Incipit estivi vari ed eventuali
Dopo mesi in cui la lettura era diventata per me una questione complessa (più sarebbe servita a farmi trascorrere le giornate di b prigionia e meno riuscivo a concentrarmi), finalmente, dopo una fase di rodaggio, leggere è tornata a essere la mia confortante passione. Così voglio lasciare qualche considerazione su alcune letture di questa estate.
Qualche anno fa andava molto di moda la gerontobibliofilia, pareva non ci fosse libro che non narrasse di arzilli vecchietti, autoironici e risoluti. Ho letto un piccolo libro delizioso che parla di vecchiaia in un modo dolcissimo e differente, del desiderio di ritrovarsi mentre ci si sta perdendo, degli affetti che si instaurano tra le persone a prescindere dall'età e dei legami di sangue, della solidarietà, dei patti transgenerazionali, della gratitudine che è un sentimento, a mio giudizio, estremamente sottovalutato e che meriterebbe di essere riscoperto e praticato, quindi sono grata a Delphine De Vigan per il suo Le gratitudini edito da Einaudi e tradotto da Margherita Botto
Vi siete mai chiesti quante volte al giorno dite grazie? Grazie per il sale, per la porta, per l'informazione. Grazie per il resto, per il pane, per il pacchetto di sigarette. Grazie di cortesia, di buona creanza, automatici, meccanici. Quasi vuoti.
A volte omessi.
Il 2020 in libreria è stato l'anno delle famiglie disagiate assai, meglio se asiatiche, oriunde asiatiche o residenti in altro continente ma comunque in un quartiere asiatico. Ho letto ben tre di questi libri, assolutamente diversi tra loro, perché si sa ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.
Brevemente risplendiamo sulla terra di Ocean Vuong, La nave di Teseo, traduzione Claudia Durastanti
È la lettera di un figlio, Little Dog, alla madre in cui si narra lo sradicamento della famiglia dal Vietnam a seguito della guerra e la successiva alienazione. Le violenze subite dalle due donne la madre e la nonna. L'iniziazione all'amore omosessuale di Little Dog, la durezza di un sentimento ricambiato ma non accettato, la droga, la morte. Vuong prima di esser romanziere è poeta e in questo suo romanzo pieno di lirismo crea un lessico familiare del dolore, è un libro crudo, una lamina che fende silenziosa e lacera, ma è un libro assolutamente da leggere.
Adesso comincio daccapo.
CiaoMa',
ti scrivo per avvicinarmi a te, anche se ogni parola che butto giù è una parola in più che ci allontana. Scrivo per tornare indietro nel tempo, a quella piazzola della Virginia, dove in preda all'orrore ti sei messa a fissare quel cervo imbalsamato appeso sopra il distributore di bevande in lattina accanto ai bagni, le sue corna che ti ombreggiavano il viso. In macchina hai continuato a scuotere la testa.
Ragazzo divora universo di Trent Dalton edito da Harper Collins traduzione Stefano Beretta
Ambientato in Australia in un quartiere in mano al mercato vietnamita della droga è del trio famiglie disagiate quello che ho amato di più perché pur raccontando anche episodi di una crudezza assoluta riesce a farti innamorare non solo di Eli Bell il protagonista e di August il suo fratello autistico con mutismo elettivo che ha visioni premonitrici e comunica scrivendo nell'aria, ma paradossalmente perfino di alcuni degli adulti più dannatamente disastrosi che li circondano: Slim il baby sitter galeotto mago dell'evasione, il padre alcolista che soffre di attacchi di panico, la madre spacciatrice, il suo compagno che vive nel rischio mettendo a rischio anche i ragazzi ma che comunque ha un ruolo affettivo di grande importanza per loro.Questo libro si fa amare perché cattura e perché nell'orrore riesce a conservare intatta la magia dell'infanzia.
La tua fine è uno scricciolo azzurro morto.
"L'hai visto, Slim?"
"Visto cosa?"
"Niente."
La tua fine è uno scricciolo azzurro morto. Non c'è dubbio. E'. Uno. Scricciolo. Azzurro. Morto
Chiudo la trilogia con Tutte le cose della nostra vita di Hwang Sök-Yöng , tradotto da Andrea De Benedittis. Un libro del 2011 edito da poco da Einaudi che racconta la miseria di una Corea del Sud passata da una realtà rurale alla più spietata industrializzazione con la forbice tra ceti sociali che va via via allargandosi inghiottendo le fasce più fragili della popolazione che prima viveva una dignitosa povertà e che si trovano ora ad abitare nella discarica di una grande metropoli lavorando tra i rifiuti, esponendosi ai danni da questi causati, nel degrado più estremo avendo perso tutto. Anche in questo caso i protagonisti sono bambini che in quella realtà non hanno più nemmeno la dignità del proprio nome e vengono chiamati con nomignoli dispregiativi Occhiapalla e Pelatino, vengono sostenuti dagli Spiriti del vecchio mondo, abitanti di Isola Fiorita (Questo il nome delk quartiere prima di venire inghiottito dalla discarica. Il quadro è assolutamente desolante e per gli esiliati del nuovo mondo non c'è salvezza
Il sole stava tramontando sul limitare del campo, al di là del fiume. Bastò distogliere per un attimo lo sguardo e, come per magia, quel gigantesco cerchio di fuoco si era già eclissato alle spalle del paesaggio. Dopo aver attraversato la periferia della città , un camion prese a percorrere la strada che fiancheggiava il fiume.
