Amandola e Rossana

 








Giunse l'estate in cui amandapiccola compì cinque anni e folgorata sulla via Damasco, dopo la visione di un film con Esther Williams, decise che non voleva più sguazzare nella piscina dei bambini, il cui contenuto era composto al 40% di pipì e al 60 di acqua con una tale quantità di cloro che, qualche anno più tardi, Michael Jackson sarebbe stato un pivello in fatto di trattamenti sbiancanti; amandapiccola avrebbe imparato a nuotare.Sennonché, siccome tra il dire e il nuotare c'è di mezzo il mare e amandapiccola si prendeva tutto il tempo necessario, e anche di più, per lanciarsi nelle cose, da prima transitò per la fase braccioli, poi per quella braccioli sgonfi, infine per la fase pitagorica studiando attentamente tutte le ipotenuse e i cateti delle più brevi triangolazioni che la piscina degli adulti, la cui forma era stata concepita da un ingegnere ubriaco,consentivano per stare il meno lontana possibile da una sponda senza bere troppa acqua. Seguirono i metodi da Guantanamo delle cugine grandi che la portavano in mezzo all'acqua alta per poi abbandonarla al suo crudele destino, stile Titanic. Sviluppò quindi un stile cane epilettico che le consentiva di non passare a miglior vita ma il nuoto era un'altra cosa. Infine comparve lei: Rossana, l'inquilina del quarto piano. Aveva ciglia quasi trasparenti e una pelle chiarissima tempestata di lentiggini che di sera sparivano sotto il trucco, vestiva dei costumi interi casti che terminavano però con un gonnellino a volant e, prima di scendere in acqua, calzava sui capelli ramati una cuffia di quelle con petali gommosi che quando veniva indossata risucchiava la testa in un vuoto cosmico capace di eradicare i pensieri dalla materia grigia. Rossana concepiva il mare per lo sguazzo e la piscina per il nuoto. Vero è che Jesolo è nota per certe basse maree tali per cui si devono fare chilometri per raggiungere l'acqua natabile tanto che Mosè, sul Mar Rosso, aveva fatto un tragitto più breve dopo che le acque si erano ritirate. Il padre di amandapiccola, il Signor B., sosteneva che Rossana per un certo periodo avesse praticato il nuoto a livello agonistico,  ma si trattava di voci di ombrellone. Fatto sta che alle dodici e quarantacinque Rossana, di rientro dalla spiaggia, scendeva in acqua sempre dal lato dove era più fonda, sotto al trampolino, e inziava a nuotare. Amandapiccola, la prima volta che la vide, rimase con la bocca aperta, ma anche questa in realtà è un'impressione poiché amandapiccola, quella volta li, aveva sempre la bocca aperta essendo adenoidea, Rossana fendeva con grazia l'acqua con uno stile rana un po' sghembo; amandapiccola pensò che doveva trattarsi della sorella di Esther Williams e la seguì lungo il bordo della vasca cercando di capire i segreti di una tecnica che l'avrebbe trasformata da un cane in perenne procinto di annegamento in una sirena, o quanto meno in una rana. A pranzo amandapiccola manifestò la sua totale ammirazione per lo stile natatorio della Signora Rossana. Così il Signor B il pomeriggio stesso, in spiaggia, tra una partita a tamburello e una granita al tamarindo, lo raccontò a Rossana causando un imbarazzo rasentante l'annichilimento di amandapiccola, la cosa sortì il suo effetto perché Rossana le disse:"Bene Amandola, da domani nuoteremo insieme`. E stranamente li dove non erano riusciti gli incoraggiamenti di genitori e sorella, lì dove Pitagora aveva deciso di abbandonare la geometria per ritornare alla logica, lì dove le torture di Guantanamo non erano riuscite a piegarla, Rossana trionfò, le spegò tecnica, respirazione e bracciate . Per lei amandapiccola fu per sempre Amandola e per anni, dopo l'apparecchio ortodontico, la prima cosa che Rossana a luglio le chiedeva quando si rivedevano al mare era "Amandola fammi vedere i denti" cosa che non smetteva di imbarazzarla specie negli anni dell'adolescenza . Non imparò lo stile libero e neppure il dorso (a insegnarle quelli ci pensò due anni dopo il maestro di nuoto). Non si trasformò in una sirena, ma da girino si tramutò in rana e ci mise cosi tanto impegno che ancora oggi Amanda, che forse è stata una rana in un'altra esistenza, potrebbe nuotare per ore perché è una delle cose che la rende felice.





