La barca di carta
Piero Schirinzi |
Era stato un amore silenzioso: l'amore degli amanti non ha parole per definirsi né feste sul calendario; vive di ombre più che di luci, di attese più che di presenze, di vuoti più che di pieni. Eppure in quella penombra aveva attraversato gli anni, alimentato prima dalla passione che non conosce ragione, poi dagli interessi comuni, affinità elettive si sarebbe detto un tempo. Letture condivise, i versi dei poeti, la musica, i film, le mostre. Piccoli spazi comuni: la panchina in un parco in una pausa pranzo, la camera di un hotel, le dune di una spiaggia in autunno, il buio di una sala cinematografica. Le ore rubate alle rispettive vite ufficiali, il senso di colpa che brucia la pelle, che rischia di corrodere come acido i piccoli momenti afferrati e goduti. La navigazione a vista per non scoprirsi invadenti, gelosi, sconvenienti: equilibrismi su fili di tela di ragno.
Poi quella vita comune più raccontata l'uno all'altra che vissuta si era bruscamente interrotta e solo a fatica lui era riuscito a scoprire che lei era stata vittima di un incidente. Lo spazio, il tempo si dilatarono e poi deflagrarono e tutto il dolore che provava e che doveva censurare improvvisamente risultarono intollerabili. Da fuori il suo smarrimento fu preso come una crisi legata allo stress di un anno molto impegnativo sul lavoro e lui lo lasciò credere. Così nessuno ebbe da ridire quando chiese di potersi concedere un weekend solitario. Si recò in una pensione sulle rive del lago d'Orta che sempre, si erano detti, avrebbero voluto visitare insieme. Passò l'intero sabato sdraiato sul letto incapace perfino di muoversi e quasi di pensare. Poi la domenica si mise a tavolino e raccolse tutte le parole taciute negli anni, fluirono da lui con l'inchiostro sulla carta. Quando la domenica sera uscì dall'albergo di quella lettera fece una barchetta che affidò al lago. In cielo una falce di luna illuminava il profilo di San Giulio. Risalì in macchina tornando ad indossare la maschera di ogni giorno
chissà se qualcuno ha raccolto la barchetta lungo il lago ....
RispondiEliminaChissà
EliminaCi vorrebbe un viaggio, in un weekend d’autunno; dormire in una pensioncina sulle rive del lago d’Orta, svegliarsi all’alba, camminare e ascoltare le parole affidate al lago. Ma i laghi sanno custodire i segreti: non spiffererà nulla.
RispondiEliminaVero, i laghi lo fanno, specie quelli piccoli, quelli grandi tendono a darsi arie balneari, finiscono con lo spifferare
EliminaVolevo solo sapere come stai.
RispondiEliminaAbbastanza bene, scusa ma è una settimana pesantissima
Eliminami è venuta una gran tristezza, specie pensando a quella maschera che copre il sentire, così pesante, così pesante...
RispondiEliminaz
Anche a me Zena
EliminaPerché le cose che scrivi mi devono essere per i motivi più vari spesso così vicine?
RispondiEliminaFunziono come gli oroscopari scrivo cose che ognuno, in qualche modo, trova vicine 😊
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