Le chiavi di Fiordaliso

Piero Schirinzi





Quando nacque ci furono canti, balli e feste per giorni in tutto il reame. Certo non era nato il tanto atteso erede maschio, ma il Re e la Regina, che ormai davano per certo che il loro ramo della dinastia fosse un ramo secco, provarono dopo anni di attesa una gioia incontenibile. La bimba aveva occhi blu e pelle di burro ed era il loro orgoglio , ma quando, dopo qualche mese, la lanugine da neonata sulla testolina della principessa Fiordaliso fu sostituita dai capelli, le malelingue cominciarono ad insinuare che per avere quell'erede i sovrani avessero fatto un patto con il diavolo. Per quanto le venissero tagliati i capelli le crescevano inspiegabilmente e inequivocabilmente blu. Per tutta l'infanzia alla bambina furono imposti curiosi copricapi, veli e ghirlande di fiori sotto i quali si celava un cranio che veniva rasato a lucido ogni mattino. Poi avvenne che una strana pestilenza colpisse gli abitanti del Reame. La Regina stessa cadde vittima del morbo e l'ignoranza cominciò a fare crescere la diceria che l'untrice non potesse essere che Fiordaliso a causa del patto col demonio che l'aveva generata. I sudditi stremati dai lutti e dalla malattia si recarono sotto il palazzo reale a richiedere la testa della Principessa. Le guardie riuscirono dopo giorni di assedio a riportare la calma solo quando il Re si vide costretto, col cuore colmo di dolore, ad abdicare a favore del fratello e a promettere, per salvare Fiordaliso, che l'avrebbe rinchiusa in una torre posta sulla scogliera oltre i confini del Regno.
A dispetto di quello che si può credere Fiordaliso crebbe, nonostante la condizione di reclusa, libera nello spirito e nella mente.
Il suo primo atto di autodeterminazione fu la scelta di non permettere più che le venissero tagliati i capelli che crebbero e crebbero sfidando con il loro colore l'ignoranza e la ferocia degli uomini. Coltivò le scienze, la matematica e la filosofia e presto fu in grado di argomentare contro ogni accusa le venisse mossa, questo tuttavia non le consentì di riconquistare la sua libertà. Fiordaliso aveva un passatempo oltre alla lettura: iniziò ad intagliare la carta, prima creò le bambole che le servivano per giocare, poi nel tempo si cimentò con figure sempre più complesse, in particolare intagliava chiavi ed ali simbolo di libertà preclusa e conquistata e su queste vergava aforismi e versi da lei creati che lasciava cadere dalle alte finestre della torre. Non fu un principe a raccogliere quei fogli, ma altre ragazze che come Fiordaliso per miseria, ignoranza, paura, sottomissione ad un padre o un marito vivevano in qualche modo recluse, alcune di loro che sapevano leggere, riportarono ad altre donne curiose come loro di conoscere la storia di Fiordaliso,   le parole della Principessa saggia e prigioniera che giungevano su quelle ali di carta trasportate dal vento e venivano quindi tramandate di donna in donna. Un bel giorno le donne decisero che la sorte toccata a quella splendida persona, solo a causa del colore dei suoi capelli, era odiosa e ingiusta e si unirono in corteo e, giunte sotto la torre, sfondarono tutte insieme il portone e liberarono Fiordaliso. Si narra che nacque una comunità di donne libere che condividevano l'amore per il sapere, la conoscenza, il sostegno reciproco, l'uguaglianza. La comunità, scevra da pregiudizi, accolse ogni individuo a prescindere dall'età, il genere, la razza, la cultura e la religione a patto che riconoscesse agli altri pari dignità e che questa comunità prosperò in pace negli anni a venire.







Commenti

  1. Brava Amanda, è proprio vero, bisogna piantar fiabe per coltivare utopie.

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  2. Va tutto bene ed è anche bello, però così passa l'idea che solo le donne possono fondare comunità di persone libere mentre se fosse stato scritto che potevano farlo i giovani sarebbe stato più coinvolgente. Mi immagino un bambino che legga sta cosa e decide di non far niente tanto sono le donne che hanno da fare politica e rivoluzione. Ma te sei donna con la gonna.

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    1. Di favole in cui i bambini provano a cambiare il loro mondo o il mondo in generale, sono pieni gli scaffali delle librerie per l'infanzia, com'è giusto che sia, almeno dai tempi di Rodari. Mentre le favole con le donne che non aspettano il principe azzurro che le salvi fanno capolino solo di recente. Ne volevo una mia, ecco

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  3. Una fiaba di libertà per una donna che, l'azzurro, già ce l'ha:) e talmente suo che nessuno potrà toglierglielo. Piace.

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  4. "La comunità, scevra da pregiudizi, accolse ogni individuo a prescindere dall'età, il genere, ... e che questa comunità prosperò in pace negli anni finché i maschi non furono in numero abbastanza grande da poter ricominciare da capo a chiudere le donne nella torre... Persino leggendo tra i pochi commenti si capisce che finirebbe così. :'(

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