Arnaldino e Buccabella

 


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Nelle intenzioni del padre di  Arnaldino Rucellai , quel suo ragazzo avrebbe dovuto diventare un eccellente cavaliere vincitore di giostre e tornei e, alla bisogna, un guerriero esperto d'armi pronto a battersi in battaglia. Tuttavia Messer Arnaldino, terzogenito del casato dei Rucellai di Rocca Magna, non possedeva i diritti dinastici del primogenito Guccione né il carattere combattivo del secondogenito Tancredi che scendeva da cavallo brandendo lo spadone e con l'armatura quasi ci andava a letto tranne che non si trattasse di impalmare qualche cortigiana, perché tutto quel "foco" in tempo di pace doveva pur essere spento. Il mite Arnaldino aveva due passioni: stare ad ascoltare il cantastorie quando giungeva col carrozzone dei saltimbanchi - lo avrebbe fatto ore e ore - e sedersi a tavola a degustare con calma tutte le portate specie quelle dei dì di festa. Arrosti di cinghiale, farciti di cappone , ripieni di pernici, una specie di matrioska (come si direbbe ora) alimentare guarnita di funghi, rape e castagne, innaffiata di buon vino. Ai banchetti era sempre il primo a sedersi e l'ultimo ad alzarsi e a guardarlo non se ne aveva meraviglia alcuna perché era roseo e tondo come i maiali messi all'ingrasso nell'aia quando si era al termine dell'estate. Faceva la felicità della cuoca perché il suo piatto alla fine avrebbe potuto direttamente rimetterlo in credenza senza lavarlo da quanto era tirato a lucido. Ora questo figliuolo, lievitato come una pagnotta, tenuta al caldo nella madia vicino al focolare, era tuttavia un discreto cavaliere, nonostante i cavalli di corte, che lo dovevano trasportare, non fossero affatto contenti dell'onere che toccava loro. Lo era diventato al solo scopo di evitare di venire rinchiuso in convento come spesso succedeva ai terzogeniti a quei tempi. Lui a fare il frate non ci pensava nemmeno, perché non sarà stato in diritto di amministrare i beni di famiglia, non sarà stato incline alla battaglia, ma in cuor suo sentiva di essere nato per l'amore. Il problema era che le nobili pulzelle lo sdegnavano perché non ereditando non era un buon partito e non aveva nemmeno il phisique du role del baldo cavaliere, quando saliva in sella sembrava che le reni dell'animale fossero lì lì per cedere.Un giorno a un  torneo giunsero ospiti anche i Signori di Virgoletta, questi avevano una figlia in età da marito, la cui dote si diceva non fosse delle più ambite. Per questo pensò Arnaldino, l'arrivo della pulzella non aveva destato l'interesse dei suoi fratelli né dei più nobili dei cavalieri. Quando fece il suo ingresso a cavallo per la giostra levò lo sguardo verso la tribuna d'onore e rimase incantato, mai aveva visto un viso così dolce, due gote rosate, due trecce color dell'oro, pelle di burro e una bocca che pareva disegnata da mano divina, non per niente la fanciulla si chiamava Buccabella. Improvvisamente l'orgoglio di Arnaldino si impennò, desiderò con tutto il cuore di fare degna figura nella giostra al cospetto di quella creatura angelica e così fu. Al termine del torneo dame e cavalieri si alzarono per recarsi al banchetto e fu allora che Arnoldino si accorse che Buccabella non era che un soldo di cacio infatti per farla assistere al torneo avevano dovuto montare il suo scranno su un palchetto ben più alto degli altri, tuttavia era morbidamente armoniosa. Fece il possibile per sederle accanto ma fu quando notò con quale voluttà mangiasse e soprattutto quando scoprì che Buccabella sapeva leggere e da quelle labbra di rosa iniziarono a fluire storie che nessuno gli aveva mai narrato che cadde rapito da repentino amore. Dal canto suo Buccabella trovò irresistibile quel cavaliere non incline alla guerra ma al convivio e alle lettere, le famiglie nulla ebbero a ridire sul fidanzamento di quei loro figli che ormai credevano votati a destini solitari. Arnaldino imparò a leggere da Buccabella, si diedero alle scienze, alle arti alla lettura e incredibilmente prosperarono amministrando con saggezza le loro finanze e vissero felici e rotondi. 





Commenti

  1. Certo. Felici e rotondi rende il racconto accettabile.

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  2. Ho conosciuto Amanda da un commento sul blog di Franco. Ho scritto che era bello.
    Poi ho letto un racconto e sono rimasto incantato.
    A questo punto uno si aspetta sempre di più.
    Questo "di più" non me lo dà il racconto "Arnaldino e Buccabella".
    Ma quello che scrive Amanda è sempre di valore.
    Sicuramente riuscirò a leggere i tuoi tre libri.
    Ciao.


    ARNALDINO E BUCCABELLA

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    1. Grazie per la fiducia Gus, i libri sono (e mi sa che resteranno) due

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  3. Rotondi e pasciutelli sembrano un promo al prossimo lockdown che ci vedranno tra libri e cucina.
    Ma a quell'epoca, gli sfortunelli, non c'avevano ancora Netflix... ;)

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    1. Neppure io, confesso, ho Netflix, se non mi deprimo troppo (e in primavera successe) leggo molto e scrivo

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  4. C'è gente in piazza!
    Quando ho letto "Viaggio in Portogallo" non ho trovato niente di eclatante nella narrazione ma solo il picere di leggere, riga dopo riga, quel che c'era scritto, per la bellezza dello scritto e l'alchimia delle parole. == Arnaldino e Buccabella il gusto di vedere cosa c'è nella riga che verrà. A domani Amanda.

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    1. A oggi, marpioncello 😁😁

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    2. Perfetto racconto della sera, per andarsene a dormire col sorriso sulle labbra.
      Grazie Amanda.

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