albergo a Verona e , appena assaggiato i fece uno schifo che perdura ancora.
    La tua caduta nella pentola della fantasia è per tutti noi una fortuna, ogni tre parole c'è una sorpresa che ci fa sorridere.
    Scusa se ho parlato molto di me a casa tua ma stavolta è colpa tua che fai raccattare ricordi che non possono rimanere chiusi sennò quei poveri posteri che verranno a legger qui non sapranno mai niente di me.

    RispondiElimina
  6. Alla mamma di baba non è mai piaciuto lo yogurt, sicché per anni non se ne vide traccia nel frigorifero di babapiccola che, d'altro canto, ne ignorava l'esistenza. Un giorno, babanoncosìpiccola, vide alla tv una mucca simpatica con tanta fruttina disegnata e cominciò a canticchiare fruttolofruttolofruttolo... Per un lungo periodo pensò che quello lì fosse yogurt. Ne mangiò parecchio. Babagrande scoprì che lo yogurt era un'altra cosa: scoperta che la rallegrò ancora più della mucca con la fruttina.
    Vogliamo altre storie della sciroccata amandapiccola.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Amandapiccola abita in molti racconti al tag amarcord. La Lina, mamma di amandapiccola, ha iniziato a mangiare yogurt a 89 anni e tre mesi, ha avuto poco tempo per goderseli

      Elimina
  7. Farei solo una piccola comunicazione di servizio: nell'epoca jurassica di Nela San il latte era in meravigliose bottiglie di vetro con un bel tappo blu di stagnola e l'acqua si metteva in altre bottiglie con tappo a chiusura ermetica e via, si andava di Idrolitina. Nel suo paese non c'erano Grillobus, ma lei scorazzava con la sua Aquiletta e siccome pestava sui pedali come una dannata, le pareva di volare (però così facendo finì per seminare un ipotetico "morosino" con un mazzo di fiori - e chissà che fine hai fatto quei fiori)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La storia dell'aquiletta merita un post, anzi lo pretende

      Elimina
    2. ebbene sì, magari lo ambienti in una biblioteca ma se n'ha da sapere

      Elimina
  8. Ero un po' più grande di Amanda piccola, nell'Italia delle polverine di idrolitina nell'acqua e del latte in bottiglia di vetro, addirittura recapitato a casa. Un litro al giorno per la famiglia ancora grande, perché il latte sopperiva ad altre mancanze: con un uovo si faceva la crema, andava a finire nel riso, per diventare frittelle, o per cuocere un rotolino di maiale che così diventava tenero... Il dono per me era la bottiglia di latte piccolina: un quartino sigillato dalla stagnola. Bellissimo forare il tappo con l'ago e succhiare, per tornare all'infanzia più infanzia.

    ps) è delizioso quello che scrivi.

    zena

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È bello scrivere per lettori come te che leggono col cuore!
      P.S. e la gazzosa con la pallina come tappo dove la mettiamo?

      Elimina
  9. Ma secondo Amandapiccola come ci arrivava l'uomo del latte fuori dalla finestra? Usava la slitta di babbo natale, ché tanto a lui serve solo una volta l'anno? :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi fai di quelle domande! Non mi ricordo, sicuramente usava una scala dei pompieri che probabilmente portava con il furgone del latte, ma la slitta di Babbo Natale dovrebbe essere effettivamente presa in considerazione🤔🤗

      Elimina
    2. I filobus, lo yogurt e la plastica...quanti ricordi. Sono elementi strettamente legati alla vita di tutti noi. A Genova (dove abitavo da bambino negli anni '60) i filobus erano la maggioranza e infatti l'aria era decisamente molto più pulita. Ci sono voluti più di 30 anni per rimetterli in funzione anche se non in tutte le linee e i benefici si fanno sentire subito. Lo yogurt è stata la grande scoperta di tante famiglie, ma la plastica (mannaggia) ci ha invaso.
      un salutone e alla prossima

      Elimina
    3. E quando chiuderemo con la plastica sarà sempre troppo tardi

      Elimina
  10. Che bello! Hai saputo rendere una favola la quotidianità di noi bambini di "qualche" anche fa.
    Bisognerebbe davvero tornare al "vetro a rendere" prima di essere sommersi del tutto dalla plastica.
    ciao

    RispondiElimina
  11. Io su amandapiccola farei un film, ecco. E se avessi due soldi comprerei subito i diritti d'autore perche' avrebbe un successo che Amelie Poulain scansati.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I nani da giardino però amanda li lascia sotto lo Schlern

      Elimina
  12. ricordo i racconti dei filobus qui a Genova poi qualche anno fa ricomparsi ma rimessi via troppo velocemente, amandapiccola è favolosa

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari