Corradino va alla guerra
Due lunghe leve pelose costruivano una distanza dall'infanzia, un nome imbarazzante, che solo una maturità, lontana a venire, avrebbe cavalcato con fierezza, invece, costituiva, agli occhi dei pari, una zavorra che impediva di spiccare il volo verso l'età adulta. Ma i desideri, per quanto spettinati e controversi erano proprio quelli tipici degli anni riportati sulla sua carta d'identità. Un padre violento lo aveva forgiato alle asperità dell'esistenza e alla consapevolezza delle miserie umane; una madre accogliente, come un porto durante la tempesta, gli aveva regalato dolcezza e sensibilità. Corradino navigava a vista in quella prima metà di anni 80 noti per la musica, lo scintillio e la certezza, infondata, che il domani avrebbe potuto solo essere migliore di ieri. Una certa indole da lupo solitario, a volte, faceva a pugni con il desiderio di conoscere i suoi simili. La sua sagacia si scontrava con la timidezza, facendo di lui il re dell'esprit de l'escalier, e proprio questo lo spinse a fare di carta e penna, prima, e della tastiera del computer, poi, la sua arma di difesa, di più, la sua arma letale puntata sull'arroganza e sulla stupidità. Misurava le parole, le affilava, e poi le lanciava contro il prepotente di turno. Gran parte della sua autostima aveva le fondamenta lì, tra quelle parole, la cui dignità rivendicava, quasi che tolte quelle, Corradino potesse trasformarsi in un ologramma agli occhi del mondo. Aveva provato la vita di città, la città quella grande, quella ambiziosa, quella in vetrina, quella da bere, ma l'aveva trovata così ipocrita e fasulla che era tornato di corsa al paese, dove poteva specchiarsi nella malinconia dei riflessi del lago. Nessuna compagnia gli era più congeniale di quella dei gatti di casa cui somigliava per carattere. Di parole si nutriva e da quella linfa vitale traeva spunti per costruire una sua cifra stilistica. Prima creò un diario in cui dava consigli da Zio, uno di quegli zii, solo di poco più grandi e leggermente scapestrati che fanno la felicità di qualsiasi nipote. Fu così che, spinto da un malcelato narcisismo, oltre che dal desiderio di parlare di una materia che ben conosceva, iniziò a raccontare di un ragazzino che aveva un nome da bambino che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita, e la guerra ebbe inizio
AUGURI ZIO SCRIBA
Che meravigliose sorprese, oggi, quanto calore attorno a questi 50 anni! Mi alzo, e trovo un messaggio d'auguri persino sulla lavagnetta di mio padre, che di solito dei compleanni se ne frega (dev'essere proprio una ricorrenza grave.... :D)
RispondiEliminaPoi vengo a dare una sbirciata ai blog, anche se volevo stare sconnesso fino a stasera, e proprio stavolta che ho deciso di non fare il post di compleanno trovo splendidi pensieri come questo tuo...
Grazie!!!!! :)
Bello questo augurio, si sente che sei una sua lettrice forte ...
RispondiEliminaAuguri a Zio Scriba anche da qui!
Mitico Corradino! Tanti auguri Zio!!
RispondiEliminaAuguri Zio!
RispondiEliminaAnnata di ferro
Compleanno tondo
Miseria ladra...
Auguroni allo zio, e grazie a te per questa bella dedica.
RispondiEliminaGrazie a tutti voi, e un bacino per Amanda! :)
RispondiEliminaMa che bell'augurio! :) grande!
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