La donna del (buon)giorno

Sandra Pilacchi

Una mattina dieci anni fa ho dato il buongiorno a Ludmilla, non so come l' ho saputo ma so di certo che fosse quello il suo nome, poi venne l'ora della buonanotte a Severina, il giorno dopo toccò a Dositea e Serenella. Poi sono arrivate Francesca, Luisa, Cunegonda, Gervasia, Lucia e Immacolata: un esercito di amazzoni, un popolo di guerriere, con loro ho combattuto il dolore, l'abbandono, la malattia, le sconfitte e perfino la morte. Con Faustina, Giuliana, Saveria, Caterina, Gloriana, Ines, Gioacchina ho gioito dei successi, delle rinascite, dei sorrisi ritrovati, di un pane lievitato bene, di un calzino spaiato recuperato, di un taglio di capelli che ci fa sentire nuove, delle soddisfazioni del lavoro. Con Gigliola, Emerenziana, Simonetta, Daniela ci siamo indignate per il clima di odio crescente intorno a noi, per i diritti negati, per l'assenza di empatia verso il prossimo. Con Stefania, Claretta, Pierpaola, Saturnina abbiamo brindato alla nostra salute, a un anno nuovo che arrivava, a uno o due traslochi, ai concorsi che sembravano vinti, al risveglio dopo un'anestesia, al ritorno dei figlioli prodighi. A Giuseppina ho regalato perfino un angelo custode, lo ha annichilito e prepensionato. Ma alla fine queste 3650 e passa donne che ho salutato ogni mattina e quelle 3650 donne cui ho augurato la buona notte la sera e le centinaia comparse qua e là tra il far del giorno ed il far della sera e tra l'estate e l'inverno le trovo tutte riassunte in quella inimitabile che ho incontrato meno volte delle dita di una sola mano, ma che quella mano stringe e non molla ogni volta che sto per cadere, che mi sgrida come mia madre non ha mai fatto e mi consola come solo la migliore delle sorelle sa fare e che si fa trovare ogni volta che ne ho bisogno. Resta sempre lei il mio superbo regalo.

AUGURI SANDRA LA CARCIOFA