La Signorina Adalgisa

Cecilia Bianchi



La Signorina Adalgisa era nata al tramonto del secolo lento dei cavalli. Era nata da una famiglia della alta borghesia, aveva fatto quelle scuole per le signorine bene che permettevano di aspirare ad un buon matrimonio per volere della madre. Il padre aveva acconsentito ma ad altro scopo, ci teneva che la figlia avesse la stessa opportunità di studiare del fratello di poco maggiore. Così Adalgisa aveva imparato il francese, i classici e a suonare il pianoforte. Il secolo si era da poco concluso e Adalgisa, bambina,  aveva imparato l'orrore della guerra e dopo quella aveva perso l'adorato padre. Ora le priorità della madre erano cambiate, Adalgisa non doveva più trovare un buon partito e il figlio avrebbe dovuto mantenerla. La donna aveva un cuore di pietra, la felicità e il futuro dei figli erano in funzione delle sue esigenze. Poi venne la seconda guerra mondiale e il mondo iniziò ad accelerare, la città in cui vivevano, distrutta non offriva grandi opportunità di lavoro, ma il fratello seppe che di là dell'oceano c'erano grandi possibilità per i tecnici come lui e si imbarcò con la promessa di farsi raggiungere appena sistemato. Adalgisa era ormai una zitella di mezza età, i suoi talenti sprecati, dopo un anno dalla partenza giunse il tanto atteso e temuto telegramma. L'amata casa fu chiusa, tutto ciò che era trasportabile fu sigillato in bauli e si imbarcarono insieme all'anziana madre su un piroscafo. L'attraversata durò ventidue giorni, ci fu perfino un principio di incendio a bordo, la madre ed Adalgisa temettero per la loro vita quasi più che sotto le bombe, ma alla fine giunsero in centro america e da lì alle Antille Francesi. Adalgisa rispolverò il francese della sua adolescenza, dopo poco tempo l'anziana madre morì, un senso di liberazione si unì al dolore della perdita. Adalgisa iniziò a insegnare nella piccola scuola dell'isola, la sua vera vita iniziò così a quasi sessant'anni tra i banchi di una scuola, tra i sorrisi dei bambini che imparando avevano dato un senso alla sua esistenza

Commenti

  1. Se non fosse un racconto, penserei che fosse una storia vera

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    1. C'è un.ispirazione a Teodolinda in effetti
      https://micacotiche.blogspot.com/2015/08/storia-di-teodolinda.html?m=1

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  2. Molto bello, direi molto zardiano (sto leggendo il suo recente libro di racconti targato Neo., e mi balza all'occhio questo racconti di borghesi novecenteschi). Brava, sempre di più.

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  3. Queste storie di vite "sacrificate" ad interessi familiari mi sono ben note. Fortunatamente la signorina Adalgisa ha poi trovato la sua realizzazione. Come sempre grazie x la tua condivisione

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  4. Mia nonna diceva che solo la "legna vecchia" scalda l'anima.
    Adalgisa avrà donato il suo calore, scaldandosi a sua volta...

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  5. Letto e archiviato insieme agli anni che ho sprecato anch'io

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