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Adele

  Marco Casalvieri I piedi di Adele estate e inverno calzati in sandali o ciabatte aperte non sembrano temere il freddo. Soffrono in realtà molto di più le scarpe chiuse. Le due dita accavallate del piede sinistro, da che ho memoria, sono sempre lì a tormentare le altre e a rendere il suo passo così riconoscibile, così unico. La prima volta che sentii dire: "incrociamo le dita", avrò avuto quattro anni, chiesi a mio padre cosa significasse e così pensai che Adele doveva essere lì a pregare la fortuna da chissà quanto tempo e quella evidentemente non l'aveva mai accontentata. Eppure, a dispetto di quei piedi, tanto scaramantici quanto dolenti, ad Adele il sorriso non aveva mai fatto difetto. Un sorriso mite e dolce, il sorriso di chi non ha mai neppure pensato di alzare anche una sola volta la voce. Il sorriso della pazienza, di chi ha faticato e si è guadagnato il pane un giorno per volta. Ora siede nella penombra del piccolo salotto che odora di cera per il legno, della ...

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