Weird tales : Systenatulinne


Annalisa Parisii 






L'ombra di barba ormai evidente crea una linea netta sul volto del Saggio N1 al di sopra della quale le gote tonde e rosee, spesso tendenti al rubizzo, fungono da mensola a due lenti spesse oltre le quali si intuiscono occhi tondi venati da una rete di capillari. Anni di studio e quotidiane ore di raccolta di campioni e delle più minute informazioni, li hanno affaticati. Lì dove un tempo peli folti disegnavano sul volto degli umani arcuate cornici, ora, in questo Ibrido sono presenti due antenne in grado di fornirgli ulteriori informazioni sull'ambiente circostante. Le spalle un po' cadenti e il busto morbido si continuano in un addome globoso che nell'insieme gli conferisce un profilo sferico che termina con una serie di tentacoli che, a seconda del terreno, possono emettere ventose o sfere che usate come ruotini facilitano gli spostamenti. A volte sugge con i tentacoli per distinguere il sapore degli Ibridi differenziandoli in dolci, amari, salati o acidi. Il più lungo dei tentacoli gli spunta dalla nuca. Vezzosamente lo acconcia come se si trattasse di un copricapo. L'eleganza è proprio una delle caratteristiche che lo contraddistinguono. Non indossa propriamente abiti come era usanza un tempo tra gli umani ma la sua corazza è morbida al tatto, con una consistenza che varia, a seconda degli habitat che sta esplorando e delle stagioni, tra quella del tessuto che gli umani definivano velluto e l'elastacità di una gomma; i colori sono sgargianti: indaco bordato di fucsia, giallo acido e arancio. Il Saggio N1, dopo aver a lungo sfogliato e studiato l'antico Atlante a cui si è ispirato per iniziare la sua catalogazione degli Ibridi, si è attribuito il nome con cui ora lo chiamano gli altri Saggi: "Systenatulinne" associando tra loro le lettere non sbiadite che si trovavano sul frontespizio del tomo e tutto sommato gli si addice poiché come Linneo nel Systema Naturae sa che non vi è conoscenza lì dove le cose non possiedono un nome e se anche lui l'Atlante di botanica sistematica dello Svedese può solo sfogliarlo perché non conosce l'arcaica lingua, si dedica alla catalogazione con la sua stessa passione facendone la sua ragione di vita: conta, annota, descrive occhi, dita, piedi, antenne, propaggini. Accompagna le descrizioni a schizzi. Raccoglie campioni. La sera stanco toglie le spesse lenti e con esse i suoi bulbi oculari esausti, e immediatamente, privato della vista, sprofonda in un sonno profondo e ristoratore, mentre due occhi venati di rosso continuano a scrutare l'ambiente circostante incessantemente da comodino su cui, insieme agli spessi occhiali vengono posati. Il suo solo rammarico è la consapevolezza che non gli basterà l'intera esistenza per dare un nome a ogni singolo ibrido nonostante il tempo di ogni singola Creatura della sua epoca, compreso lui stesso, sia lungo a volte molti secoli. Conscio che ogni Ibrido è unico, lo sacrifica solo quando ne viene attaccato o quando li raccoglie già morti. In questi casi essicca il campione estinto e lo allega alle pagine dell'enorme Atlante che va compilando. Quando non è troppo stanco trova illuminante il confronto serale con gli altri Saggi che lo accompagnano lungo il cammino di ricerca, ognuno con la sua peculiarità e specializzazione. Nella loro luminosa sapienza hanno implementato una nuova lingua comune tramite la quale poter colloquiare. Così quando si fa sera, una volta trovato un riparo e consumato il pasto, ognuno conforme alle proprie prerogative metaboliche, condividono il frutto delle loro ricerche quotidiane. A volte non si trovano in accordo e c'è uno srotolamento di tentacoli e un rizzarsi di antenne e aculei solo a monito di come possano degenerare le cose, come un tempo avveniva tra gli umani in alcune discussioni in cui i toni si facevano accesi, si tratta tuttavia di momenti fugaci poiché per loro resta prioritaria la condivisione del sapere. Le dispute quindi si ricompongono prontamente. L'ambiente è troppo ostile per perdere preziosi compagni di viaggio. A tale proposito resta ai quattro Saggi superstiti ancora incomprensibile come si sia giunti all'annientamento del 5° Saggio solo qualche giorno prima. Certo si era comportato in modo incongruo, non era stata davvero un'idea intelligente tornare sui propri passi dalla Bambina Tarassaco, così l'aveva denominata dopo il primo incontro Systenatulinne, dopo che il piccolo Ibrido aveva mostrato la propria ostilità utilizzando quel suo grande occhio come una lente deformante che aveva spaventato il 5° Saggio. Tuttavia in modo molto infantile questo aveva trovato irresistibile l'effetto che sie era creato quando aveva soffiato sul capo della Bambina Tarassaco ed era tornato sui suoi passi verso la piccola radura. Solo a tarda notte dopo una ricerca che li aveva privati delle energie residue ne aveva trovato il cadavere la bocca incrostata dai residui di liquido vischioso e giallastro. Mai un piccolo Ibrido, pressoché innocuo all'apparenza, si era spinto così in là con una Creatura di dimensioni come quelle che accomunavano i Saggi. Stava a loro ora decidere se prendere il fatto per quello che era cioè l'evidente risultato di un eccesso di legittima difesa da parte della Bambina Tarassaco come sosteneva Systenatulinne dopo aver scoperto la piccola antenna acuminata, le cui caratteristiche aveva annotato sul suo taccuino al primo incontro, infilzata sulla caviglia del 5 Saggio o impartire alla Bambina Tarassaco una pena esemplare affinché fatti simili non accadessero mai più, come sosteneva il 2° Saggio. Le discussioni si protrassero a lungo e si esaurirono solo dopo aver votato.

Commenti

  1. Pare che sia l'inizio di una serie ben più vasta che ci farà conoscere un fantasioso mondo.
    Anche a me a volte capita di mettere gli occhiali sul comodino e addormentarmi di colpo.

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  2. Risposte
    1. Con moolta calma, io e le distopie ci sopportiamo a piccoli sorsi

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