Lonely Guy (Uomini e Topi)

 


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Era quel tempo dell'anno in cui la luce all'esterno fa difetto per durata e intensità tranne quando il vento del nord sferza le strade dopo una nevicata e allora tutto riverbera e il colore si amplifica quasi a volersi scusare di essere troppo assente.

Era quel tempo dell'anno in cui la luce, dentro le case è anche calore e attesa, specie in quelle in cui vivono i più piccoli, anche se nessuno è indifferente alle attese che spesso sono la parte più bella di ogni cosa. Il giorno precedente la neve era scesa copiosa in città, poi il mattino seguente un timido raggio di sole aveva liberato le strade più trafficate dai residui del lavoro degli spalatori, alcuni dei quali si felicitavano che quel lavoro portasse nelle povere finanze di famiglia la possibilità di garantire un pranzo della Festa degno di questo nome o qualche piccolo presente tanto inatteso quanto desiderato. Verso sera si levò il vento e i più si barricarono nelle case a raccontarsi storie attorno al camino. I ricchi di ogni specie - la città era un crogiolo di razze che cercavano un equilibrio per convivere in armonia - si preparavano per gli eventi che si moltiplicavano nei teatri, nei ristoranti e nei Café Chantant. Mister Smith, proprietario della Smith & Son, ditta creata dal nonno cinquanta anni prima, quella sera dava una festa, come ogni anno a quella stagione. Si riteneva essere la festa più elegante in città e la gente avrebbe fatto carte false per entrare nel novero degli invitati. Si indossavano capi esclusivi, le Signore sfoggiavano i gioielli di famiglia, quelli che durante l'anno riposavano protetti nel buio delle casseforti. La servitù di casa Smith, sotto la direzione del maggiordomo Reginald lucidava gli argenti, lavava i servizi dal bordo di oro zecchino, inamidava i candidi lini ricamati, disponeva i fiori giunti dall'estero in mazzi per i centrotavola. Ogni anno tutta l'intera scenografia appariva impeccabilmente ricercata e Lady Smith riceveva i complimenti che poi riferiva ai dipendenti in attesa della conferma del proprio eccellente lavoro, sancito l'indomani da un articolo del Sunday Telegraph che, nella pagina della cronaca locale, non mancava di riportare particolari della serata mondana. Monsieur Bonard, da anni trasferitosi in città dalla Ville Lumière, anche questa volta aveva partecipato all'evento. Noto per l'ineguagliabile eleganza, era giunto con la puntualità che lo contradditingueva: il mantello, la tuba, la sciarpa di seta immacolata come d'altronde lo sparato della camicia dai gemelli di diamante che spuntava dal gilet di raso damascato. Aveva lasciato mantello, tuba e il bastone dal manico di d'argento alla guardarobiera di casa Smith, naturalmente dopo aver omaggiato i padroni di casa aveva intrattenuto i convenuti con il suo vasto sapere che lo rendeva capace di discorrere dell'andamento dei mercati internazionali così come di filosofia. Allo scoccare della mezzanotte, quasi si trattasse di Cenerentola, aveva reso nuovamente omaggio agli Smith e si era congedato dalla festa.

Era quel tempo dell'anno in cui si impongono i bilanci e l'indomani la giornata sarebbe stata lunga. Sceso all'ingresso aveva ringraziato la guardarobiera con una generosa mancia e dopo aver indossato mantello e tuba era uscito a passo spedito nella gelida notte. Era talmente assorto nei suoi pensieri da non rendersi conto che, ai margini della portata del suo sguardo, uno degli spalatori, proteso sulle punte dei piedi, era intento a spiare, oltre la finestra del salone  posto al terzo piano del palazzo Smith, quella festa cui mai avrebbe neppure sognato di partecipare. Le mani appoggiate al davanzale, ormai intirizzite dal freddo, si riempiva gli occhi dei suoni e delle luci provenienti dal salone, lo stomaco semi vuoto brontolava al solo osservare quale e quanto ben di dio era stato avanzato sulla tavola. Era giovane e solo. Se Monsieur Bonard se ne fosse reso conto avrebbe pensato che questi umani erano proprio rifiuti della società di difficile integrazione.








Commenti

  1. Racconto magistrale. Chissà quanti Monsieur Bonard sono in circolazioni, riveriti e omaggiati.

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  2. Concordo e aggiungo molto bello. Descrittivo quanto basta per riflettere e capire la natura umana. Bella anche la stampa o il quadro che hai postato. Scusa se te lo chiedo, ma sei una scrittrice? Perché comunque sia, che tu sia scrittrice o no, scrivi molto bene.
    Un salutone e buon fine settimana

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    1. L'opera è di Kala, il più delle volte lei posta un suo quadro e io poi ci scrivo sopra un racconto, più raramente succede il contrario. Non sono scrittrice, di mestiere faccio altro, anche se ho pubblicato due raccolte di racconti e una favola illustrata. Grazie mille

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  3. Hai descritto, come sempre, la condizione umana con una finezza non comune.
    Grazie

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  4. L'incipit da solo merita il premio Strega (fantastica).

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  5. i rifiuti sono parte integrante.
    ottimo incipit. complimenti.
    connubio perfetto con la fantasiosa illustrazione.
    buon giorno

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  6. Guardo l'illustrazione e mi chiedo, come ogni volta, quali magici meccanismi si smuovono nella tue fantasia, attingendo storie incredibili che probabilmente erano solo in piedi davanti al davanzale della tua fantasia, in attesa di una sola scintilla riverberante di colore. Grazie Amanda!

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  7. Passo per farti gli auguri di Buon Natale e un Nuovo Anno che ci porti fuori da questa tremenda pandemia.
    Un salutone e ci rileggiamo nel nuovo anno dopo il 7 gennaio.

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  8. Effettivamente ho impiegato parecchio ad integrarmi e non so manco se ci sono riuscito forse è per questo che evito le feste, le prime alle mostre e le innaugurazioni.
    Devo dirti che è bello? Che sta tra i primi dieci? Che te lo dico a fare, c'hai una sfilza di adulatori qui sopra che a me basterebbe il 10% per farmi contento.
    Ti uguro buone feste, tante scarpinate sui tuoi monti (anche in quelli degli altri) e un felice duemilaventidue (con libro Mondadori incluso), io per parte mia ti assicuro che ti vorrò bene come nel 2021. Ciao.

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    1. Grazie Signor Nucci è un grande privilegio averti tra i miei pochi, fidati lettori

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  9. Rocky sostiene che non lo invitano mai a queste feste esclusive perché non ha le amicizie che contano..io dico che non lo invitano perché spazzolerebbe il buffet e pure la tovaglia....ma certamente sarebbe l'anima della festa
    Un abbraccio da entrambi e auguri di buone e scodinzolanti feste!

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    1. Non sanno cosa si perdono a non invitare il divino Rocky. Buone feste Emilys

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  10. Buone feste Amanda!!! un abbraccio grande

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    1. Buone Feste Ernest e un abbraccio particolare alla tua mamma

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