Serafino Picariello

 


Marcoieie







Era una notte di fine inverno, gli alberi sulla piccola isola erano ancora spogli ma il mare era piatto come una tavola e si respirava ormai nell’aria profumo di primavera. Solo una casa vicino alla riva aveva ancora le finestre illuminate. Il paesino sull’isola era cresciuto in verticale aggrappato alla collina, tutte le sue strade portavano al faro che si ergeva sulla sommità. Proprio in quel preciso istante le due lampade opposte del faro illuminarono da un lato una luna piena che si specchiava sul mare e dall’altro una stella luminosissima. C’era una strana atmosfera quella notte. In quel corto braccio di mare di fronte alla terra ferma e al largo della piccola isola un ipotetico osservatore  avrebbe chiaramente scorto anche a occhio nudo un barchino da pesca illuminato quasi a giorno da quell’incrocio di luci: il faro, la luna e il riflesso di quella sull’acqua. Aguzzando la vista quell’ipotetico osservatore sulla terra ferma avrebbe potuto intravedere che a bordo del barchino c’era una sagoma dalle proporzioni umane. Se poi l’osservatore si fosse munito di un binocolo gli sarebbero potuti sorgere una serie di dubbi: prima di tutto di stare sognando, poi di essere la vittima di uno scherzo e infine di aver esagerato con il vino a tavola. Questo perché più che avere proporzioni umane, quello che avanzava sul barchino al largo della piccola isola, aveva tutta l’apparenza di uno spettro. Se però avessimo capovolto i punti di vista e a osservare il mare in quella notte di luna piena fosse stato un abitante dell’isola e non un passante sulla terra ferma, poniamo pure l’unico insonne dell’isola con la luce ancora accesa, allora non vi sarebbe stato nessuno stupore nello scorgere lo spettro al largo su quelle acque placide in quella notte di luna piena. Nell’isola, infatti, tutti sanno che si tratta del fantasma di Serafino Picariello, pescatore come quasi tutti gli abitanti dell’isola, eccezion fatta per il parroco, il fornaio, il maestro, il farmacista e il dottore, il quale però sull’isola ci va solo di pomeriggio a giorni alterni dalla terra ferma ad aprire l’ambulatorio; perfino l’unico vigile, oltre l’orario di lavoro, si dedica alla pesca. E non si tratterebbe neppure di una storia triste perché Serafino non è morto in mare a causa di una tempesta, si è addormentato serenamente nel suo letto alla veneranda età di 89 anni. Il fatto è che se sei cresciuto su una piccola isola, hai respirato l’aria di mare per tutti i giorni della tua vita e di mare sei vissuto, un eterno sposalizio con la terra non è cosa facile da accettare. Così, nelle notti di luna piena, esce con il barchino a respirare aria di mare, quando il mare è calmo. E non potendo più pescare come un tempo, va a caccia di stelle cadute. Le stelle cadute non vanno confuse con quelle cadenti, perché quelle le sanno cacciare in tanti, specie d’estate. Le stelle cadute si devono cercare sulla superficie di un mare calmo, al chiaro di luna e sono rare perché rappresentano i desideri esauditi. Quella notte il fantasma di Serafino fece buona pesca. Quando il barchino sparì all’orizzonte anche la luce dell’ultima casa si smorzò. L’aurora dovette invece aspettare ancora un poco.


Commenti

  1. pare che sei tornata alle belle fantasie.

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    1. Mollo la saga fantasy? Su instagram reclamano il seguito 🤔

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    1. Non possiamo importi nulla Amanda.. ma esprimiamo sentimenti.. poi il pubblico di blog e Instagram può non coincidere.. ;)

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    2. Certo, ma mi piace tener conto delle opinioni di chi mi segue da lungo tempo

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  4. Ma che bel racconto! I fantasmi mi stanno simpatici anche se personalmente non sono fan né di sci-fi, né di fantasy. Sei capace di registri diversi, brava.

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  5. una favola bellissima quella di Serafino, speriamo in una buona pesca e di vederlo all'orizzonte

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