Selene e la nuvola

 

Piero Schirinzi




Adelaide era una piccola rosea nuvola nata di prima mattina in settembre. Una di quelle mattine terse in cui il mondo sembra enorme e al contempo minuscolo sia che lo guardi dal basso, sia che lo ammiri dall'alto. Orizzonti sterminati, eppure apparentemente a portata di mano, solo a voler allungare un dito. Una di quelle mattine, dopo mesi di caldo opprimente, in cui l'aria frizzante che entra nel naso lo  solletica, rimbalza ridendo giù per la trachea, stuzzica i polmoni che si espandono lievi quasi fossero i mantici di una fisarmonica durante l'esecuzione di un tango o il pallone di una mongolfiera in procinto di levarsi in volo. Adelaide  piccola e graziosa aveva tuttavia un carattere indipendente e  determinato e decise che voleva viaggiare libera per il cielo. Dopo le piogge che nei giorni precedenti avevano rinfrescato l'aria vide che gli alberi stavano mutando livrea, i rossi e i gialli  sostituivano tutte le tonalità di verde che si erano succedute durante i mesi estivi, si preparavano al gran finale prima di salutare i rami che le avevano ospitate, danzando al gran ballo d'autunno. Adelaide pensò che attendeva anche lei un refolo di vento per indossare un paio di ali e iniziare a viaggiare. Come tutti i piccoli aveva la smania di crescere, di farsi grande, di vedere il mondo. Si spostò quindi verso i monti, sapeva che appena l'aria si fosse scaldata si sarebbe fatta grande. Fu salendo che si accorse che sopra la cresta della catena montuosa, oltre i pascoli abbandonati dalle vacche ormai ridiscese a valle, stava una falcetta bianca, luminosa,   rivolta a levante da dove Adelaide proveniva. Sembrava attentamente ammirare il candore delle rocce granitiche sotto di lei. Felice di incontrare finalmente qualcuno, Adelaide le chiese come si chiamasse, cosa stesse facendo, da dove venisse con l'entusiasmo che sempre hanno i bambini. L'altra, con la pazienza che dovrebbero dimostrare gli adulti le rispose:"Mi chiamo Selene, sto quassù dall'origine del mondo, seguo colei che insegue il sole“.Adelaide ci pensò un attimo, non proprio sicura di aver capito, poi le spiegò che lei voleva viaggiare e le chiese se volesse farlo insieme a lei. Selene, non volendo sembrare scortese, sorrise garbatamente alla piccola nuvola. Le disse che non le sarebbe dispiaciuto viaggiare in compagnia ma lei aveva tappe e tabelle di viaggio prestabiliti, non poteva scegliere dove, quando e di quanto spostarsi. Ma Adelaide non demordeva:" Sei lì dall'inizio del mondo, chissà quante cose potrei imparare viaggiando con te". Selene, non volendo deluderla le disse: “Allora facciamo così:se sarai in grado di trasportarmi, prometto che verrò con te“. Proprio in quel momento si levò il vento, Adelaide montò come panna e le sue ali si fecero possenti e prima di essere trasportata lontano dalla corrente agganciò Selene. Ora se vi capitasse di vedere una luna crescente alta nel cielo di tarda mattina correre veloce insieme a una nuvola alata, fatevene una ragione, non vi è nulla di sbagliato in voi, è che a volte, quando l'esuberanza di un giovane e la saggezza di un anziano si incontrano, quando il piacere di raccontare e la voglia di ascoltare incrociano i loro sentieri si smuovono le montagne, si spostano i satelliti.












Commenti

  1. "Si spostano i satelliti" ecco.. dovrebbe sempre bastare anche un racconto postato con garbo e delicatezza a spostare satelliti, a smuovere la pietra più granitica, o anche solo a sciogliere un cuore.

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  2. Leggi qualcosa di creativo e cominci a volare anche tu.
    In questo senso la bellezza potrebbe salvare l'uomo.

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  3. Non è l'andare dell'uno verso l'altro, è incontrarsi per poi andare insieme.

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  4. A chi mi dice che sto sempre con la testa tra le nuvole posso dire che Adelaide mi parla solo se avvicino l'orecchio?

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