E per finire un libro di successo che mi ha letteralmente incantata Cambiare l'acqua ai fiori di Valérie Perrin. Edizioni e/o tradotto da Alberto Bracci Testasecca. E' la storia di una rinascita nel luogo dove meno te l'aspetti: un cimitero. Una donna schiacciata da una vita infelice diventa la custode di un cimitero, coltiva le aiuole, ha cura delle dimore degli abitanti di quel luogo, si fa custode dei segreti che dai parenti degli estinti, da quanto emerge dalle orazioni funebri, dalle loro epigrafi apprende e un poco alla volta ritrova la sua dignità. Ha la grazia di un film francese d'autore, non mi ha permesso di mollarlo fino all'ultima parola. Un libro che si ama o si odia incondizionatamente, non tollera le mezze misure e io me ne sono innamorata.
I miei vicini non temono niente. Non hanno preoccupazioni, non si innamorano, non si mangiano le unghie, non credono al caso, non fanno promesse né rumore, non hanno l'assistenza sanitaria, non piangono, non cercano le chiavi né gli occhiali né il telecomando né i figli né la felicità
Il 2020 in libreria è stato l'anno delle famiglie disagiate assai, meglio se asiatiche, oriunde asiatiche o residenti in altro continente ma comunque in un quartiere asiatico. Ho letto ben tre di questi libri, assolutamente diversi tra loro, perché si sa ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.
Brevemente risplendiamo sulla terra di Ocean Vuong, La nave di Teseo, traduzione Claudia Durastanti
È la lettera di un figlio, Little Dog, alla madre in cui si narra lo sradicamento della famiglia dal Vietnam a seguito della guerra e la successiva alienazione. Le violenze subite dalle due donne la madre e la nonna. L'iniziazione all'amore omosessuale di Little Dog, la durezza di un sentimento ricambiato ma non accettato, la droga, la morte. Vuong prima di esser romanziere è poeta e in questo suo romanzo pieno di lirismo crea un lessico familiare del dolore, è un libro crudo, una lamina che fende silenziosa e lacera, ma è un libro assolutamente da leggere.
Adesso comincio daccapo.
CiaoMa',
ti scrivo per avvicinarmi a te, anche se ogni parola che butto giù è una parola in più che ci allontana. Scrivo per tornare indietro nel tempo, a quella piazzola della Virginia, dove in preda all'orrore ti sei messa a fissare quel cervo imbalsamato appeso sopra il distributore di bevande in lattina accanto ai bagni, le sue corna che ti ombreggiavano il viso. In macchina hai continuato a scuotere la testa.
Ragazzo divora universo di Trent Dalton edito da Harper Collins traduzione Stefano Beretta
Ambientato in Australia in un quartiere in mano al mercato vietnamita della droga è del trio famiglie disagiate quello che ho amato di più perché pur raccontando anche episodi di una crudezza assoluta riesce a farti innamorare non solo di Eli Bell il protagonista e di August il suo fratello autistico con mutismo elettivo che ha visioni premonitrici e comunica scrivendo nell'aria, ma paradossalmente perfino di alcuni degli adulti più dannatamente disastrosi che li circondano: Slim il baby sitter galeotto mago dell'evasione, il padre alcolista che soffre di attacchi di panico, la madre spacciatrice, il suo compagno che vive nel rischio mettendo a rischio anche i ragazzi ma che comunque ha un ruolo affettivo di grande importanza per loro.Questo libro si fa amare perché cattura e perché nell'orrore riesce a conservare intatta la magia dell'infanzia.
La tua fine è uno scricciolo azzurro morto.
"L'hai visto, Slim?"
"Visto cosa?"
"Niente."
