Lo straordinario mondo di Monsieur Petit


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Signore e Signori ho l'onore di condurvi nel magico mondo di Monsieur Petit. La sua storia in verità iniziò poco felicemente, in una famiglia così povera che quando il circo passò per il suo villaggio nel nord della Francia, il padre venne a chiedere se ci fosse lavoro per il maggiore dei figli, allora tredicenne. Il ragazzo avendo patito a lungo la fame dimostrava per corporatura non più di otto anni. Allora il circo non era ricco e il consiglio si riunì per decidere. 
Muscoli per fare il trapezista o l'acrobata non ne aveva, non sapeva suonare nemmeno un tamburino, ma il viso così smunto e spento si illuminava solo alla vista del tendone e dimostrava grande curiosità per tutte le attività circensi, così all'unisono decretarono: "Imparerà" . Da principio fece quello che chiunque sarebbe stato in grado di fare: raccogliere lo sterco dei cavalli, strigliarli, nutrire tutti gli animali. 
Iniziando ad alimentarsi con regolarità si irrobustì, anche se per anni dimostrò meno dell'età che aveva, quasi fosse in credito con la vita. Instaurò con Monsieur Delancourt, il mago, un forte legame, poiché all'uomo era sempre mancata una famiglia e se lo prese a cuore affidandogli le cure dei due conigli, Lilì e Sasà, che la sera estraeva dal cilindro educandolo nel frattempo alle nobili arti di magia e illusionismo. Il ragazzo dimostrava talento e apprendeva velocemente. 
Di una cosa si era raccomandato il mago: poiché i conigli erano maschio e femmina doveva evitare che si accoppiassero altrimenti la situazione sarebbe diventata ingovernabile. Lilì e Sasà, che non erano neppure bianchi, venivano liberati affinché brucassero a turno. Ora Monsieur Petit era diventato ufficialmente l'assistente del mago e gli era stata assegnata una divisa: un mantello e un fez, cui lui teneva 
immensamente e che voleva dimostrare di essersi meritati. Provava e riprova a e aveva persino dato al suo mentore suggerimenti che rendevano numeri sempre più accattivanti ed elaborati cosicché la gente accorreva sempre più numerosa. Capirete anche voi che i compiti di cura degli animali cominciarono a diventare marginali nei pensieri dell'apprendista illusionista e così un giorno dimenticò di chiudere la gabbia di Sasà mentre era già libera Lilì, quando se ne accorse la frittata era fatta. Ora era mortificato, come aveva potuto tradire la fiducia in lui riposta da Monsieur Delancourt cui tutto doveva? Passò il tempo e al circo ci trovammo con altri otto conigli, ma nel frattempo Monsieur Petit aveva allestito il suo primo numero da solista, numero ancora oggi è incluso nel suo vasto repertorio e che ora sta per proporvi, Signore e Signori. 
Cala il buio nel tendone, il rullo di tamburi ha inizio. Il mago entra nell'arena, un occhio di bue puntato su di lui si accende. L'uomo minuto si china profondamente verso il pubblico. "Signore e Signori ecco a voi lo straordinario mondo di Monsieur Petit!" Il mago apre il mantello da cui compaiono un giardino lussureggiante, decine di conigli che bruciano l'erba del giardino, poi una cascata, sotto la quale, in una pozza d'acqua, nuotano pesci argentati, uccellini d'ogni colore cinquettano. 
Poi al tre del presentatore Petit chiude il mantello, il faro si spegne, per qualche secondo tutto è avvolto nell'oscurità e quando le luci del circo si riaccendono il suo meraviglioso mondo è sparito nel nulla. Gli applausi scrosciano, le bocche spalancate di stupore si richiudono, la magia anche questa volta è terminata. Petit si inchina e esce. Monsieur Delancourt sorride sornione compiaciuto. 




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