Chiamatela Pandora

Kalaillustrations




La donna per anni aveva sognato e progettato. Il progetto era condiviso e quindi, per come la vedeva lei, anche più bello. Poi il progetto era entrato in fase esecutiva e quindi era diventato una realtà. Un po' alla volta erano cresciute le pareti di un bellissimo vaso colorato, una porcellana finissima con decorazioni di smalti dai magnifici colori. Ne era molto orgogliosa. Solo che quando il vaso fu ultimato, non si sa come, né perché, invece di poterlo ammirare dall'esterno, ci si trovò rinchiusa dentro e bloccata lì dentro le sembrò di soffocare. Provò a scalare le pareti ma mentre la costruzione era stata un gioco di squadra, ora l'impresa solitaria le sembrò disperata. Improvvisamente le parve che la sua libertà, la possibilità di uscire dal vaso, contassero infinitamente più del vaso stesso. Così decise, nonostante tutta la passione e l'amore che ci aveva messo nel progettarlo e realizzarlo, che la sua sofferenza dentro al vaso fosse intollerabile e che quindi il vaso andasse sacrificato. Si protesse una gamba e con un calcio lo ruppe. Da principio respirare tutta l'aria, allontanarsi dai cocci e dalla situazione, vedere il mondo da un'altra prospettiva le parve incommensurabilmente appagante. Poi però tornò sui suoi passi e guardò i cocci e le sembrò che quei cocci le appartenessero e che la rappresentassero. C'era lei lì in terra, un'idea di quello che era stata e che avrebbe potuto essere, in quei poveri cocci. Lì raccolse uno ad uno e pensò che non avrebbe dovuto, potuto, voluto disfarsene. Allora pensò a cosa farne e a come procedere e si ricordò dello Kintsugi che nel Giappone restituisce dignità e bellezza a ciò che è andato rotto. Studiò, si applicò, poi ci provò: fuse l'oro e unì i pezzi. Certo non sarebbe stato più lo stesso vaso di prima, ma ci mise nuovamente amore e ricominciò ad appassionarsi al progetto e il risultato finale, seppur strano era bello, era suo e quindi le diede conforto. Ma soprattutto imparò che la giusta distanza cambia le cose, permette di inseguire e ricercare altre prospettive e che i vasi più belli sono quelli che ospitano piante che se le curi e le annaffi crescono, le cure devono essere costanti e come tutti gli esseri viventi (e non i vasi) sono imperfette ma uniche.



AUGURI CRI

Commenti

  1. Quello che sai tirar fuori tu sulla base di due parole è qualcosa di meraviglioso. E piango, ma di lacrime decisamente più belle di quelle versate nel vaso o guardando i cocci. E ho pure già ricevuto un regalino bellissimo che stasera comincio a leggere (ebbene sì, sono riuscita a non comprare su Amazon ;)). Grazie Amanda bella bella <3

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    1. Buon compleanno Cri! Aspetto i tuoi commenti sugli alieni. Un abbraccio

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  2. Auguri alla festeggiata... E grazie a te!

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