Oltre la porta di casa


Cecilia Bianchi




E quando si chiusero le porte della casa e la grande chiave bloccò la serratura a doppia mandata, la neve scendeva sui monti perfino quell'anno in cui l'inverno era stato mite, così mite da non essere altro che l'ombra di se stesso. La bambina aveva pelle di burro e passi lenti e incerti a quel tempo. Passarono molte lune da allora. La madre che l'amava immensamente le raccontò mille fiabe e le cantò ninne nanne, danzò con lei per insegnarle il sorriso e continuare lei stessa a sorridere specchiandosi nella felicità della bimba. Le insegnò i versi degli animali e le descrisse i loro colori, la morbidezza delle loro pellicce e i loro piumaggi. Le fece assaggiare cibi cucinati basandosi su ricette di tutto il pianeta per trasmetterle la curiosità per il mondo. Le spiegò cosa fosse la guerra per insegnarle ad amare la pace. Si fece recapitare un albero e lo trapiantò al centro della casa perché potesse, perfino lì dentro, godere della natura, invasò bulbi e sementi ad ogni balcone della casa perché avesse a gioire della flora ad ogni stagione. Le fece osservare le stelle di notte dalle finestre e le nominò quelle che conosceva perché imparasse ad orientarsi. Le descrisse come il passo si accorciava salendo sui monti, il fresco all'ombra degli alberi e il profumo dei mughi sotto il sole d'estate. Le raffigurò le onde del mare, la salsedine sulla pelle, i capelli induriti e imbionditi dal sole e dal vento, il canto delle sirene, i pesci che baciano le caviglie e il suono nascosto nelle conchiglie. Di questo racconto la bimba non era mai stanca, forse il mare correva nella memoria delle sue cellule poiché il padre di sua madre era stato un marinaio. Così non vi fu stupore quando i suoi capelli presero a crescere verdi, color del mare. Passarono i mesi e le stagioni, passarono anche gli anni,  la bimba crebbe e crebbe forte e rigogliosa la pianta nella casa. Per assecondarne la crescita furono potati rami e creati varchi nei solai dei vari piani della casa, fino a che non giunse al tetto.  Se ne infischiava della doppia mandata della serratura - forse anche lei curiosa di conoscere il mondo -  e in breve divenne così  grande da inglobare completamente la casa. La madre pose allora un comodo divano in alto tra i rami più grandi della pianta e la bimba dalle chiome color del mare saliva ogni giorno lassù ad osservare il mondo e immenso era sempre il suo stupore.

Commenti

  1. Bellissimo racconto, libertario come un film del Free Cinema. Lindsay Anderson o Karel Reisz, fai tu ...

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