Un grido nel silenzio
Sonia Maria Luce Possentini |
Immagina di avere tre anni e mezzo.
Immagina di avere i capelli biondi come il grano di giugno, subito prima che si faccia pronto per il raccolto.
Immagina di avere gli occhi del colore del cielo in un mattino di primavera quando l'aria è fresca e la burrasca lo ha spazzato durante la notte.
Immagina di amare le collane di perle color fucsia e le scarpe con le luci.
Immagina che il tuo programma preferito sia Masha e Orso.
Immagina di chiacchierare tutto il giorno come una macchinetta e che i tuoi genitori a volte, ridendo, si domandino dove sia il pulsante dello spegnimento.
Ora:
Immagina di svegliarti una mattina e di sentirti come dentro ad un acquario, ma hai tre anni e mezzo e non hai le parole per spiegarlo.
Immagina che per ore la tua mamma, il tuo papà e tua sorella sembrino farti uno scherzo: aprono e chiudono la bocca, sussurrano a malapena frasi che non capisci e a te questo scherzo non piace, dura troppo a lungo e dici loro di non parlare piano, ma continuano e ti viene da piangere.
Immagina di sentirti strana, ti sembra di essere andata troppo a lungo sulla giostrina del parco.
Immagina che questo ti spaventi perché ti fa male lo stomaco e ti viene da vomitare, ma non sai come spiegarlo, non trovi le parole per dire ai grandi cosa ti succede.
Immagina che dopo ore tutto torni normale, hanno smesso tutti di scherzare e tu puoi tornare a giocare anche se la "pancia" ti fa ancora male.
Immagina che ora i grandi sembrino quasi urlare e tu dici loro di parlare piano.
Immagina che il giorno dopo all'asilo siano i tuoi amici e le maestre a farti di nuovo lo scherzo delle parole mute e tu non ci voglia più giocare e che ti arrabbi.
Immagina che quando viene il papà a prenderti all'asilo, anche lui abbia cominciato nuovamente a giocare al gioco del pesce e che questa volta, dato che non smette nemmeno quando lo preghi di parlare forte, ti arrabbi davvero con lui e lo picchi e lo mordi.
Immagina che poi vomiti e il papà, che è il tuo adorato principe, per la prima volta capisca che davvero qualcosa non va.
Immagina che però poi la sera Masha e Orso non scherzino e tu puoi andare a letto contenta.
Immagina che la notte sia più buia quando è anche così silenziosa e ti sembri che possano arrivare dei mostri cattivi.
Immagina che ti portino in ospedale che ti facciano fare un gioco in cui devi fare una torre ogni volta che senti un suono, tu quel gioco lo sai fare perché l'avevi fatto pochi mesi fa all'asilo come tutti gli altri compagni di classe ed eri stata molto brava, ma che questa volta imbroglino perché mandano pochi suoni e tu la torre non la puoi costruire.
Immagina che ti spieghino che dovrai fare un altro gioco in ospedale con le cuffie ed i bigodini e poi anche delle "foto" della testa e degli orecchi dentro ad un tubo e che li farai mentre dormi, ma non senti proprio tutto quello che ti spiegano e piangi un poco per tutti quei dottori ed infermieri.
Immagina che la dottoressa ti regali delle forcine con Kitty quando ti svegli perché sei stata brava ed un po' le perdoni tutto quello spavento, ma la mamma sembra, adesso, forse più spaventata di te.
Immagina di vincere un paio di orecchini nuovi dopo le foto, sono colorati, ma non sono belli come la tua collana di perle fucsia, però puoi sentire, anche se piano piano quello che ti dicono a casa ed all'asilo.
Immagina che dopo due mesi tu torni all'ospedale e inizino tutti a parlarti di un orecchino nuovo col "bottone" fucsia, come la tua collana, però dovrai andare con mamma e papà due giorni nell'ospedale di un'altra città per metterlo con una "operazione" e questa cosa dell'operazione un po' ti incuriosisce, un po' ti preoccupa, loro spiegano e spiegano a voce bassa e ti fanno vedere disegni e pupazzi che hanno l'orecchino speciale, ma non sai se fidarti.
Immagina che venga il giorno in cui vai nell'altro ospedale e quando ti svegli ti senti ubriaca ed hai in testa un turbante bianco, dopo due giorni smetti di dondolare come l'Orso di Masha quando cammini e puoi tornare a casa.
Immagina ora che sia passato un mese da quel giorno, a volte connettono il tuo orecchino nuovo col "bottone" fucsia ad un computer e finalmente tutti hanno smesso di fare scherzi e parlano quasi normalmente.
Immagina:ora ho imparato ad andare in bici senza rotelline
Immagina di andare da E. a giocare con le parole e questo sì che è un bel gioco che non fa paura
Immagina che la Letteratura incontri la Scienza (o viceversa), e lo leggi da Amanda ...
RispondiEliminaQuesto commento è troppo bello, praticamente una coccola. Grazie mille!
EliminaIo ce la faccio ad immaginare tiro, anche la gioia delle parole, anche l'ha gioia di un padre a una madre che sentono la figlia udire di nuovo. Immagino tutto perché lo leggo da te e capisco
RispondiEliminaQuello che non immagini è che devi mettere gli occhiali quando scrivi😂😉😘
EliminaNon mi piace immaginare questo gioco
RispondiEliminariesco ad immaginare solo l'ultima riga.
Abbi pazienza ma sono uno che si sveglia la notte pensando che la Bianca o la Camilla
si facciano del male o muoiano, mi basta questo e a dirla tutta mi avanza anche.
Proprio per quello puoi capire
EliminaTu mi commuovi sempre
Eliminaz
Immagino
RispondiEliminaQuanta dolcissima passione.
RispondiEliminaimmagino ma non so se mi piace farlo...
RispondiEliminaIo non so se riesco ad immaginare.
RispondiEliminaSi può immaginare e gustare il lieto fine.
RispondiEliminaImmagino e sei commuovente...
RispondiElimina