Odoroki
Cecilia Bianchi |
Odoroki ha gli occhi di suo padre e un corpo sodo ma con le curve mediterranee che le ha regalato sua madre: in lei la morbidezza dei seni e dei fianchi è appena più contenuta a causa di quel rimescolamento di informazioni genetiche che aveva dovuto necessariamente assemblare in 165 cm mondi, culture e tratti somatici così diversi. È il regalo di un anno di studi in una università americana di due brillanti studenti di medicina che si sono piaciuti, desiderati selvaggiamente per poi rendersi conto che quella Sorpresa - questo significa il suo nome - non sarebbe bastata a tenerli uniti quando la passione si era spenta. Suo padre era rientrato in Giappone dove lo attendeva un radioso futuro da ricercatore. Sua madre, come spesso le donne ancora fanno, aveva riposto in una scatola le sue ambizioni ed era rientrata in Italia quando aveva compreso che negli Stati Uniti, dove la maternità è ancor meno tutelata che in Italia, senza il sostegno della sua famiglia alle spalle, non avrebbe potuto conciliare lavoro e maternità. Con l'aiuto dei genitori aveva comunque ultimato gli studi ed ora faceva il medico del lavoro: niente turni che le impedissero di crescere Odoroki. Del Giappone Odoroki conserva dei libri per l'infanzia che suo padre le aveva inviato unitamente a delle lettere in cui lui le raccontava di sé con tutta la discrezione che la sua cultura gli imponeva, le foto degli zii e dei nonni che sorridevano educatamente e uno sfocato ricordo di un mese trascorso con suo padre a conoscere, prima di tutto lui e poi quegli stessi parenti che dal vivo, imbarazzati da questa estranea nipotina che con il padre parlava un infantile inglese, le riservavano dei sorrisi ancora più formali di quelli che le donavano dalle foto che il padre comunque periodicamente le inviava. Poi era giunta l'adolescenza, i prevedibili e violenti contrasti con la madre, la pretesa di comprendere come suo padre avesse potuto rinunciare a lei e a partecipare alla sua esistenza. La presenza delle lettere e delle foto hanno fatto credere ad Odoroki che sua madre avesse giocato in quel distacco un ruolo che l'aveva privata di una figura paterna del tutto incolpevole. Così prega il padre di accoglierla per l'intera estate in Giappone. Sogna l'instaurarsi di un rapporto senza ombre, pensa che la sua parte di geni nipponici fiorirà come i ciliegi in primavera che le donerà la grazia di cui ogni adolescente, in ogni parte del mondo, si sente privo. Si prepara a quel viaggio meticolosamente. Legge autori giapponesi, manga, ascolta musica di gruppi che scova in rete, vede i film . Si stira i capelli ondulati e corvini e finalmente sale sull'aereo per il suo viaggio iniziatico. Nemmeno il kimono indossato per andare a conoscere la bisnonna ancora vivente la trasformerà in ciò che non è mai stata: al termine dell'estate una giovane donna dagli occhi a mandorla e dai capelli nuovamente ricci farà il suo ritorno in Italia, comincerà a scrivere a quel padre che un giorno ha scelto le sue radici spaventato, come un qualsiasi altro ventenne, dalle responsabilità della paternità arrivata inattesa e rivaluterà quella madre che scelse di tenerla e di modificare il suo futuro per regalarne uno a lei. La sorpresa di Odoroki è scoprire che i genitori prima di essere tali sono ragazzi e che come tali sono fragili, che una rete sociale può essere fatta da rigore morale ma anche da amore ed empatia, che si può cercare il meglio di noi accettando quei limiti che non dipendono dai confini e che insieme si può guardare oltre.
Odoroki ha provato e ha capito, io ho provato e non c'ho capito una mazza.
RispondiEliminabeata lei.
Del mio racconto non hai capito?
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EliminaLa Sorpresa di Odoroki è una felice illuminazione, su un percorso di vita inevitabilmente segnato dalla privazione del padre.
RispondiEliminaIl tutto, come sempre, narrato con incredibile, dettagliata veridicità in così poche battute.
Grazie Franz
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