Nel barattolo


da internet


Una o due volte l'anno l'uomo si recava in un piccolo magazzino vicino a casa, sempre lo stesso, era metodico, una di quelle botteghe che vanno scomparendo, quelle dove trovi, per intenderci, tutto, dai cacciavite alla carta moschicida,  e comprava una confezione da venti pezzi di barattoli di vetro da conserva, di quelli con il tappo che crea il sottovuoto, e non era fine estate e non era nemmeno sempre la stessa stagione. La cassiera, che in quel negozio ci  aveva iniziato a lavorare nella stagione dell'acne e ora ci arrivava al mattino dopo aver lasciato il secondogenito davanti al cancello delle elementari, si era domandata cosa quell'uomo, un tipo interessante che chiaramente teneva molto al suo aspetto fisico, ci conservasse. Poiché l'intrigava, fin dalla prima volta che era venuto in bottega, e sapendo che in quel negozio gravitava una clientela strettamente locale, se si escludevano alcuni appassionati ottuagenari dell'arte del traforo, capaci di attraversare la città in cerca della punta di un trapano di una ditta particolare ormai reperibile solo lì, si era presa la briga di raccogliere informazioni sul suo conto scoprendo così che si era trasferito in zona da qualche anno dopo il divorzio. Certo non lo immaginava davanti ad un pentolone di alluminio a mescolare composte di frutta, di quelle che si preparano per accantonare uno spicchio di sole per la stagione fredda. I barattoli erano sempre quelli della misura più piccola, ed anche questo era strano, infatti di quelle dimensioni ormai li procuravano praticamente solo per lui. Generalmente l'uomo , dopo essere uscito dalla loro bottega, attraversava la strada e si recava dal cartolaio che stava due porte più avanti. Una seconda indagine le aveva permesso di scoprire che lì acquistava delle etichette adesive, il che non faceva una grinza: chi conserva, nel tempo vuole ricordare le caratteristiche di ciò che ha imbarattolato. Poi all'ennesimo rifornimento non resistette e dopo una lunga perifrasi di introduzione alla domanda finalmente si informò sull'uso che ne faceva. "Servono per la mia collezione" rispose l'uomo e quella non ebbe l'ardore di indagare oltre. L'uomo collezionava baci, lo faceva con metodo sistematico. Di ogni bacio voleva conservare, morbidezza, intensità, passione, durata, coinvolgimento, tecnica, umidità, profondità, sapore, delicatezza e poi note banali come la data e la localizzazione geografica dell'accadimento. In quella collezione era raccolta parte della sua stessa vita, anche se, il fatto che dovesse stilare un catalogo, in stile Don Giovanni, non lo collocava tra coloro che trascorrevano una vita serena ed appagata, salvo che uno non ritenga  appagante riporre barattoli come taluni cacciatori appongono tacche al loro fucile. La volta successiva l'uomo,a cui non era sfuggito l'interesse della commessa, la guardò dritta negli occhi e sorridendo le confessò la natura della sua collezione, lo fece a scopo interlocutorio e un po' come provocazione. La donna non sembrò più di tanto turbata, ma rispose "avrei preferito saperla collezionista di sospiri"  e lui che da provocatore si scoprì nel ruolo di provocato fu costretto a domandare perché: "Ci sono pensieri, ricordi, rimpianti in un sospiro, non amo i rimpianti ma mi piace chi medita e ricorda , se devo dirla tutta poi, avevo fantasticato che lei fosse un cultore delle salse senapate" . L'uomo sgranò gli occhi e poi sorrise di gusto, la donna proseguì "la immaginavo a dosare la giusta quantità di frutta, verdura, dolce e piccante, e stare lì ad assaggiare per trovare il punto giusto per l'estasi del palato, certo lei colleziona baci, non è mica un brutto collezionare". L'uomo disse: "sa che lei è un tipo interessante? Se non fosse che ha la fede al dito la inviterei per un aperitivo". La donna disse "le confesso che sono vedova da quattro anni, ho due figli bambini e non ambisco a diventare un pezzo della sua collezione, forse in un'altra vita". Passarono sei mesi senza che l'uomo rimettesse piede nel negozio, poi una mattina  che era di fine novembre, uno di quei novembre gelidi in cui le foglie sono già tutte cadute e l'unica fonte di colore sono gli ultimi cachi sui rami, varcò la soglia e posò sul bancone, davanti alla donna un pacchetto , lei aprì: sull'etichetta di un piccolo barattolo di quelli col coperchio che crea il sottovuoto stava scritto:

novembre 2017 
 salsa senapata di zucca e zenzero
per la prossima vita



AUGURI SUARA

Commenti

  1. Che bella storia! E auguri, Suara, che devi essere speciale x meritare una storia così!

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  2. Bellissimo Manzè, ma mi sa che lui va avanti a collezionarli. Grazie!

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  3. E' una storia bellissima e, come dice dolcezzedimamma
    sta Suara ha da essere davvero importante per meritarla.

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  4. i tuoi auguri sono sempre meravigliosi, auguri Suara anche se in ritardo!

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  5. ...vien voglia di leggere il seguito anche e soprattutto per la collezione di parole ;)

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