Con la testa tra le nuvole


On the road



Per fortuna il lavoro incessante di questi mesi dopo il disastro della Vaia di ottobre inizia a dare i suoi frutti e qui e lì ricompaiono, sul sito del CAI del Veneto i primi segnali di via libera dopo il ripristino di alcuni sentieri. Resta da vedere che mutazioni dolorose compariranno ai nostri occhi quando ripercorreremo i territori tanto amati. Alcuni sentieri funzionano ancora ad intermittenza, come quello delle 52 gallerie del Pasubio, aperto durante la settimana, chiuso nel weekend parzialmente per consentire ai volontari le ultime opere di messa in sicurezza. Così usufruendo mercoledì di una giornata libera e non particolarmente "cocente" dal punto di vista meteo, abbiamo deciso di ripercorrerlo. La strada trafficatissima di metà settimana ci ha portato ad attaccare la salita ad un orario indecente per un giro in montagna, ma la copertura nuvolosa e soprattutto le gallerie militari del 1917 hanno impedito che ci potessero cucinare un ovetto sul capino.


3/4 temerario in avanscoperta rigorosamente senza pila


Le gallerie hanno lunghezza, pendenza ed arzigogolatura variabile. La più temuta da me che soffro un cicinin di claustrofobia è la numero 19, ma la prossima volta che rifarò il percorso mi sarò nuovamente dimenticata il numero, così pur non rischiando di sbattere il capino grazie al formato bonsai ( rischio che un paio di volte ha corso il 3/4), nel buio con i labirinti mezzo andati per i pregressi vertiginosi, nonostante giri come una forsennata la manovella della sempretisarògrata pila a dinamo manuale, inizio ad annaspare perché, nella speranza di uscire velocemente e con la pendenza variabile che male si intuisce alla lucina della pila, perdo il ritmo del passo ed esco dai 370 mt come una vaporiera a carbone. Ma non temete per il 99,9 % il percorso ha un'andatura calibrata sul passo di un mulo degli alpini con la soma carica: pendenza dolce e costante. Ma minala e poi picconala tu la roccia sotto il fuoco nemico, voglio vedere se vai dritto dritto. Girata una curva il 3/4 ha un incontro ravvicinato con un camoscio, che decide di scendere con l'ascensore, a me non resterà che intuirne la presenza tra le rocce. A metà della salita, ringraziamo il cielo che la prevista schiarita a partire da nord non sia ancora pervenuta, altrimenti gli approvvigionamenti idrici non sarebbero bastati a ripristinare le perdite




Pianura e vette si intravedono a tratti ma non ci si lamenta. Giunge infine l'uscita dell'ultima gallerie con il Rifugio Generale Papa di fronte a noi. Proseguiamo con il cielo che sembra aprirsi per la famosa schiarita verso Cima Palon


Fine schiarita, la cima è dentro le nuvole





Ampi panorami si dsivelano... come non detto




Finalmente la cima, anche se non siamo degni neanche di uno squarcio tra la coltre di spesse nuvole. Se lo sguardo non può spaziare all'infinito, tuttavia ai nostri piedi si aprono meraviglie


Stelle alpine

Camedrio alpino


Addentiamo i nostri panini con le mani intirizzite dal freddo e ritorniamo sui nostri passi fino al rifugio, poi inizia il rientro dal comodo e lungo sentiero degli Scarubbi dove il sole sembra sempre dover fare capolino davanti a noi ma appena giungiamo dove sembra fare la sua comparsa lui si sposta più avanti inesorabilmente

Commenti

  1. Capita anche a me, quando vedo un po' di vento sull'acqua e tento di raggiungerlo lui si dilegua.
    Ma chi te lo fa fare di tribolare dal freddo a Luglio?! Chiappa il trequarti per la collottola e portalo giù che qui si sta bene.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Patire il freddo dopo aver sofferto tanto il caldo è un privilegio !

      Elimina
  2. Ho un dubbio se esserci stato pure io, molti anni fa. Scusa la mia ignoranza, ma queste gallerie sono tra il Trentino e il Veneto, e danno sulla Valle dell'Adige? O forse quelle sono altre?
    p.s.
    managgia ste nuvole, stavo bene io a giugno con il caldo tutti i giorni, no che ti arriva la svolta rinfrescante di luglio.E non sembra sia finita :(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il massiccio del Pasubio è sopra Thiene da lì puoi arrivare al pian delle Fugazze e da quello scendere a Rovereto. Io benedico l'influsso fresco non ho più l'età per sopportare la caldazza, per lo meno non a Padova con l'alito del San Bernardo

      Elimina
    2. Allora credo di esserci proprio stato, anni fa, almeno una parte del percorso.

      Elimina
  3. Cavolo, il tempo è uguale a quello che c'è a San Francisco a luglio!

    RispondiElimina
  4. La magia delle stelle alpine!
    Eh no, io sono certa di non esserci mai stata. Sarebbe bello un giorno poter portare il mio formato bonsai in quelle gallerie, 19 inclusa.
    Il privilegio di poter contare su un'amica che saprà fornirmi tutte le informazioni del caso.

    RispondiElimina
  5. un viaggio di storianatura!
    Se ne sente il fresco fin da qui.
    Buona estate, Amanda!
    z

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari