Così lontano, così vicino
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E salirono sul tetto per noia, che evidentemente non è una condizione esclusiva dell'animo umano. Da lì il cielo sembrava più vicino, le confidenze più intime. Un vento da nord ovest aveva sferzato la valle per tutto il pomeriggio, a tratti con furia snervante. Si era insinuato ovunque fino a fare lacrimare gli occhi, arruffare i capelli, seccare le labbra degli umani. L'irrequietezza generata da quel tipo di vento bisogna provarla per capire e i tre, pur non sapendo darle un nome e un cognome, la testarono per la prima volta nella loro esistenza che, a nostro metro di misura, definiremmo lunga. Poi, così come era venuto, il vento si era placato e la notte, ora, pareva un grembo accogliente capace di fare affiorare nostalgie struggenti, desideri impellenti, delicate memorie di sensazioni lontane.Quanto distava casa? Quando avrebbero fatto ritorno? Orientavano lo sguardo verso orizzonti lontani, ognuno di loro raffigurandosi un punto diverso da associare a quell'idea così intima. Il primo dei tre si lasciò distrarre dal volo di creature pennute e provò a indicare quella novità agli altri due esattamente come un bimbetto che, per lo stupore della scoperta, indica l'origine di quella emozione ai genitori, ma il secondo aveva iniziato a condividere ricordi lontani e il terzo sembrava rapito da quel narrare, al punto che i due si persero l'attimo esatto in cui la pattuglia alata sorvolò radente il tetto. Molte erano le cose da capire, tanto c'era ancora da esplorare prima di poter fare ritorno. Ma lì, su quel tetto, sul far della sera, quando i loro occhi si illuminarono per adattarsi alla visione notturna, tutto improvvisamente assunse il carattere di una epifania e i tre esseri, sereni e consapevoli, si godettero quell'attimo semplicemente per quello che era: un concentrato di spazio, un tempo definito e al contempo eterno E fu luce, proprio mentre calava il buio.
Surreale e borisvianiana.
RispondiEliminaConfesso non ho visto Boris 😁
EliminaMi sa che l'Alligatore fa riferimento a Boris Vian, di cui lessi una vita fa solo La schiuma dei giorni e ricordo che mi lasciò confusa. Anche tu mi confondi e mi sorprendi: grazie di cuore. Come fai a ricordare tutto?? Un abbraccio a te.
RispondiEliminaEcco che ignorante, ora dovrò rimediare facendomi sorprendere anch'io. Le agende servono per ricordare le cose che non si vogliono dimenticare
Eliminache bello hai dipinto con la penna o i tasti in questo caso
RispondiEliminaGrazie Ernest
EliminaSei straordinaria,
RispondiEliminaa leggere le tue pagine mi viene un nervoso della madonna perché ci sono dei blog che raccontano cazzate e hanno stuoli di seguaci, qui si leggono cose che aprono il cuore e vengono 4 gatti.
Non ho speranza per il futuro dei blog.
Troppo, ma davvero troppo buono
EliminaBellissimo. Questo sì che vuol dire vivere l'attimo presente intensamente. E poi non più.
RispondiEliminaGrazie Alberto
EliminaTanti anni fa, eravamo seduti noi tre amici, uno affianco all'altro, in una notte "buia di stelle", sulla cima del monte Vettore che ci sembrava essere il "tetto" del mondo. Ricordo benissimo le sensazioni, le emozioni, il detto e non detto tra noi, simili a quanto hai scritto. Ma c'eri anche tu? :)
RispondiEliminaChissà
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