Sabato santo

E interminati spazi e sovraumani silenzi

Il massiccio del Grappa è la nostra risorsa, vicino a casa quanto basta a consentire gite in giornata, molti sentieri che portano in vetta sia dal lato vicentino che bellunese che trevigiano, alto, ma non troppo, così anche a questa stagione si può arrivare in cima senza affondare nella neve. In giornate come ieri si può salire facendo percorsi lunghi ( 4.50 di salita secondo i segnavia del CAI) senza quasi incontrare anima creata, se si esclude un'altra coppia sulla via del ritorno e due "recuperanti": inquietanti soggetti rigorosamente in tuta mimetica (se vestissero normali i reperti della grande guerra potrebbero evidentemente nascondersi con maggior cura per non farsi trovare) e dotati di metal detector, intrisi di una nostalgia incomprensibile per i "giochi" di guerra; ci siamo goduti i mirabolanti colori di una primavera esplosa in tutto il suo splendore. Il sentiero parte dalla piazza di Cismon e passando sotto un portico tra le case si inerpica per uno dei tanti sentieri lastricati della grande guerra, fatti per rendere più celeri gli approvvigionamenti al fronte, quasi una lunghissima scalinata incastonata nella roccia che sale sulla parete della montagna affacciata sulla Valsugana prima di inoltrarsi nel cuore del massiccio, poi, in località case Costa il mondo si fa immenso, l'occhio si perde, il cuore si spalanca





E si inizia a salire per un ripido pratone dove pochi eletti hanno antiche case alcune delle quali hanno ancora i caratteristici tetti cimbri di ardesia con la forma che richiama quella degli elmetti austroungarici, adatti a nevicate abbondanti che ora ci scordiamo, poi si torna nel bosco che anche qui mostra le ferite inferte da "Vaia" la depressione dello scorso ottobre


I muri di legname già tagliato sono imponenti e dal Forcelletto a quando il bosco finisce poco sotto la vetta si procede sotto ai resti di maestose piante che ti piangono ancora la resina addosso quasi fossero lacrime di dolore, come  si trattasse di un lungo sottopassaggio. Poi si inizia a pestare neve, il sole riflesso si fa cocente, in cielo verso la vetta decine e decine di parapendio sembrano farfallone giganti. A dieci minuti dal rifugio la neve si fa alta e decidiamo di tornare sui nostri passi e di gustarci il meritato panino su un tappeto di crocus bianchi e violetti



Diamo una tregua dagli scarponi ai piedi


Ci gustiamo prosciutto e cieli immensi




Godendoci un po' di riposo


Sulla lunga via del ritorno le genzianelle già schiuse salutano il nostri passi






Commenti

  1. Che bella escursione. Così diversa da quella che si possono fare qui in Sardegna!

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    1. Non dubito che siano molto diverse, ma sono certa che si possano fare escursioni splendide. Benvenuta Speranza

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  2. Montagna mitica il Grappa, ricco di suggestioni storiche e letterarie e bevute incredibili. Belle foto, in particolare quei fiori dai colori vividi, direi quasi psichedelici.

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    1. Se per patria intendiamo un posto dell'anima allora mi sento di poter cantare monte grappa tu sei la mia patria 😀

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  3. Ci sono ancora alberi in terra o sono stati "raccolti" tutti? Perchè si diceva che se non fossero stati raccolti si sarebbero infradiciati e non più utilizzabili.
    Buona escursione e buona pasquetta.

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    1. È un lavoro immane, devi contare che è successo a fine ottobre e d'inverno con la neve, per quanta poca ne sia venuta, è difficile gestire l'emergenza, hanno lavorato senza sosta in tanti: forestali, esercito, protezione civile, volontari, ma solo in Veneto il bellunese è devastato, il vicentino pure e parliamo di zone a volte impervie di montagna, non si capiscono le dimensioni del problema se non ci si cammina in mezzo

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  4. Ussignur, i recuperanti mi mancavano. Che belle le tue passeggiate, cara Amanda.
    Un abbraccio e buona pasquetta!

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  5. Il ritmo lento e meditato del breve racconto della tua escursione, e le serene immagini, mi hanno permesso di accompagnarvi a costo zero di fatica...

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  6. Ormai sono affezionata anche alle tue camicie a scacchi felpate

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