Fahren nach Wien

Cosa poteva mai succedere quando causa trasloco, un concorso, un intervento chirurgico, dei lavori di ristrutturazione del reparto ospedaliero dove lavori,  le ferie slittano a metà settembre e si decide di andare verso nord?
Tre coliche, due mesi e cinque chili dopo, la vigilia di ferragosto mi hanno operata di cistifellea, ma questa è un'altra storia. Dopo la convalescenza e il ritorno al lavoro restava, nonostante come libero professionista, mancare a lungo dal lavoro significhi non percepire nessuna remunerazione, la necessità fisica di fermarmi per le ferie, perché pendolare, lavorare intensamente, svuotare la casa che è stata dei tuoi bisnonni, dei tuoi nonni, dei tuoi genitori e poi tua ha un peso che non si può descrivere e quindi fermarsi prima di rompersi ulteriormente è doveroso. Allora col 3/4 valutiamo cosa scegliere, il mare era poco consigliabile per le cicatrici e io una settimana di camminate sui monti non mi sentivo di farla, quindi il compromesso: il 3/4 viene a prendermi in Südtirol a fine del mio turno in ospedale, ci fermiamo a scarpinare per il weekend, poi proseguiamo per il salisburghese passando dietro agli Alti Tauri, tappa di una notte e poi Vienna. Manchiamo da Vienna da dieci anni. Il venerdì sera il 3/4 arriva, il meteo è ondivago riguardo al sabato, quindi noi ci predisponiamo comunque ad una sveglia verso le sei e mezza per annusare il cielo
e prendere la decisione definitiva. Il suono della sveglia si accompagna allo scroscio dell'acqua sui lucernari della cameretta della pensione e salta la gita sui monti. Il pomeriggio durante un breve tregua saliamo presi da un senso di claustrofobia in Val Senales


ma subito riprende a piovere, diventa un pomeriggio di lettura in auto. Alla sera rientrando ho una vaga sensazione di piede umido, così mi accorgo che le scarpe da tennis hanno un taglio sulla suola e la domenica in Südtirol potete rimanere pure scalzi perché di negozi aperti non se ne trovano, ma pazienza mi dico, saltellerò fino alla macchina, in fondo devo solo viaggiare. La domenica mattina caricata la macchina il termometro dell'auto segna otto gradi e partiamo sotto una pioggia battente e un vento teso. Il 3/4 previdente, chiede di controllare lo stato dei passi, ma le notizie sono confortanti quindi manteniamo l'itinerario previsto e dirigiamo verso passo Giovo dopo un po' la situazione è questa



Poco male, il 3/4 non ha problemi di solito a guidare in montagna sulla neve, davanti a noi ci sono altre auto che cautamente, ma tranquillamente procedono, peccato  che a poche centinaia di metri dal passo, quando ormai siamo nella tormenta e i centimetri a terra sono ormai dieci, scenda in senso contrario una corriera e la cauta colonna sia costretta ad un malaugurato stop per farla passare. Le ruote dell'apripista slittano sulla soffice coltre e stop come un sol uomo la colonna di auto resta piantata sul tornante. Io spedisco il 3/4 a recuperare i provvidi scarponi nel bagagliaio perché con dieci centimetri di neve, la temperatura sotto zero e le scarpe bucate si finisce per fare la fine degli uomini della divisione Julia e poi iniziamo a studiare come mettere le catene perché da una volta all'altra che uno le usa si è bello che dimenticato come si fa. Stanno già per cadere il mignolo destro mio e l'anulare sinistro del 3/4 assiderati, quando provvidenziale sopraggiunge lo spalaneve e la colonna si rimette in lento e cauto moto mentre la bufera non si placa. Al Brennero per la statale (evitiamo più che possiamo le autostrade) seconda rata di neve e una coda interminabile, sto già porconando per il mancato rispetto di Schengen quando scopro che la coda è dovuta ad un outlet, ma dico si può bloccare la frontiera tra due Stati per lo shopping? La risposta è: pare proprio di sì. Mi rifiuto di unirmi all'orda selvaggia per comprare le scarpe da tennis e proseguo con gli scarponi ai piedi, il pomeriggio immaginiamo gli Alti Tauri perché di vederli non se ne parla proprio 9 euro di pedaggio per vedere nuvole basse e finalmente arriviamo alla fine della prima tappa St. Johann im Pongau. La sistemazione è così deliziosa che ci si dimentica di tutto


Commenti

  1. Complimenti per il coraggio di fare vacanze invernali in piena estate. Non ce la potrei fare, però mi piace leggerti.

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    1. Benvenuta Speranza, non erano proprio desiderate le vacanze invernali a fine estate ma tutto sommato non mi lamento

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  2. Bastava mettersi un costumino intero che si poteva anche andare al mare,
    grande ammirazione per il 3/4. Auguri per una pronta guarigione, la cistifellea l'ho fatta anche io e da allora non ho più avuto coliche, se credevo la facevo prima, i buchi nella pancia però m'hanno fatto male per un bel pezzo (mesi). Ciao.

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    1. I buchi nella pancia fastidio zero, il mare il prossimo anno

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  3. E io che ho fatto tutto quel pippone per una banalissima scomparsa d’un posto letto a Mantova!
    Ma quanto ho riso leggendoti! E quanto ho pensato a cosa avrebbe combinato il coniuge se fosse stato al posto del 3/4!
    La cosa che ci accomuna è il fatto di dimenticare tutto (o quasi) appena ci si trova in un posto delizioso. Sarà che, a quel punto, sembra che quel posto delizioso ci spetti di diritto (o per sfinimento, chissà!).
    Mi resta una curiosità: cos’hai letto nel pomeriggio di lettura in auto?

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    1. L'obelisco nero di Remarque che consiglio vivamente. Comunque l'Austria a parte numerose certezze ha riservato anche parecchie sorprese spiacevoli cui forse dedicherò un post. Altro che nordici super organizzati!

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  4. Non dirmi che non senti più gli avvisi "Allontanarsi dalla linea gialla!" ...e dalla relativa dipendenza psicofisica.

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    1. tranquillo che si va e poi si torna, sempre poco distante dalla riga gialla

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  5. E per fortuna la sistemazione era deliziosa! Avevi bisogno di riposo e le scarpe rotte ti hanno mandato un messaggio neanche troppo subliminale

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  6. Ma Amanda cara, proprio il Giovo vi mettete a fare con la neve, che è il primo che chiudono a fine estate e l'ultimo che riaprono a fine primavera? ;) :D
    Svuotare la casa di famiglia... Ti ho nel mezzo del cuore (come si usa dire quaggiù nella bassa Romagna) nel senso che ti comprendo e compatisco, ovvero patisco con te. È quello che ho da poco finito di fare anche io per poter poi ristrutturare la mia casa di nascita in Südtirol. Verso fine anno spero saremo lassù stabili anche noi, così finiranno gli avanti-indietro continui tra mare e monti per seguire e fare lavori. Buon riposo e buona convalescenza.

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