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Marta del Lago

Annalisa Parisii  Marta del lago, così la chiamavano tutti, sembrava non avere un cognome, solo un'appartenenza. Non erano tante a quei tempi le case attorno al piccolo lago, la sua era una delle famiglie che da generazioni facevano parte della comunità. Marta sembrava essere il frutto di un sodalizio con le acque verdi cangianti a seconda della stagione, del giorno e dell'ora. E così gli occhi di Marta, due pozze profonde che, come i fondali del lago, erano in grado di riflettere i colori del bosco o farsi impenetrabili come la nebbia che spesso sorgeva dall'acqua avvolgendo i monti, le case e perfino i sorrisi della gente. Sembravano ricevuti in eredità dal lago come altri li riceverebbero dal padre o da una nonna. Aveva lineamenti regolari, capelli corvini spartiti al centro come si pensa che dio avesse fatto con le acque del Mar Rosso, li raccoglieva sulla nuca. C'era più di un uomo in paese che sognava di vederla spettinata dopo la furia della passione, di essere l

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