La tua fine è uno scricciolo azzurro morto. Non c'è dubbio. E'. Uno. Scricciolo. Azzurro. Morto
Chiudo la trilogia con Tutte le cose della nostra vita di Hwang Sök-Yöng , tradotto da Andrea De Benedittis. Un libro del 2011 edito da poco da Einaudi che racconta la miseria di una Corea del Sud passata da una realtà rurale alla più spietata industrializzazione con la forbice tra ceti sociali che va via via allargandosi inghiottendo le fasce più fragili della popolazione che prima viveva una dignitosa povertà e che si trovano ora ad abitare nella discarica di una grande metropoli lavorando tra i rifiuti, esponendosi ai danni da questi causati, nel degrado più estremo avendo perso tutto. Anche in questo caso i protagonisti sono bambini che in quella realtà non hanno più nemmeno la dignità del proprio nome e vengono chiamati con nomignoli dispregiativi Occhiapalla e Pelatino, vengono sostenuti dagli Spiriti del vecchio mondo, abitanti di Isola Fiorita (Questo il nome delk quartiere prima di venire inghiottito dalla discarica. Il quadro è assolutamente desolante e per gli esiliati del nuovo mondo non c'è salvezza
Il sole stava tramontando sul limitare del campo, al di là del fiume. Bastò distogliere per un attimo lo sguardo e, come per magia, quel gigantesco cerchio di fuoco si era già eclissato alle spalle del paesaggio. Dopo aver attraversato la periferia della città , un camion prese a percorrere la strada che fiancheggiava il fiume.
E per finire un libro di successo che mi ha letteralmente incantata Cambiare l'acqua ai fiori di Valérie Perrin. Edizioni e/o tradotto da Alberto Bracci Testasecca. E' la storia di una rinascita nel luogo dove meno te l'aspetti: un cimitero. Una donna schiacciata da una vita infelice diventa la custode di un cimitero, coltiva le aiuole, ha cura delle dimore degli abitanti di quel luogo, si fa custode dei segreti che dai parenti degli estinti, da quanto emerge dalle orazioni funebri, dalle loro epigrafi apprende e un poco alla volta ritrova la sua dignità. Ha la grazia di un film francese d'autore, non mi ha permesso di mollarlo fino all'ultima parola. Un libro che si ama o si odia incondizionatamente, non tollera le mezze misure e io me ne sono innamorata.
I miei vicini non temono niente. Non hanno preoccupazioni, non si innamorano, non si mangiano le unghie, non credono al caso, non fanno promesse né rumore, non hanno l'assistenza sanitaria, non piangono, non cercano le chiavi né gli occhiali né il telecomando né i figli né la felicità
Ah, le letture dell’Amanda! Ma quanto ci son mancate?!
RispondiEliminaDunque, nella lista hai citato due titoli che mi tormentano (tant’è che li ho già presi in ebook):
- Brevemente risplendiamo sulla terra mi è stato suggerito da diversi lettori, diversi tra loro, gusti diversi, tutti convinti che sia un libro da leggere.
- Cambiare l’acqua ai fiori mi è stato o fortemente consigliato o fortemente sconsigliato. Nell’incertezza, l’ho inserito nella lista delle letture per farmene una mia idea.
Grazie, grazie ancora e felice weekend!!!
Sto finendo Love di Roddy Doyle mi sa che ve ne parlerò. Non perderti per nessun motivo Le gratitudini, credimi sarai grata della lettura
EliminaIl primo mi ispira, mentrè il secondo è già da tempo nella lista d'attesa dell'edizione digitale del prestito bibliotecario.
RispondiEliminaDue splendide letture
EliminaAvevo scritto un bel commento e non lo trovo più. Tra il covid e l'estate ho letto un sacco sia su consiglio dell'amica qui sopra sia su consiglio del libraio adesso metterò in lista anche "Le gratitudini", ho già visto che su ibs gli danno solo tre stelle ma se me lo garantisci te allora...
RispondiEliminaNon sono mica un critico letterario, dico solo che a me è piaciuto moltissimo
EliminaNeanche quelli che mettono stelle sono critici letterari e allora mi fido più di quello che dici te che delle stelle che mettono loro.
EliminaGrazie grazie grazie grazie grazie! :-)
RispondiEliminaHo salvato questo post, mimiera d'oro per scegliere libri da regalare (visto che, personalmente, sono un lettore lentissimo e sto affrontando "L'idiota" di Sostoevskij).
Scusa i refusi, ma si capisce lo stesso...
EliminaTranquillo, si capisce 😁
EliminaFinito di leggere in due giorni, molto bello, più che un libro mi pare un racconto lungo comunque è ben scritto e anche ben raccontato anche se secondo me scade un po' nel finale. Adesso è lì ad aspettare che fra un po' di tempo lo rilegga per capire meglio a cosa sto andando incontro.
RispondiEliminaUh che chiusa autunnale!
EliminaUrca, ne ho letto 3 su 5 :)
RispondiEliminaAffinità (e)lettive 😁😁
Elimina:) :) e la cosa buffa è che sto pure leggendo Love ma trovo l'inizio palloso e poco stimolante, attendo un punto di svolta o mollo...
EliminaNon ha un punto di svolta, ma a quei due mi sono affezionata
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