Azzurro, bianco e giallo

Foto Nela San

Il cielo di porcellana blu dell'Alentejo, oltre l'ombra del porticato, riempiva gli occhi ed il cuore e richiamava alla luce come il canto di una sirena. L'elefante alle spalle della donna che sedeva di fronte allo schermo di un tablet, si seppe poi, fungeva da suggeritore. Una brezza accarezzava la pelle asciugandola dal calore; sul tavolo, ormai sparecchiato del dopo pranzo, solo una tazza di caffè mezzo consumata faceva compagnia al tablet.

La donna leggeva e rileggeva, spostava punti, ricamava virgole, snelliva.

Di tanto in tanto Hanno, questo era il nome del pachiderma, avvicinava il grosso capo all'orecchio della donna che poi sorrideva e digitava, quindi Hanno si avvicinava al piccolo schermo e dondolava il capo quasi approvasse. Passarono così diversi pomeriggi la donna e l'elefante, ma verso sera, poco prima che la brezza rinforzasse, lasciavano la casa e percorrevano insieme i tratturi polverosi che portavano alla falesia. Lì l'elefante attendeva la donna essendogli precluso, per peso ed ingombro, il tratto di cammino in cui la donna distendeva i polmoni come ali e li riempiva dei profumi dell'oceano. In fine si riunivano e per i rossi sentieri di campagna facevano ritorno alla bianca casa dalla porta gialla e dalle imposte celesti.  A distanza di oltre duemila chilometri un'altra donna sudata e smagrita, attendeva riscontro, quasi si trattasse di una sentenza, era un tipo ansioso; in fianco a lei, una gatta la guardava con superiore distacco pensando che come al solito la donna non prendeva la giusta distanza dalle cose.  Una sera la donna e l'elefante premettero invio sul tablet. Duemila chilometri più a est, in una terra che, avvolta in un sudario umido , dimenticava l'esistenza dei colori, l'altra donna ricevette, rilesse, e grata si sciolse in un sorriso.



Buon compleanno Nela