Commenti

  1. Che meraviglia, specie per uno come me che ama il mare e il perdercisi, e che quando subì un'operazione alla spalla, con inserimento di protesi al posto della testa dell'omero, rimase scioccato solo quando il chirurgo gli disse "si scordi il nuoto", Tanto feci che ora nuoto di nuovo, contro ogni previsione avversa, ecco. A proposito: a "eradicare" ho aperto la bocca di meraviglia, proprio quando esci dall'acqua a prendere aria e poi ti immergi di nuovo in un abisso azzurro.

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    1. Che ha sto povero eradicare di tanto stupefacente 😁

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  2. che forte Amandapiccola, è come essere lì ed assistere.
    Io ricordo il mio pessimo rapporto con la piscina ad esempio, avevo perennemente freddo e li dita rattrapite. Un incubo praticamente

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    1. Poveri bimbi spinti a cose che non gli appartengo o, ma se non si prova...

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  3. Pensi che l'olimpionica Rossana sia ancora viva e in attività?
    Vorrei tanto dare a Frànzolo una senile, ultima, disperata possibilità di imparare......

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  4. Letto (d'ospedale) come da gentile richiesta; è un peccato che chi ha grande fantasia, chi riesca a far sognare si diletti in ricordi, ben scritti, per carità e anche piacevoli da leggere (ce ne fosse di gente che scrive così) . Favole, favole favole.


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    1. Erano mesi che non posta niente di amandapiccola e scrivevo solo favole e racconti!

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    2. Va bene, va bene, non t'incazzare.

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  5. Che bella storia, scritta con il tuo personalissimo stile. Certo che ognuno do noi potrebbe raccontare come andò quella volta che finalmente riuscì a stare a galla. A parte quelli che non ci riuscirono mai.

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    1. Pensare che veniamo dall'acqua, le nuove generazioni che all'acqua tornano molto prima di noi penso abbiano un impatto molto meno traumatico

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  6. Che voglia di mare viene, nel leggere questa storia magnifica!
    Ottimo lo stile cane epilettico ;-)

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  7. Eh si, viene voglia di mare leggendo il post. Poi per me, genovese "immigrato" a Milano, il mare mi manca molto. Quando sono a Genova anche se il mare non lo vedo so che c'è (basta andare sul lungomare) e mi da anche un senso di immediata tranquillità. Infatti dopo aver letto il tuo post pensavo a ogni volta che vado al mare e vedo l'orizzonte...senso di spazio, di larghezza e di lunghezza amplificati, i pensieri vanno liberi. E poi tutte le storie collegate...quando ero bambino in spiaggia (la stessa età della bimba della foto) con la mia famiglia, mia sorella maggiore, i pescatori che gironzolavano in spiaggia.
    Bel post, un salutone e buon fine settimana

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    1. La bimba della foto sono io e credo che chi nasce al mare senza non possa stare

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  8. Anche Leo in età adulta, però, si cimentò con le onde clorate della piscina, in quelle salate l'insuccesso rasentò più volte l'annegamento. Munito di maschera e pinne si tuffò seguendo le indicazioni del suo discepolo di sci di fondo, ma la speranza biblica nella rinascita sopra le acque si scontrò con la vergogna di quel tipo di approccio oramai inadatto per un adulto già padre di famiglia. Le pinne e la maschera giacciono da anni nel baule degli insuccessi insieme alla capacità di tenermi a galla dove il mare sprofonda negli abissi oltre il metro e mezzo di altezza. ;)

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