Weird tales: anatomia comparata 2

Annalisa Parisii 




 




Degli scalpiccii si avvicinano, fanno rimbombare il suolo, a volte sono tonfi sordi, a volte il suono si fa più liquido e lei immagina minuscole gocce d'acqua che si sollevano dal fogliame, schizzano in ogni direzione e sotto i raggi solari rifrangono la luce scomposta e iridescente. Dopo giorni di pioggia sottile ma incessante lo squarcio tra le nuvole non ha ancora consentito ai raggi di asciugare la piccola radura quasi ai margini della fitta vegetazione in cui ha trovato riparo negli ultimi giorni. Analizza il suono: si tratta di creature di grosse dimensioni. Se non fosse tesa si godrebbe la scena come una spettatrice. Allontana il pensiero e si concentra preparandosi per un possibile attacco. Sa mimetizzarsi in quello che ormai considera il suo territorio ma può non essere sufficiente. A volte gli Ibridi confidano più sull'olfatto che sulla vista. Le grosse creature ora sono a pochi passi da lei, Trattiene il fiato, poi si sente sollevare. È in quel momento dell'anno in cui ha perso i petali gialli e sfoggia la sua corona piumata. La grossa creatura soffia ma lei sa come fare: non appena le piume del pappo si disperdono nella brezza delicata che per poche ore impedirà al sole implacabile di seccare a morte la radura, lei solleva il suo enorme occhio destro improvvisamente svelato e lo sgrana sull'aggressore che si vede riflesso, deformato e per giunta capovolto. In breve l'assalitore rimanere atterrito dalla sua stessa immagine abnorme. È il deterrente che preferisce, non ama l'attacco e il più delle volte già questo funziona. La creatura la lascia cadere al suolo e si dilegua. La Bambina Tarassaco vive nelle zone emerse del Pianeta senza un habitat ben definito è ubiquitaria si sarebbe detto un tempo. Come molti Ibridi ha affinato le sue capacità di adattamento. Gli arti sono simili agli steli delle piante da cui ha preso il nome. Quelle piante si possono ancora osservare in grossi volumi sul cui dorso campeggia una scritta non ancora decifrata dagli abitanti del nuovo mondo "Atlante di botanica sistematica". I Saggi hanno compreso che si tratta di un catalogo di esseri presenti sul pianeta prima dell'Evento e hanno iniziato ad attribuire nomi, agli innumerevoli Ibridi attualmente viventi, per similitudine a quegli esseri rappresentati nel grosso volume. Di questi tempi la catalogazione è un lavoro immane poiché nella nuova natura raramente si trovano esseri anche vagamente simili tra loro. Gli steli della Bambina Tarassaco hanno sviluppato articolazioni che le permettono di migrare. La capacità migratoria è stata per molti Ibridi l'unica in grado di garantirne la sopravvivenza. Sono leve di primo genere, avrebbero detto gli antichi, con un grosso fulcro al centro, che le donano un incedere per così dire "legnoso", poco elastico, ma che le permettono anche di procedere con lunghi balzi. Tanto sottili e allungati sono gli arti, tanto tozzo appare il tronco su cui svetta, senza praticamente un accenno di collo, il grosso capo a corolla. L'occhio sinistro risulta meno sviluppato del destro e privo delle capacità di fungere da specchio deformante e quindi meno inquietante anche se è l'unico che le permette di vedere. A volte gli insetti superstiti si posano su di lei come facevano un tempo sui fiori e lei produce un sudore dolce e melenso: l'istinto e l'evoluzione genetica le hanno consentito così di nutrire gli insetti e di dare il suo contributo alla riproduzione: la sua, quella degli insetti e quella di altri Ibridi che di insetti si nutrono. La Bambina Tarassaco ha piccole labbra carnose e un minuscolo naso dalla punta sempre arrossata quando perde petali e pappo fino al nuovo ciclo riproduttivo. Il sole ora è alto è arrivato il momento di cercare un luogo più ospitale, solo dopo poche ore il prato lussureggiante è ormai paglia e sterpi e il suo respiro stesso si è fatto più rapido e aspro, segno di una possibile disidratazione. Balza quindi velocemente nella vegetazione più fitta e inestricabile l'unica in grado di sopravvivere ai mutamenti. Le piante più anziane proteggono lo sviluppo delle più giovani. Sta balzellando ormai da qualche tempo quando avverte nuovamente i tonfi dei passi. Annusa l'aria, scruta tra il fogliame per comprendere da dove attendere la comparsa delle creature. Sono le stesse del mattino, ne riconosce l'odore, si arresta, ancora una volta attende, è probabile che se riconosciuta non verrà molestata, a volte una lezione è sufficiente anche per le creature meno dotate. Ma non è questo il caso, quell'essere per lei enorme anzi si avvicina sempre più minaccioso. Ha sete di vendetta in questo nuovo incontro dato che viene deriso dai compagni di cammino per essersi spaventato per i trucchi di un Ibrido tanto piccolo e insignificanti. Solleva la Bambina un'altra volta, la stritola nel pugno. Lei si sente sopraffatta, percepisce di stare per soccombere. Solleva quindi le minuscole antenne adunche e attacca. La creatura emette un suono roco, allenta la presa. La Bambina Tarassaco non rimane a osservare la sua vittoria: rovinando al suolo la creatura emette un bolo giallo vischioso, si contorce a muore. È tempo di procedere la scelta della nuova dimora richiede tempo e cura la bambina Tarassaco balzella lontano, per un po' dovrà prestare estrema attenzione a possibili predoni, ci vorranno infatti giorni prima che l'antenna sia nuovamente pregna di veleno e in grado di difenderla. 

Commenti

  1. I sassi, almeno quelli li posso raccogliere?

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    1. Ma tu sei nato prima dell'Evento devi cogliere tarassaco, carletti, rosole,

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    2. Grazie per l'anziano, resto in attesa per il vecchietto

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    3. Tutti, per fortuna, siamo nati prima dell'Evento

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  2. Invece pensavo ad un Evento Futuro, dove basterà una puntura venefica a neutralizzare il male astioso e aridamente vendicativo.

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